Senza polemica con nessuno, ma con grande attaccamento alla verità delle cose viste in presa diretta e già descritte molto bene dai media e dal nostro stesso giornale, desidero raccontare anch'io cosa ho visto in questi due giorni a Terontola . Come si sa i danni maggiori son venuti fuori negli edifici di via dei Combattenti, Via Petrarca, di via Leopardi e di Via Belov causando allagamenti dei garages e del piano terra di alcune case. Martedì sera non era ancora cessata la bomba d'acqua che gli abitanti di queste vie erano già fuori casa e si davano da fare per sturare tombini, aprire deflussi, chiamare pompieri, carabinieri,vigili e protezione civile. Ho visto vicini aiutarsi l'un l'altro come si fa in una vera comunità. Finita la pioggia ho visto gente a piedi scalzi o con infradito o con stivaloni scendere nei propri fondi e cominciare a svuotare l'acqua e metter in salvo le suppellettili prima che s'infradiciassero. Ho visto chi non aveva riportato danni dare una mano al suo prossimo. Ho visto giovani e meno giovani con il palino liberare le strade dai mucchietti di ghiaia o melma portata dalla furia dell'acqua. Ho visto donne e uomini passarsi informazioni su dove andare a cercare i pompieri che erano arrivati davvero subito. Ho visto gente parlare con i vigili urbani e con persone della protezione civile per indicare chi aveva più bisogno ed urgenza. Tutto questo dalla fine della tempesta fino a dopo mezzanotte. Ma soprattutto ho visto nella mattinata di mercoledi, nonostatnte l'inclemenza di Giove Pluvio, un grande darsi da fare per chiamare idraulici o montare nuove pompe idrovore con l'aiuto di amici o parenti esperti, per aiutarsi a ripulire i garages e fraternizzare con gli operai provinciali e comunali venuti a dare il loro aiuto. Ho visto i più fortunati offrire un caffé ai pompieri di Tavarnelle tutti inzuppati d'acqua e di mota, che però, come eroi d'altri tempi , hanno rifiutato con cortesia dicendo di non offendersi in quanto essendo in servizio non potevano accettare. Ho visto giovedì mattina tornare il sole su Terontola e il sorriso tra le persone che riprendevano la loro vita quotidiana oppure, come mostra la foto, che ripulivano i loro garages gettando all'immondizia quanto non recuperabile. Tutto con il sorriso sul volto e la rabbia repressa, anche se chiedevano al giornalista di strada di far presente a coloro che hanno responsabiltà nella gestione della cosa pubblica che questa alluvione di via dei Combattenti non è la prima e senz'altro non sarà l'ultima se non verrà ripristinato il fosso a monte della Caserma dei Carabinieri e del Cimitero, che una ventina d'anni or sono fu eliminato. E naturalmente,sempre come mostra la foto, di ripulire costantemente quegli antichi fossi della Terontola granducale, che tre secoli fa , assieme a tutti gli altri rii della Toscana, erano il vanto in tutta Europa della regimazione delle acque voluta dal buon governo di Pietro Leopoldo.
Insomma, ho visto forza e orgoglio da persone vere, da comunità della Piccola Patria e tanta voglia di guardare al domani con la fierezza del cittadino che sa che si costruisce l'oggi per il domani dei nipoti. E tutto questo L'Etruria desidera raccontarlo anche per sottolineare che non servono polemiche nel momento delle disgrazie e nemmeno giustificazioni che affidano all'eccezionalità degli eventi i drammi che il caso o il fato gettano su di una comunità. Una comunità che però anche questa volta si è dimostrata forte e orgogliosa del proprio fare , del proprio sentire come hanno scritto sui social due mamme che abitano nella zona colpita dal nubifragio e che hanno chiesto per Terontola attenzione concreta e manutenzione della rete fognaria, dei fossi, delle fossette e delle scoline sia pubbliche sia private, visto che tutti gli edifici ed i terreni pagano la tanto impopolare tassa sui fossi.
Ivo Camerini