Come di consueto in queste domeniche di lockdown Covid-19 anche ieri 17 maggio l'Arcivescovo emerito di Lucca,Mons. Italo Castellani, ha celebrato messa via web per gli scouts cortonesi e le loro famiglie. Ecco gli appunti della sua omelia, che molto volentieri siamo onorati di pubblicare. (IC )
Dal Vangelo di Giovanni (Gv 14,15-21)
“In quel tempo disse Gesù ai suoi discepoli: Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui”. (Gv 14,15-21).
Per accogliere questa pagina di Vangelo -custodirla nel cuore e farne tesoro nella vita- partiamo da una domanda: “Qual è l’ espressione dal cuore che sin da piccoli ognuno di noi ha rivolto alla mamma, al babbo, alle persone care? Eccola: “Ti voglio bene”.
Chiediamoci ancora: “Ma anche ora – divenuti adolescenti, giovani, adulti- qual è l’espressione che ci tocca in profondità e ci fa stare bene?”. Qualcuno che ci dice: “Ti voglio bene”.
In occasione di una visita ad una scuola materna, durante il mio ministero di vescovo a Lucca, una classe di bambini mi accolse rispondendo a questa domanda della maestra: “Bambini, qual’ è
la parola che avete sempre nel cuore per la mamma, il babbo…e questa mattina per il Vescovo?”. I bambini in coro risposero cantando: “Ti voglio bene, bene non così, non così, ma tanto così!”, accompagnando le parole con il gesto delle braccia gradualmente pienamente aperte, a significare “Ti voglio bene senza misura”.
Questa espressione “Ti voglio bene”, universalmente riassunta nella parola magica “Amore”, è “cantata” in infiniti modi lungo la storia umana: con poesie e canzoni, opere d’arte, opere di teatro e cinema e così via.
Anche il Libro dei libri, la Bibbia, ne fa il suo centro: è l’ “Amore”, con la lettera maiuscola, il punto d’incontro tra Dio e l’uomo dalla creazione in poi. Tutta la storia della salvezza narrata nella Bibbia, fino a Gesù, è la storia dell’ amore di Dio Padre che cerca continuamente l’uomo, soprattutto quando l’ uomo rompe il suo rapporto con Dio.
Gesù stesso annuncia e sottolinea più volte il suo rapporto d’amore con il Padre –“Io e il Padre siamo una cosa sola” (Gv 10, 30)- e si sente rafforzato dall’amore di Dio Padre e questo lo rende forte e deciso anche davanti alla morte.
Ed è “l’Amore”, che Gesù comanda ai suoi discepoli con queste parole forti e amorevoli ad un tempo: “Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato” (Gv 15,12). La parola “Amore” è così la parola sintesi del Vangelo!
Fissiamo ora il nostro sguardo –la nostra intelligenza e il nostro cuore- su questo passo del Vangelo ascoltato: “Se mi amate, osservate i miei comandamenti”. Sinora Gesù aveva detto ai Discepoli:” Ama Dio e ama il prossimo” (Cf Mc 12, 30-31). Ora, per la prima volta , chiede espressamente ai discepoli di essere amato. A ben pensare chiede all’uomo di ogni tempo, quindi anche a ciascuno di noi, di lasciargli “abitare” quel luogo personalissimo da cui tutto parte, in cui tutto si decide, che universalmente si chiama “Cuore”.
Gesù fa questa richiesta ai discepoli con molta delicatezza -“Se”…, “Se vuoi”- non costringendo nessuno ad amarlo. Viene spontaneo chiederci: cosa fare per rispondere alla richiesta di Gesù di essere amato?
Il primo passo è conoscere giorno dopo giorno e innamorarsi sempre più della Sua “Storia d’ Amore” con l’umanità. Questa “Storia di Amore” è scritta -la possiamo leggere, rileggere e meditare ogni giorno- su due “Libri”, che tutti noi conosciamo e sappiamo leggere. Voi vi chiederete, un po’ incuriositi: ma quali sono questi due “Libri” che dici da noi conosciuti? Eccoli: la “Creazione” e il ”Vangelo”! Questi sono i due “Libri”, dice un canto, che “tutti gli uomini di ogni tempo e anche oggi sanno leggere”.
Si, voi Scout siete degli ”esperti” nel leggere il” Libro del Creato” e nel riconoscere in ogni sua opera, in ogni “essere vivente”(Gn 9, 10), la traccia dell’ Amore di Dio Padre e Creatore. Pensate che dono Dio ha fatto all’uomo, e quale fiducia ci ha accordato sin dall’ inizio della creazione, quando affidò il giardino del creato proprio all’uomo perché lo custodisse, come documenta la Bibbia: “Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino dell’Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse” (Gn 2, 15). Voi Scout siete davvero bravi a custodire la terra non sporcandola, là dove vivete o passate, anche solo non buttando un fazzolettino di carta fuori degli appositi cestini; voi siete anche attentissimi a non sprecare il dono dell’acqua e capaci di ringraziare il Signore per tutti gli esseri viventi che Dio ha messo a servizio dell’uomo: i frutti della terra, i fiori, le piante, gli animali…
Il passo successivo da fare per amare Gesù è il seguente: di fatto si “ama” Gesù cercando di vivere e sperimentare la bontà e la bellezza delle Sue parole, che sono Parola di Dio, come ci ricorda proprio il Vangelo di oggi : “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama”.
Voi Scout siete anche esperti non solo nel “leggere” il Libro della Creazione”, ma anche nel riconoscere, nella fedeltà alla vostra “Promessa e alla Legge Scout”, la strada per vivere la “Legge dell’Amore”, annunciata da Gesù nel Suo Vangelo.
Ed ecco, a ben pensare, cosa sta a cuore a Gesù quando dice “Chi mi ama osserva i miei Comandamenti”: se mi ami, mi vuoi bene, tu vivrai come me. L’amore secondo il Vangelo di Gesù cambia la vita, non è un vago sentimento, ma un modo di vivere in profondità la vita quotidiana. Dunque se mi ami, non potrai ferire, tradire, derubare, violare, deridere, restare indifferente verso tutte le richieste d’amore, di bene e di aiuto, che ti vengono continuamente dal tuo prossimo.
Ricordate l’espressione di Sant’Agostino, che a prima vista puo’ sembrare un paradosso: “Ama e poi fa quello che vuoi !”. Cosa ha voluto dire Sant’Agostino con tale proposta avvincente ma ad un tempo anche spiazzante? Se ami davvero Gesù non potrai che soccorrere, accogliere, benedire Dio e il prossimo! Amerai anche i nemici -“Se amate i vostri amici che merito ne avrete: io vi dico amate i vostri nemici, pregate per quelli che vi perseguitano” (Mt 5, 30-40)- e i più “Piccoli”, che lui chiama per nome: “gli affamati assetati, nudi, ammalati, profughi, prigionieri..” (Mt 25-3 ). L’amore per i nemici capovolge la storia! L’’amore per i poveri , gli “ultimi”, mette in crisi la storia fatta dai potenti e fondata sul potere, la sopraffazione: servire il prossimo, non servirsi del prossimo, e non essere serviti è il comandamento nuovo di Gesù (cf Mc 10, 45).
Con voi ragazzi e ragazze -proprio a sottolineare che nel Vangelo di oggi sono essenzialmente due le parole che Gesù ci affida, “AMORE e COMANDAMENTI”- desidero condividere questa riflessione di una mamma, vicino alla vostra vita di tutti i giorni, a sottolineare che non amiamo il Signore, se non abbiamo nel cuore tanto amore per il prossimo, a cominciare dalla nostra famiglia nei piccoli gesti della vita quotidiana.
“Mia figlia adolescente, quindi grandina” -racconta questa mamma, che può essere la vostra”- quando ancora non eravamo in tempo di coronavirus ma oggi continua a fare lo stesso, tornata a casa dalla scuola o dagli Scout, mi ripeteva e mi ripete più volte ancora oggi: Ti voglio bene! Ti voglio tantissimo bene! Mi piace stare con te! Ed io, come mamma insieme a mio marito, sono molto felice per queste parole affettuose che ritengo sincere ma anche molto incoerenti. Peccato che mia figlia terminati gli abbracci, quando rientra in casa, lancia via le scarpe in un angolo del soggiorno e le lascia lì, come nuovo elemento dell'arredamento, incurante del sospiro con cui la mamma raccoglie le scarpe e le porta al loro posto. Non parliamo poi del disordine della sua camera, se non ci fosse la mamma che passa, riordina e pulisce. E, per continuare, e fare un altro esempio: dopo aver fatto merenda, si mette a giocare e, quando le chiedo -per favore, metti via il succo e i biscotti da sopra la tavola e smetti di giocare, la risposta è: dopo! Adesso sto giocando! Il tempo passa: mia figlia non ha riordinato e continua a giocare. Stanca di aspettare, rimetto in ordine e poi la chiamo:guarda che è ora dei compiti! Prendi il diario e vediamo cosa devi fare... Mia figlia, al solito sbuffa: - Uffaaaa! Adesso sto giocando! Voglio finire! E’ ovvio che la invito più volte , finché io stessa mi inquieto e la sgrido”.
Mi fermo qui, non proseguo nel racconto, nel quale possiamo forse riconoscerci: la stessa cosa può capitare anche a noi, sia in famiglia, sia nei confronti di Dio. Nelle nostre preghiere, nella stessa partecipazione alla Messa domenicale, nelle nostre riflessioni personali e comunitarie con i nostri amici scout, esprimiamo la nostra riconoscenza e gratitudine per i tanti doni di cui ogni giorno Dio ci è provvido e poi ce ne dimentichiamo presto sino a fare di testa nostra!
Concludendo: in questa Domenica celebriamo la Festa della nostra Patrona, Santa Margherita. Desidero invitarvi a riconoscere in Lei la donna che ha voluto davvero bene a Gesù e ci è testimone, tra l’altro, proprio del passo del Vangelo che abbiamo meditato: “Se mi amate, osserverete la mia Parola”.
Mi è gradita l’occasione segnalare -per coloro che desiderano approfondire la testimonianza della nostra Santa e poterne imitare la vita vissuta seguendo i “Comandamenti dell’Amore”- la Nuova Edizione della Vita di Santa Margherita. La prima biografia è stata scritta nel 1311 da Fra Giunta Bevegnati, nobile cortonese e Frate Minore vissuto nel Convento di San Francesco di Cortona, Confessore e Padre spirituale della Santa. La Nuova Edizione (16 Maggio 2019) è stata curata, con competenza storica ma soprattutto con tanta devozione verso la Santa, da Padre Federico Cornacchini che tanti anni è vissuto e anche attualmente vive nel Convento di S. Margherita, insieme alla Sua Comunità dei Padri Minori Francescani, che presso il Santuario vivono la testimonianza della preghiera e offrono il servizio dell’ accoglienza di noi pellegrini devoti della nostra Santa. Il Libro - che porta il titolo “Santa Margherita da Cortona, Vita, Colloqui ,Miracoli”, Ed. Porziuncola- può essere facilmente trovato presso il Santuario di Santa Margherita.
Mi è gradito porre ciascuno di noi, la nostra Città e il suo territorio, sotto la protezione della Santa con la stessa devozione di un nostro concittadino che, incontrato in questi giorni, mi diceva in riferimento alla pandemia che stiamo vivendo: “Anche questa volta Santa Margherita ci ha protetto”!
Cortona, 17 maggio 2020
+ Italo Castellani, Vescovo