Cosa significa, oggi, essere Cortonesi?
Per me che sono nata nella Capitale posso rispondere che Essere Romana è un Sentimento che mi fa comprendere di essere Cittadina del Mondo.
Il giorno dell’Angelus il Papa sotto il cielo di Roma diffonde il suo messaggio che viene ascoltato da tutto il pianeta e per tutti i romani credenti e non, è un appuntamento che rispettiamo e del quale ci sentiamo partecipi.
L’imponenza del Colosseo ci ricorda che apparteniamo alla Storia ma, anche la semplice passeggiata sui sampietrini nei vicoli trasteverini dove durante i secoli passati il più povero, coperto di stracci, trovava dimora insieme ai topi, ti fa capire che Roma ha un’Anima Unica che respira attraverso il Ricco e il Disgraziato.
Non sto tessendo una trama attraente, ma con lo stesso spirito mi voglio immergere in quello della cittadina che ho scelto come seconda dimora: Cortona.
Mi succede quando ho un colloquio con impiegati in banca, al telefono con un call center, in fila al supermercato, nello studio di un notaio dove, se per caso mi ritrovo a nominare Cortona, la reazione immediata è sempre la stessa: “Cortona! Che bella! Ha casa proprio in centro? Che meraviglia! Io e mio marito siamo rimasti incantati!” .. Stesse identiche esclamazioni da persone diverse!
Allora mi chiedo come si sente veramente oggi un cortonese?
Non vorrei cadere nei soliti luoghi comuni ma veramente Cortona è conosciuta in tutto il mondo e se non fosse scoppiata questa pandemia saremmo stati pacificamente invasi anche dal turismo cinese in considerazione degli scambi culturali e scolastici che il liceo artistico ha avuto lo scorso anno con questo popoloso stato.
Cortona ha delle Mura che architettonicamente segnano una tangibile barriera del tempo, non c’è nulla di virtuale e superarle significa inoltrarsi in scenari del Passato.
Le foto dell’Ottocento pubblicate continuamente da codesto giornale la ritraggono identica ad oggi, solo con l’evidente crescita degli alberi.
Essere cortonesi significa non avere il fiatone passeggiando in salita e in discesa, significa entrare in una chiesa vuota e gelida in inverno e dire una preghiera, significa salutarsi in passeggiata al Parterre, alzare lo sguardo sul maschio del Comune per vedere che ore sono, significa darsi appuntamento al MAEC per partecipare ad una conferenza, incontrarsi al Teatro Signorelli e sentirsi in Casa.
Noi Romani spesso veniamo bloccati per ore nel traffico, voi Cortonesi in due ore avete letto un libro, potato tre ulivi e pagato un conto corrente alle poste.
Oggi essere Cortonesi significa smarrirsi negli splendidi ricordi, mentre si prova angoscia ad immaginare un futuro tra le inabitate case.
Ci sono pochi bambini da sgridare perché fanno chiasso o giocano a pallone. Purtroppo!
Ma la situazione potrebbe cambiare ed evolversi in meglio perché si sta presentando per tutti i piccoli comuni italiani un’importante novità: con lo smart working i paesi potranno riappropriarsi dei giovani emigrati al Nord per motivi di lavoro.
Sempre più spesso ascolto storie di lavoratori che da Milano a Conversano, da Torino a Trapani hanno abbandonato le grandi città e sono ritornati a vivere nelle loro città di origine, mantenendo le loro occupazioni. E’ un fenomeno che potrà non cessare se sapremo come farlo gestire dai Sindacati che non dovranno trovarsi impreparati di fronte al nuovo metodo di lavoro che sancirà nuovi Doveri e Diritti e avrà bisogno di nuove regole.
E perché non immaginare che possa accadere anche da Berlino, Parigi o Vienna, del resto l’Europa è nata anche per aggregare e facilitare lo sviluppo del lavoro?
Il Discorso è Complesso per chi non lo vuole Studiare, Difficile per chi non lo vuole Affrontare, Impossibile per chi non lo vuole Risolvere.
Le opportunità ci sono per accontentare tutti: le imprese con lo smart working hanno contratto i costi del lavoro, hanno aumentato i margini di investimento e sviluppo e i lavoratori, pur non ottenendo un adeguato aumento di stipendio non hanno più l’onere di affrontare i costi dell’affitto di un’abitazione di città molto costose dal punto di vista abitativo come Milano, Roma o Torino. Questa massa di lavoratori riacquisterà la dignità di appartenenza alla propria cultura e poi spopolando le grandi città (anche a causa del Covid19) scopriranno che sarà divertente prendere l’aperitivo anche a Putignano perché incontreranno tanti altri giovani che hanno fatto la stessa scelta.
E’ un processo rivoluzionario ma meno straordinario di quello che avvenne quando negli anni sessanta del secolo scorso, i nostri nonni furono costretti a lasciare le loro famiglie per partire dalla Sicilia e dalla Calabria, per andare a lavorare per la FIAT di Torino.
Spero che il Presidente Draghi prenda seriamente in considerazione questo fenomeno che si sta verificando in questo particolare momento storico e che scientificamente e tempestivamente possa organizzarlo attraverso i Ministeri del suo nuovo Governo: Il Lavoro e Politiche Sociali, l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale, l’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare, Il Sud e la Coesione Territoriale perché alleggerire le grandi città, decongestionarle e ripopolare i piccoli centri del Sud significa ridistribuire benessere sociale e tutelare più facilmente l’Ambiente.
Da gravi Difficoltà possono sempre presentarsi delle Magnifiche Opportunità che hanno, in questo contesto, la qualità di riequilibrare dei fenomeni sociali come la Grande Depressione al Sud d’Italia a costo “Quasi Zero”.
Roberta Ramacciotti blog www.cortonamore.it®