Il 28 dicembre 2021, Michele Sartini, storico marmista camuciese e imprenditore cortonese stimato da tutti, ad ottantatre anni, è stato chiamato alla Casa del Padre.
Ricoverato all’ ospedale San Donato di Arezzo una quindicina di giorni orsono per un improvviso malore cardiaco, il generoso ed affaticato cuore di Michele, nonostante le cure e l’ancora forte fibra fisica dell’ottantenne nostro concittadino, non ha retto al devastante infarto, che lo aveva colpito mentre si trovava nella sua casa di Camucia.
Michele era andato in pensione da una decina di anni e recentemente aveva chiuso la sua impresa di marmi, graniti e pietra serena, che era stata un fiore all’occhiello del grande sviluppo economico e commerciale della Camucia novecentesca.
Fu lui il primo a importare a prezzi popolari i pregiati marmi di Carrara, il travertino romano e le famose lastre di pietra del porfido trentino negli anni 1960 lavorandoli nel suo capannone sotto la Fonte di Boarco e a realizzarne un grande utilizzo di massa nell’edilizia economico-popolare delle nostre terre, che registrò nei decenni 1960-1990 performances da capogiro e da benessere diffuso.
Ho incontrato spesso in Camucia , in questi ultimi quattro anni, Michele Sartini. Spesso ha voluto offrirmi un caffè al bar Etrusco , che era il suo ufficio della domenica mattina ed anche un suo passaggio rituale alle sei del mattino, prima di andare, da pensionato attivo, a vegliare i resti della sua impresa artigiana sconfitta dalla crisi della globalizzazione. Una crisi arrivata come un tornado, una tempesta improvvisa anche sulle terre felici e solari di Cortona e della Valdichiana.
Ogni volta che lo incontravo mi voleva sempre offrire il caffè non solo per parlare dei cambiamenti del mondo e della odierna decadenza della politica, ma anche per ricordare i tempi felicissimi della sua gioventù cortonese in sella al suo Guzzi rosso. Una moto che, da pensionato, aveva restaurato e rimesso in funzione per la gioia dei suoi familiari, dei suoi tanti amici e degli appassionati di motociclette d’epoca. Io gli ricordavo volentieri dei suoi arrivi trionfanti in Borgo Casale negli anni fine 1950 e primi 1960 quando, in primavera e in estate, al sabato pomeriggio o di sera, veniva a trovare i suoi coetanei e a me, scugnizzo impiccione e pastorello di maiali e pecore, regalava sempre qualche caramella.
Nel ricordargli quei pomeriggi gli si illuminavano gli occhi e mi raccontava mille storie. Una volta mi chiese di accompagnarlo al suo angusto ufficietto nel suo centro lavorazione marmi e pietre e scoprii che era una persona piena di competenza e di passione per il suo lavoro e che si era fatto imprenditore partendo da semplice operaio e che aveva dato lavoro e fatto scuola a tanti. Scoprii che nel suo laboratorio aveva avuto non solo tanti studenti americani o stranieri di passaggio a Cortona per motivi di studio o apprendistato, ma vi aveva ricevuto e ospitato anche grandi artisti come Franchina, Tilson ed altri di cui ora non ricordo i nomi.
Michele è stato non solo un imprenditore , un marmista conosciuto e apprezzato da tutti, ma anche un grande maestro artigiano della Cortona e della Camucia novecentesca. Per me è stato soprattutto un amico, una persona buona di cui sentirò grande mancanza e mai potrò più sdebitarmi con lui per le belle chiacchierate che spesso mi ha regalato e per i tanti caffè che ha voluto offrirmi. Mi auguro che rimanga per sempre vivo a Cortona e Camucia il ricordo di questo personaggio che ha saputo costruire impresa e benessere in un villaggio, che, nel Secondo Novecento divenne città.
Divenne città anche grazie a tanti personaggi come Michele, figli capaci di un popolo contadino, povero e rude, che, attraverso il lavoro e la voglia di fare e di sentirsi comunità, hanno saputo costruire quel benessere borghese e mercantile che oggi è entrato in crisi e che si trova sballottato nei marosi della tempesta della globalizzazione arrivata a cavallo dei due secoli e che ancora non sappiamo come e quando si placherà.
Tante volte Michele mi ha parlato del suo desiderio di poter rivedere ancora una Camucia di nuovo “cittadella assetata di vita comunitaria solidale e felice, come negli anni 1960-1990”. Sono sicuro che anche nelle immense praterie della Gerusalemme Celeste, pur scorrazzando in lungo e in largo su di una Guzzi ( o Benelli o Morini) rossa, getterà ancora il suo sorriso buono, il suo sguardo felice sulla sua Camucia e sulla sua Cortona.
Ciao, caro Michele! Che la terra ti sia lieve. Soprattutto: Buona strada nelle eterne praterie della Gerusalemme Celeste , dove "possa la strada alzarsi per venirti incontro, / possa il vento soffiare sempre alle tue spalle,/ possa il sole splendere sempre sul tuo viso".
I funerali religiosi si tengono oggi , 29 dicembre 2021, alle ore quindici, nella Basilica di Santa Margherita.
Alla moglie Anna, alle figlie Manola, Manuela,Marcella, Mariella, alle nipoti Chiara ed Ilaria,ai generi Adriano,Daniele, Fabrizio e Massimo e ai parenti tutti le cristiane condoglianze de L’Etruria e quelle mie personali.
Nella foto , Michele Sartini sulla sua Guzzi rossa, con sidecar in vimini, appena restaurata.
Ivo Camerini