A seguito della pubblicazione del nostro articolo relativo allo spostamento della Festa di Santa Margherita dal 22 febbraio 2023 alla domenica diciannove febbraio 2023 , molti lavoratori dipendenti ci hanno scritto chiedendoci che fine fa il loro diritto ad usufruire della giornata festiva o al pagamento della festività del Santo Patrono, che rientra, ormai da decenni, nel consolidato diritto al recupero delle quattro festività soppresse negli anni di fine 1970.
In merito a questa questione abbiamo chiesto un parere ad un giovane consulente del lavoro, il terontolese Saverio Falciani, che così ci ha risposto: “In ordine al rapporto di lavoro la disciplina normativa e retributiva della festività del Santo Patrono è dettata dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro applicato. Esso nella maggior parte dei casi stabilisce che il Santo Patrono sia quello del luogo dove si svolge il lavoro, ma non mancano dei casi in cui si opta per quello del luogo dove ha sede l’impresa. Inoltre potrebbero esistere usi aziendali pacificamente consolidatisi nel corso del tempo, che regolino in maniera diversa tale festività religiosa.
Fatta questa doverosa premessa, l’anticipazione delle celebrazioni religiose del Santo Patrono giuridicamente non giustifica di per sé un trattamento normativo e retributivo difforme per il lavoratore, salvo che la contrattazione collettiva non contempli espressamente tale eventualità.
La festività del Santo Patrono infatti rimane fissata invariabilmente per il giorno nel quale cade la ricorrenza dello stesso: in questo caso per il giorno 22 febbraio, data della morte di Santa Margherita.
Tecnicamente dunque il lavoratore non potrà assentarsi senza autorizzazione il giorno 19 febbraio per recarsi alle celebrazioni religiose; mentre invece potrà godere della festività nel giorno esatto della ricorrenza.
Mentre la maggioranza dei lavoratori beneficerà della situazione contingente nella misura in cui oltre alle celebrazioni domenicali potrà godere anche della festività infrasettimanale, il problema riguarderà principalmente tutti coloro che ordinariamente svolgono attività lavorativa di domenica. Essi dovranno recarsi normalmente al lavoro, salvo il ricorso ad altri istituti giuslavoristici quali ferie e permessi.
In casi di questo tipo è possibile stipulare un accordo aziendale fra l’impresa e la generalità dei lavoratori al fine di concordare per quest’anno, date le circostanze, lo spostamento della data del Santo Patrono. Tale accordo sarebbe ancor più garantito laddove venissero coinvolte le Organizzazioni Sindacali comparativamente più rappresentative”.
Insomma, se non traduciamo male la risposta di Saverio Falciani, l’esperto ci conferma che i diritti dei lavoratori dipendenti connessi alla fruizione della Festività del Santo Patrono di Cortona per il giorno 22 febbraio 2023 rimangono intatti e coloro che lavorano domenica 19 febbraio potranno invocare anche mercoledì 22 febbraio come giornata festiva dal punto di vista giuslavoristico e civile.
Nel ringraziare Saverio Falciani per la sua risposta invitiamo i lavoratori dipendenti, che leggono L’Etruria, a concordare eventuali permessi o gratifiche con la parte datoriale o a rivolgersi ai sindacati di categoria che dovrebbero , a norma di Cnnl, essere al corrente della questione.
Per quanto attiene alle scuole cortonesi abbiamo sentito la preside Maria Beatrice Capecchi, che ci ha confermato che il 22 febbraio nella scuola pubblica locale vi è sospensione delle attività scolastiche e quindi , traducendo, giorno di vacanza.
Ivo Camerini