“Paese mio che stai tra i boschi, ti voglio bene e ti ricordo con l’amore di un innamorato”: con questa bella parafrasi iniziale al testo della famosa canzone Paese mio del cortonese Franco Migliacci, cantata dalla brava e giovanissima Francesca Pallini nella storica , cinquecentesca chiesa di San Biagio e San Giusto , alle diciassette e cinquanta, puntuali come da programma, si è aperto il semplice, ma sentito e, in alcuni momenti, commovente, “Ritorno a Casale 2018” o, come subito ribattezzato dai partecipanti, “l’arduno de la Gente de Casèle”.
L’evento, nato da un’ idea di chi scrive durante alcuni incontri primaverili casuali con vecchi compagni di scuola elementare, ma subito entusiasticamente approvata dalla gente di Casale dopo la condivisione sui social ai primi di luglio, si è strutturato e realizzato come meglio non si poteva, camminando sulle ali del cuore generoso e appassionato di casalesi cortonesi giovani e meno giovani , di donne e di uomini, di ragazzi e ragazze che hanno sentito il richiamo del paese natio, della piccola patria e , per dirla con Susanna Tamaro, del lasciarsi andare “ là dove ti porta il cuore”.
Un cuore montagnino da fanciulli pascoliani, che nell’afa estiva di mezz’agosto son tornati felici e in gran spolvero alla loro chiesetta per una Festa del Cuore, come ha ben sottolineato Padre Livio , guardiano di Santa Margherita e celebrante, con don Simone Costagli , don Ottorino Cosimi e don Lesley, nella sentita predica della celebrazione eucaristica in suffragio dei defunti della parrocchia, che riposano nel vicino cimitero napoleonico, di tutti i defunti cari alle persone partecipanti e di tutti i sacerdoti defunti, che nel secolo scorso ressero la Chiesa di San Biagio e San Giusto, con in primis Don Albano Fragai e con il ricordo del grande amore per questa parrocchia dell’ultimo vescovo cortonese, l’indimenticato Mons. Giuseppe Franciolini, di cui il sacerdote casalese fu suo segretario personale dal 1960 alla morte del presule, avvenuta il 16 aprile 1989.
Festa semplice, festa contadina all’antica e non consumistica, ma vogliosa di ricordare, di testimoniare a tutti,nel nostro non facile presente, i valori veri dell’amicizia , della solidarietà, dell’incontro , della condivisione francescana del pane, dell’essere fratelli e compagni veri che si danno la mano sulle impervie vie di un mondo che sembra aver messo in secondo piano l’uomo e i suoi diritti universali, l’umanesimo, la cultura e la religione cristiana, privilegiando invece “l’inselvatichitimento” della società, il dominio del denaro e del lusso, la boria e l’arroganza del comando.
Sia in chiesa (con la preghiera eucaristica presieduta dagli amici sacerdoti e impreziosita dalle melodie di Angela, Laura e Patricia, oltre che dell’Ave Maria magistralmente eseguita da Francesca Pallini), sia nel serale convivio allo splendido e rinomato ristorante del passo di Portole ( rallegrato dalla grande cultura dialettale di Pasquele de la Cermentosa , dottamente presentata dal prof. Sergio Angori e declamata dai noti ed eruditi poeti cortonesi Rolando Bietolini e Carlo Roccanti) la Festa della Gente de Casèle è stata proprio un invito al ritorno alla società dei valori, una testimonianza che , come diceva il grande filosofo Blaise Pascal, “ il cuore ha delle ragioni che la ragione non ha”. Una festa quindi anche per un possibile ritorno all’Italia dei nostri padri, dei nostri nonni . Un’ Italia vera che dovrebbe essere nel programma di ogni onesto politico che oggi voglia governare o impegnarsi per il domani del nostro grande Paese.
Una Festa la cui cronaca ora il giornalista di strada cercherà di riassumere nei suoi passaggi essenziali , anche per omaggio alla grande tradizione dei fabiani inglesi del Settecento, che tramandavano nelle loro gazzette ogni piccolo o grande evento dei loro villaggi, delle loro terre.
E la terra di Casale e i suoi casalesi sparsi qua e là, anche se oggi non hanno più il nome segnato nelle carte geografiche come villaggio o frazione comunale, non sono da meno di altri villaggi italiani o europei. Anzi sono testimonianza vivente di un borgo che vive proprio nei loro cuori e che vogliono fortemente tramandare ai loro nipoti.
Certamente sabato undici agosto ci son mancati in quanto non l’abbiamo più ritrovate le strade e i viottoli casalesi di una volta pieni, colmi di galline, di maiali, di capre e di pecore.
Ci son mancate le chiacchiere alla fonte delle donne , delle ragazze che vi lavavano i panni di casa e con tanta attenzione i loro vestiti intimi, che solo i bambini e le bambine potevano vedere e che venivano poi stesi in parti riservate o nascoste del campo vicino casa.
Con la presenza dei piccoli Pietro, Ginevra, Nico ed Anna,non ci son mancate però le voci bianche, i giochi semplici dei bambini e delle bambine che ai nostri tempi andavano alla dottrina o a scuola nella canonica.
Nella nostalgia e nella malinconia del momento ecclesiale, così dense da poter essere tagliate a fette nel silenzio gioioso e caldo della nostra chiesetta, ci son mancate tuttavia le parole appassionate di Don Albano Fragai o quelle taglienti ed essenziali di Don Antonio Anderini, cioè degli ultimi due parroci novecenteschi a lungo rettori di Casale. Ma tutto era nei nostri cuori e nelle nostre menti in quell’ora, davvero struggente e magica, passata ancora una volta nella chiesa di San Biagio e San Giusto.
Una chiesa piena come nei giorni di festa di una volta e che ha ascoltato (oltre la bella , essenziale predica del Padre Guardiano di Santa Margherita, Fra’ Livio) con grande attenzione il saluto finale del decano dei casalesi Tonio de Casèle pardon Antonio Carrai, che ci ha fatto (in quel simpatico e tipico dialetto montagnino in cui egli è maestro apprezzato) la bella fotografia delle figure casalesi del Novecento . Un saluto che qui riporto integralmente, assieme a quello inviato dal sindaco di Cortona , Francesca Basanieri e da me comunicato sempre in chiesa.
L’arduno de Casale nel saluto di Antonio Carrai: “L’arduno de Casèle. Dopo tanti anni, pe’ un’ idea nuta al nostro Ivo, ce sémo atrovi in questa piccola, grande, magnifica chiesetta che è carca d’anni, quèsi mille, un dù mo’ un se pu’ sonère manco le campène perché te l’atrovi nel chèpo. Qui i ricordi son tanti, ma nun se pù nun mentovè quelli chèri: con Don Giuseppe, Don Antonio, Don Albano, don Franco e la graditissima visita de poch’anni fàdel vescovo Gualtiero, oggi cardinal Bassetti. Ma oggi il pensiero va alle figure de la Gente de Casèle: da Baffo de’ Salci al Lunghi de Portala, parlo del sor Mario che trasformò la su bottega in albergo e ristorante e che ci portò anche a fè parte de lo sport nazionale co’ le motociclette da cross; dai Fraghei de Portole a quelli de Sambuchello con Aldo e Angelone, sempre co le carte tra le mène e co una scaranceca da mette paura anco ai cinghièli; da Beppe dei Cipollini co’ la su’ Margharita e il su’ Gosto e il su’ Gino,meì fermo e tuttofare, co Mencone dei Bruni e Gosto del Piovèno lì vicino a la Cerventosa, ultimo carbonéo e cestaiolo de la montagna; da quelli degli Armari con la tribù degli Zappini,coi Fraghei de Stoppa che vion al bosco con la mula Ida che tiréa de calcio meglio del centravanti Ronaldo , ma che quand’era attacca al biroccio tarmenéa sempre a chèsa; da Felice de’ Manzi che co’ la su’ ape carca de legna e la su’ Menca acanto era el princepe de la provinciale a Camerini Gigi de Fiume , gran cacciatore e giustiziere de’ predatori , che portéa sempre en jippe la su Rina, a Giannino che non avéa rivèli nel curè le api e nel fère el miele; da la Palma de’ Carli, che la sera c’arcontea el su’ tempo vicino a la gorga, al bravo giovane Luca, che ci lasciò anzi tempo, a Donato del Ponticelli che venne quassù a pigliè la su’ Anna, ai Torelli de Piumaccetta, da Silvio a Pasqualino e la su’ Landa ,che conservéa tutti gli anni i fagioli nostrèli pe’ un perde el seme; e a tanti altri che mo’ me sfuggon e ve chiedo perdono. Ma prima de smette co stiricordi, ce n’è uno che nun posso tralasciè: la nostra Sagra del tagliulino co’ ceci. Dopo la Sagra de la Bistecca, fu la prima de le feste popolane de tutto el cortonese e fun un gran trionfo, un gran botto da fòchi d’artificio. Vennero da tutte le parti: da Rezzo, da Castello e nissuno ha saputo arcopiacce. In tanti ci lavorammo e tutti nun li posso arcordere….. Scuséte se me commovo, ma un po’ de nomi li voglio armentovè: Bartolo, Fagliero, Luca, Luciano, Nillino e con loro, un tu la cucina a fè la sfoglia: la Lina, la Maria, la Dina, la Lucia. Buona serata a tutti in allegria. Tonio de Casèle ”.
Ecco di seguito il testo integrale del messaggio whatsapp inviato dal Sindaco di Cortona e comunicato in chiesa: “È bello quando ci si ritrova insieme sotto il nome di un territorio e di una frazione. Il luogo dove si nasce e si cresce rimane per sempre il luogo del cuore perché e il luogo della spensieratezza , dei sogni e delle speranze. E questo ancor di più se si è in un luogo di pace, di natura, di buoni odori e di sentimenti autentici come Casale. Tutta la montagna cortonese ha sempre rappresentato (e rappresenta ancora oggi) il luogo dove si lavora duro, ma in nome dell'amore per la propria famiglia, per la terra, per gli amici. Un luogo dove la vita è scandita da momenti comuni e di continua collaborazione con le altre famiglie, momenti anche semplici, ma pieni di amicizia e solidarietà. Chi ha avuto l'idea di ritrovarsi l'ha avuta non solo per (re)incontrare vecchi amici e per ricordare quelli che non ci sono più, ma anche per sentire di nuovo forte l'autenticità di quei rapporti e di quegli abbracci che troppo spesso oggi dimentichiamo o diamo per scontati . Vi mando il mio abbraccio autentico e vi auguro buona serata a tutti. Francesca Basanieri , Sindaco di Cortona”.
Riporto anche l’elenco dei nomi dei defunti ricordati all’inizio della messa in memoriam: Accioli Angiolo, Accioli Leonardo, Alunni Giuseppe,Alunni Maria,Alunni Mario,Alunni Gennaro,Alunni Girolamo,Alunni Virginia, Bicchi Teresa, Bruni Margherita,Bruni Palma,Burbi Assunta,Burbi Ginevra, Burbi Iolanda, Camaiani Eugenia Rina,Camerini Gemma, Camerini Luigi,Camerini Rosa,Camerini Ulisse,Cardinali Bruno,Cardinali Faliero,Cardinali Felice,Cardinali Ferdinando,Cardinali Luca,Chellini Adalgisa,Cimboli Guido,Cipollini Augusto,Cipollini Bartolomeo ,Cipollini Cristoforo,Cipollini Gino,Cipollini Gino,Cipollini Giuseppe,Fragai Amedeo,Fragai Amedeo, Fragai Andrea, Fragai Angiolo, Fragai Arturo,Fragai Caterina,Fragai Dante-Aldo, Fragai don Albano, Fragai Elisabetta Anna, Fragai Gio Battista, Fragai Rosa,Franchini Concetta,Giannotti Ferdinando,Giannotti Luigi,Giannotti Maria,Giovi Margherita,Gironi Pietro,Gironi Umberta, Lucarini Amelia,Luchini Ida,Lunghi Lina,Marzoni Isolina,Monaldi Celeste,Monadi di Maria Carolina,Nottoli Leonardo, Nottoli Margherita, Pariante Anna, Poccetti Fulvia Rosa,Rofani Adamo,Rofani Giuliano,Rofani Rodolfo ,Rofani Stefano, Rofani Vittorio,Rosini Adele,Sabbioni Domenico, Stortoni Margherita,Torelli Pasquale,Torelli Silvio, Zappini Angiolo, Zappini Francesco, Zappini Giuseppe, Zappini Stefano.
Assieme a tutti i defunti battezzati o che hanno ricevuto sacramenti cristiani nella nostra chiesa e che non riposano nel nostro cimitero, sono stati ricordati anche i seguenti nomi suggeriti dai partecipanti alla messa: Antonietta Fragai, Fragai Dino, Fragai Adele-Dina,Camerini Giovanni, Fragai Margherita, Italiani Lorenzo, Burbi Marianna, Fragai Pietro, Fragai Attilio, Greppi Margherita, Cardinali Pietro, Stortoni Caterina, Bruni Domenico, Gasparri Irene, Zappini Luigi, Zappini Ferdinando, Zappini Mario, Calbini Ugo, defunti famiglia Lisandrelli, don Oreste Galletti, don Napoleone Fruscoloni, don Tessellino, don Roberto Lucioli, don Antonio Mencarini,don Antonio Anderini, don Giuseppe Tremori, don Franco Fragai,vescovo Giuseppe Franciolini.
Inoltre, ripreso dal taccuino del cronista, ecco l’elenco dei presenti all’arduno annotato al volo per memoria dei posteri …. C’ erano: Sergio ( detto Sirgino) e Armando del Novelli con la moglie Ottavia; Luciano Fragai, luogotenente dell’esercito italiano in pensione, con signora; Antonio Carrai con la signora Maura Nardi, i figli Marcello e Fabrizio, la nuora Cinzia Accioli e i nipoti Daniele e Leonardo; Primo Menci con la signora Orlanda Scipioni ; Grazia Cipollini con la sua mamma Dina Alunni; Gino Cipolllini con la moglie Federica Berretti e le loro bimbe; Maria Camerini con il marito Franco Chiodini, assieme ai loro simpaticissimi figlioli Fabio, Alessandro e Stefania, alle due nuore, al genero e tutta la tribù dei nipoti al completo ( cito tutti assieme: Elisa, Francesca, Leonardo, Pietro, Ettore, Gregorio, Riccardo, Edoardo); Mauro Bruni con la moglie Tecla Castelli; Angela Bruni con il marito Sandro Morè; Maria Fragai-Cardinali con suo figlio Franco Cardinali e la sua nipote Laura Cardinali; Santino Zappini con la moglie Lucia Caprini, con i consuoceri Grilli Domenico e signora Maria Anna Biagianti, con il nipote Giovanni Zappini accompagnato dalla signora Fiorella Castellani e da Zappini Andrea ; Zappini Liliana con il marito Giuseppe Meattini; Camilla Monaldi,nipote prediletta di Don Albano; Gian Luca Fragai con moglie Lucia Giamboni e loro bimbi Nico e Anna; il fotografo ufficiale della serata Amedeo Fragai con signora Rita Pregnolato, arrivati con una splendida Harley-Davidson; Pia Falomi, vedova Monaldi, accompagnata dal figlio Ulisse; Maria Anna Briganti, vedova di Luchino Gironi , accompagnata dal figlio Giampiero; la novantacinquenne signora Vera, vedova di Mario Lunghi, accompagnata dalla nipote Elisa e dal pronipote Pietro; la figliola di Ercole col marito; Donatella Cipollini con il marito Mario Pacchiacucchi; Marina Lisandrelili con il marito Mario Otranto; la giovane cantante Francresca Pallini con mamma Lucia Marchesini; Sergio Cipollini con la moglie Mara Presenti; Dario Ciambelli con la moglie Franca Forchetti; Professor Sergio Angori, che iniziò la sua carriera di docente proprio insegnando per alcuni anni alle elementari di Casale e Teverina; i noti e sempreverdi poeti dialettali Rolando Bietolini e Carlo Roccanti, quest’ultimo accompagnato dalla moglie Marisa; Francesco Camerini con moglie Agnese, figlia Ginevra e suocera Margherita; il sottoscritto con signora Fiorella Casucci. Assenti per causa di forza maggiore, ma presenti con messaggi di saluto : Anna Zappini in Cipollini,Domenica Zappini in Cardinali, Accioli Sergio,Nandesi Adelmo, Nandesi Ferdinando, Mirella Margherita Camerini e Chiara Camerini. Il taccuino del giornalista di strada non ha altri nomi. Se qualcuno è sfuggito chiedo venia e prometto di rimediare per il giornale cartaceo che uscirà a fine mese , naturalmente se mi verranno inviate opportune,gradite segnalazioni.
Ora poche considerazioni finali. Come ben ci ha ricordato il nostro decano Antonio Carrai, i casalesi da veri fondatori della Signoria Casali di Cortona son stati sempre davanti a tutti e anche questa volta hanno sperimentato per primi la festa del Ritorno al paese natale, anticipando, pur senza volerlo, quella autunnale che i facebukiani di Sei di Cortona se...stanno preparando per la prima domenica d' ottobre.
Il nostro piccolo evento sarà ripetibile? Tutti ce lo auguriamo , ma ci vuole tempo ed impegno. Chi vuole può farsi avanti e assieme al sottoscritto tentare di mettere in piedi una Associazione onlus Amici di Casale.
Naturalmente una struttura semplice, libera e scevra dai seguaci del famoso profeta Geremiade, che in queste piccole associazioni non mancano mai.
Inoltre, so benissimo che invece di un articolo ci voleva un poemetto. Tanto la festa è stata una vero evento del cuore, come ha detto Padre Livio, ed insieme una festa della cultura popolare ricca e feconda , ma sconosciuta, come quella della poesia dialettale e della letteratura popolare e contadina che, nella nostra serata, ha reso omaggio a Pasquèle de La Cermentosa di mons. Valentino Berni e a Tonio de Casèle, alias Tonino Carrai. Ma spero che questa narrazione sopperisca a questa mancanza.
Una festa anche e soprattutto degli abbracci dati e ricevuti , dei sorrisi ricevuti e regalati e dei tanti ricordi riportati alla luce nei vari, intensi "dialogues des souvenirs" avvenuti ai tavoli di Portole. Come l’aneddoto raccontato da Dina. Durante una sua visita pastorale di fine anni 1950 a Casale, il vescovo Franciolini venne a sapere che Angiolo Zappini era un suo coetaneo. Il vescovo allora ,dopo il saluto, gli disse: “Mi raccomando, Angiolo, visto che siamo nati nello stesso anno, il primo che va in paradiso parli bene al Signore dell’altro”. “Eccellenza, rispose Angiolo, mi fa piacere che sémo della stessa età, ma per vi’ lassù, sarebbe meglio che visti avanti vo’. Sapete bene che vo’ c’aete più cunfidenza col Padrone. Insomma el conoscete meglio de me”.
Oppure come la dura condizione della donna contadina cortonese ancora nella prima parte del secolo scorso ricordataci nel suo saluto, sempre a Portole, dalla signora Maria Anna Briganti: “Ho fatto solo la quinta elementare, ai mi tempi faceon studiè solo i maschi come el mi fratello, che fu mandèto a l’Università; a noialtre ragazze altro che università ….a chèsa ad imparè le faccende e i mistieri”.
Sono questi solo due dei tanti racconti che sono intercorsi nei simpatici e cordiali amarcord della nostra bella serata. Ma soprattutto sono due storytelling che ci ricordano il popolo di Casale e che ci dicono di che pasta e di che cuore son fatti i casalesi cortonesi, che per una serata son tornati al loro paese natio, oggi immensa oasi naturale, bella e racchiusa nel verde chiaro dei suoi abbandonati castagneti di Vallecalda, nel verde scuro delle sue abetine e delle sue fitte selve di porrina di quercia, di faggio e di carpino, di ornello, di ginestre, di citisi o ginestre del carbonaio, di scope e di eriche dalle multiformi varietà.
Infine, anche se last but not least, un grazie sincero a tutti i partecipanti, ai quattro sacerdoti che hanno celebrato la messa ( Fra Livio, Don Simone Costagli, Don Ottorino Cosimi, Don Lesley), alle canterine Angela,Laura e Patricia, a chi ha fatto le letture in chiesa, a Francesca Pallini, a Franco Lunghi per le squisite pietanze che ci ha servito a cena ( anche se io mi son perso le eccezionali garganelle al cinghiale), agli impareggiabili interpreti di Pasquèle della Cermentosa , i cari amici e poeti Carlo e Rolando, cultori del dialetto cortonese e che, assieme al caro amico, collega accademico e professore universitario Sergio Angori, hanno saputo essere veramente il nostro "pop" ed insieme il nostro "genius loci". Le foto della Gallery sono state tutte scattate da Amedo Fragai e sono liberamente scaricabili.
Ivo Camerini