E’ da diverso tempo che nella montagna cortonese la posta cartacea viene consegnata alla “sanfason”, cioè senza maniera , senza modo. Anzi con veri e propri disservizi, tanto che è ormai consuetudine trovare nella cassetta posta ad altri indirizzata e la propria in cassetta altrui.
Finché la posta finisce nelle mani dei pochi montagnini autoctoni tutto si risolve per il meglio, perché la gente, che si conosce, si telefona e rimedia direttamente oppure rimandandosela per interposta persona. Il guaio è quando la posta finisce nelle cassette dei non indigeni, che, non conoscendo nessuno, chissà che brutta fine fanno fare a queste ultime lettere cartacee, che, spesso, sono bollette da pagare o avvisi istituzionali importanti?
Molto spesso le cassette delle case lungo la provinciale si riempiono anche di posta destinata a famiglie non proprio vicine alla strada asfaltata e lì qualcosa non funziona da parte del postino che evita di fare quel mezzo km in più che una volta i postini facevano a piedi e che oggi farebbero comodamente nelle loro macchine di servizio, perché le strade, seppur solo imbrecciate, sono perfettamente percorribili.
Ultimamente poi i postini , seppur giovani, lasciano gli occhiali a casa e infilano posta di località distanti nella prima cassetta di famiglia con lo stesso cognome anche se trattasi di persone che abitano a venti km di distanza come è accaduto recentemente. Infatti la posta di una delle pochissime famiglie rimaste a Cantalena, dove il postino sale solo una volta al mese, è stata lasciata nelle cassette di famiglie di Teverina.
Un caso è successo anche nell’ultima settimana e solo la serietà ed il senso civico della famiglia teverinese ha permesso alla famiglia di Cantalena di rientrare in possesso di due lettere davvero importanti di cui una spedita dal sistema sanitario.
Insomma , c’era una volta il postino nella nostra montagna che tutti i giorni passava casa per casa sia a piedi sia in bicicletta sia in motorino e negli ultimi tre decenni del Novecento in macchina personale. Oggi invece che l’azienda fornisce moto e macchine aziendali i postini nella montagna cortonese sono diventati una vera chimera e quando passano mettono la posta dove più gli vien comodo.
Senz’altro non è colpa loro perché gli avranno dato una tabella oraria di consegna cittadina, pensando che la montagna cortonese fosse divenuta nel nuovo secolo una metropoli all’aria aperta e di stile americano con case e casette disseminate lungo i viali alberati come a Scranton, capoluogo della contea di Lackawanna in Pennsylvania.
Mah! Noi de L’Etruria non sappiamo bene come stanno le cose, ma raccogliamo volentieri la protesta degli ultimi montagnini, cercando di riassumerla al meglio e in maniera educata come abbiamo fatto nelle righe qui sopra trascritte.
Una cosa è certa: nella montagna cortonese la posta cartacea ai montagnini serve e ancora di più servono postini che conoscano bene le località e, se possibile, memorizzino dove stanno le poche persone rimaste a presidiare un immenso territorio, ormai quasi abbandonato allo spopolamento totale.
Ivo Camerini