Con il ritorno in zona bianca, anche i bar camuciesi si sono riempiti dei tanti storici clienti, che la pandemia ha tenuto lontani per oltre un anno.
In uno di questi bar del ritrovo mattutino camuciese incontro Giandomenico Rossi, detto Menco, che mi parla del comune amico Aldo Migliacci, figura singolare della Camucia novecentesca, morto nell’estate 2020 e al quale il nostro giornale non ha potuto finora dedicare alcun ricordo per mancanza di notizie precise su questo agricoltore ed imprenditore della Val di Loreto, amato e benvoluto non solo dai camuciesi, ma anche da tanti cortonesi.
Negli anni 1950 , mi dice Menco, Aldo fu il primo cortonese ad avere una Jaguar e ,anche se fu uno sfortunato commerciante di legnami pregiati e comuni, egli ha vissuto sempre con il sorriso sulle labbra e con la spensieratezza del signore ottocentesco, che, dalla sua villa di Catrosse in San Martino, guardava il mondo con il distacco e l’ironia del Diogene redivivo.
Fu Aldo Migliacci negli anni 1950 ad aprire il primo punto carburanti Agip nella nostra zona (l’odierna stazione di rifornimento Eni di Camucia), continua Menco Rossi, che ricorda di essere stato anche al suo matrimonio con la signora Charlotte, imprenditrice di legnami in Bressanone. Un matrimonio durato non a lungo, ma dal quale nacque l’amatissima figlia Paola, che Aldo ha sempre seguito, anche se viveva in Bressanone con la mamma.
Aldo Migliacci, conclude Giandomenico, negli ultimi trent’anni è stato un importante e qualificato imprenditore olivicoltore nei campini terrazzati della collina di San Martino a Bocena, che circondano la sua splendida Villa di famiglia. Cioè la storica Villa di Catrosse che, nel settecento e nell’ottocento, apparteneva ai Venuti e che fu una delle più rinomate fabbriche di ceramica italiana.
In questa villa Aldo conservava anche il grande museo storico della rinomata fabbrica cortonese. Un museo, mi sottolinea Menco, fatto di ziri artigiani per l’olio del 1700 e di tutti gli stampi originali delle famose ceramiche che poi, nel secondo ottocento e nel primo novecento, sono serviti anche da copia per quelle di Capodimonte.
Secondo Giandomenico Rossi, che a casa di Aldo Migliacci era ospite quasi fisso, questi stampi originali delle Ceramiche di Catrosse sono un vero tesoro storico che andrebbe tutelato e portato al nostro Maec.
Grazie, caro Menco , montagnino doc e mio vicino di casa quando eravamo bambini in Teverina, per questo tuo ricordo di Aldo Migliacci, che io ho conosciuto in questi primi due decenni di nuovo secolo come appassionato frequentatore del Premio della Civiltà Contadina e del Premio della Poesia in Dialetto Chianino, che ogni anno, dal 1993 fino al 2018, ho organizzato in San Pietro a Cegliolo, come ciliegina della cultura popolare della Sagra della Ciaccia Fritta, presso la Chiesa di Don Ferruccio Lucarini, chiamato alla Casa del padre nel giugno 2019.
Ivo Camerini