L’Etruria

Redazione

Guerra e indifferenza: chi ha spento le luci della pace?

Guerra e indifferenza: chi ha spento le luci della pace?

Questa mattina al mio solito bar circolo culturale camuciese ,in sul far dell’alba, mentre Venere-Lucifero se ne sta andando a dormire per lasciare campo libero all’Aurora, che annuncia il sorgere del Sole,del risveglio della vita sulla Terra, ho incontrato due donne lavoratrici , che , tra un sorso di caffè e l’altro, facevano delle riflessioni sul nostro mondo che oggi dondola paurosamente tra guerra e indifferenza alla guerra, tra bagliori minacciosi di missili e un’ apocalisse nucleare, che sembra non far più paura non solo  ai potenti, ma anche  al popolo comune.

Trovando le loro riflessioni davvero importanti e sensate le ho registrate e qui di seguito le trascrivo per il vostro parere, per le vostre meditazioni, cari amici lettori.

Prima avventrice:  Ieri sera ho finito di leggere l’interessante libro del professore Antonio Cantaro  “L’orologio della guerra. Chi ha spento le luci della pace?”. E’ un libro molto importante che , assieme a quelli di Edgar Morin ( “Di guerra in guerra”) e di Franco Cardini ( “La storia in pericolo”) , andrebbe messo come lettura obbligatoria a tutti gli studenti delle nostre scuole superiori, che oggi a me sembrano troppo indifferenti verso la guerra  a differenze di noi e dei nostri coetanei che alla loro età, nel Novecento, facevamo come minimo cinque marce della pace all’anno e anche tante messe in chiesa o all’aperto.

Il libro mette in primo piano lo scontro in atto tra blocco atlantico e blocco euroasiatico, a tinte fortemente fondamentaliste, illustrando  in particolare il posizionamento tattico e strategico dei principali attori del conflitto; cioè: gli Stati Uniti e la Russia in primo piano, Europa, Ucraina e Cina sullo sfondo.

Il grande entusiasmo inglese, statunitense e francese per la guerra è, per il professor Cantaro,come ho letto: “ un tentativo di portare indietro le lancette della storia o almeno di frenare l’ascesa dell’altro, di guadagnare tempo. Il fatto che emerge è quello di un mondo che sta andando in una direzione diversa dai postulati dell’ordine internazionale liberale emerso nel secondo dopoguerra, mentre le classi dirigenti occidentali non vogliono risolversi ad una condivisione globale della leadership economica e politica. Gli Stati Uniti in particolare ostacolano con tutti i mezzi la ricerca da parte della popolazione mondiale fuori dal gioco occidentale (sette miliardi di persone) e , dopo secoli di umiliazione, ad avanzare verso lo sviluppo ed una piena ed eguale dignità. Ma tale tentativo occidentale appare destinato a fallire e si sta già rivelando dagli esiti molto problematici”.

Oggi solo in pochi riflettono che, in questi terribili giorni cosiddetti della “parola ai missili”, gli obiettivi di fondo della guerra ucraina in atto “siano per gli Stati Uniti anche quelli specifici di depotenziamento militare della Russia e di depotenziamento economico dell’Europa. Ed insieme, un veicolo che si propone anche di mettere fuori gioco l’idea di un’Europa autonoma dall’Occidente atlantico e dialogante con il resto del mondo”.

Insomma, questa guerra e anche quella tra israeliani e palestinesi a me sembrano una scelta criminale degli attuali padroni del mondo per accelerare brutalmente la decostruzione dell’ordine mondiale fissato a Yalta  nel 1945.

Seconda avventrice: Grazie per queste tue riflessioni e per le indicazioni di lettura che mi hai dato, Anche per me la visione dei non occidentali rispetto alle guerre in Ucraina e in Palestina indica la profondità della rottura venutasi a creare tra Ovest, Est e il Sud globale con gli inizi di questo secolo che, in realtà ha portato in primo piano anche  il contrasto politico, economico e militare nei confronti della Cina, latente in tutto il Novecento.  Credo il nostro vecchio continente, cioè l’Europa nata nel 1957,oggi appare vittima e complice allo stesso tempo di guerre che di fatto portano avanti gli interessi politici solo degli Usa, che da sempre non coincidono con  quelli del governo dell’ UE.

Cara amica, ho tanta paura per il mondo che sembra aspettare i miei figli e i miei nipotini. Non vedi che i potenti e i governi di oggi sembrano gioire  e divertirsi a giocare alla cosiddetta  roulette russa del colpo atomico?

L’Onu è impotente e ormai un guscio vuoto. I potenti e i governi del mondo,invece di convocare una conferenza di pace per mettere insieme ciò che accomuna l’umanità, sembrano sempre più decisi a marcare ciò che ci divide, come popoli e come nazioni ormai senza più concerto  e piegati alle volontà dei cuori di pietra e al sonno della ragione.

Davvero non riesco a capacitarmi come i giovani e le istituzioni morali e religiose di oggi non scatenino una grande rivolta pacifica della gente comune, dei senza voce e di noi lavoratori ormai sempre più schiavi e sempre meno cittadini.

Prima avventrice: Mia cara, il tempo ci chiama a rimetterci in cammino per raggiungere i nostri posti di lavoro, ma ti assicuro che io non voglio rassegnarmi al pessimismo e all’indifferenza. Farò di tutto nel mio quotidiano per tenere alta la bandiera della pace che tante volte facemmo sventolare nelle nostre manifestazioni novecentesche e che sono sicura sarà raccolta dai miei figli e nipotini quando dovesse cadermi dalle mani. Buona giornata e ciao a domattina.

Buona lettura e buona meditazione dal vostro giornalista di strada. Secondo me il messaggio di queste due lavoratrici è davvero incoraggiante e ci dice che la Storia non è oggetto di attenzione solo per gli specialisti. Sentire persone comuni che riflettono a voce alta sulla cronaca odierna, che tante angosce ci porta nel cuore  e nella mente, ci dona la speranza che non tutto è presente, non tutto è natura, che il futuro ha bisogno della forza delle radici del passato, soprattutto quelle umanistiche e cristiane; che ragionare solo in termini di geopolitica e di geoeconomia, come fanno anche tanti odierni politici italiani, è  pura mistificazione e non deve essere una bussola totalizzante per stare al mondo; che la terza via, indicata dalla Rerum Novarum e dal Sol dell’Avvenire della democrazia partecipata sul finire dell’ Ottocento, è una strada ancora valida per il futuro dell’umanità.

Ivo Camerini