Il 25 giugno 2020 è tornato alla Casa del Padre Giordano Trequattrini. Nato a Terontola l’8 dicembre 1942 , Giordano , dopo la Laurea in Giurisprudenza conseguita all’Università di Perugia, nel 1969 entrò a lavorare come funzionario al Banco di Sicilia sede di Roma, dove rimase per nove anni prima di rientrare a Perugia nella sede dello stesso Istituto bancario, che lo vide percorrere una brillante carriera fino al 1998 quando andò in pensione e si ritirò a vivere a Tuoro sul Trasimeno.
Nella ridente cittadina sul Lago Trasimeno, eletta da Giordano a suo buon ritiro , egli si dedicò alla famiglia e alla scrittura di numerosi libri autobiografici , tra i quali non possiamo non ricordare : “Massime e minime, Fugit, Evviva il secondo”. Libri che ebbi l’onore e il piacere di leggere e di recensire proprio per il nostro giornale nel fine luglio di tre anni fa.
A ricordo e memoria di questo cortonese-terontolese, tanto schivo quanto importante e sempre schierato dalla parte degli ultimi, ripropongo ai nostri lettori alcuni passaggi di quel mio scritto su Giordano.
“Giordano Trequattrini, pensionato in Tuoro, dopo una vita nel mondo bancario, da quando ha lasciato il campo pieno di numeri del mondo creditizio si è dedicato con successo alla sua passione letteraria della narrazione piacevole ed ironica, sfornando ben quattro libri che naturalmente ha sempre fatto avere al suo amico di gioventù Amedeo.
Io che li ho letti anche per piacevole attenzione all'attività editoriale dell'amico cortonese Giuseppe Calosci non posso che complimentarmi con questo scrittore della nostra piccola patria; è terontolese di nascita. Visto che non ho letto il suo "Massime e minime. Zibaldone moderno per il nuovo secolo", pubblicato con Edimond, gliene chiedo una copia. Copia che Giordano cortesemente mi ha fatto avere pure con una sua personale dedica.
L'incontro personale con Giordano , favorito dalla comune amicizia con il prof. Amedeo Butini, mi ha fatto davvero piacere in quanto egli porta nei suoi libri la nobile,antica leggerezza dell'anima, che ormai è merce davvero rara. Quel raccontare leggero cioè che dà luce alla piccola patria. Quella leggerezza dell’essere che avevano le persone semplici e buone di una volta e che, con le loro argute,ironiche osservazioni e narrazioni, davano ( e danno ) sapore alla vita della piccola-grande comunità.
Racconti,narrative che danno il giusto sale all’insipida minestra quotidiana di cui la gente comune, le persone oneste e lavoratrici sono costrette a nutrirsi sia con voglia sia,troppo spesso, controvoglia nell’era del cosiddetto neoliberismo selvaggio.
Giordano in queste sue “Massime e minime” , pubblicato nel 2011 da Edimond, ci ricorda con scorrevole e piacevole registro letterario quegli aforismi che la cultura moderna del mordi e fuggi sta disperdendo nel dimenticatoio di un vivere sempre più veloce e senza memoria collettiva e, spesso, individuale.
L'ironia del castigat mores ridendo pervade ogni pagina di questo suo godibilissimo libro, che ci regala quella sua leggerezza dell'essere una persona che si nutre di propri affascinanti voli pindarici, che ci fanno dondolare tra sorriso e melanconia , tra riflessioni personali e collettive. Riflessioni che la penna di Giordano trasforma in delicate pennellate di vita quotidiana dal valore a-temporale ed a-generazionale.
Dopo una quarantina di pagine di “massime e minime”, elencate quasi a mo’ del famoso meteo TV , ma dove invece si snodano principi e aforismi che corrono tra strapaese e civitas mundi o accademia neoplatonica, questo libro di Trequattrini ci avvince con intermezzi, miniracconti che non disdegnano freddure e barzellette per ricordarci le tante sfaccettature della vita di quella gente comune che vive di sentimenti e di cuore, più che di affari e di portafoglio.
Gente comune, gente onesta che costituisce quella famosa “maggioranza silenziosa” che brontola senza mai portare in piazza la propria ribellione. Quella ribellione cioè che oggi dovrebbe essere all’ordine del giorno contri i ladri e i delinquenti che si sono impadroniti della nostra amata Italia, ancora una volta serva dello straniero. Tante le tante pagine scorrevoli e godibili di questo libro. Ma anche laddove si può non condividere (cfr. quelle dedicate alla politica o ad alcune squadre di calcio) Giordano sa subito riportarci alla simpatia della riflessione ironica e arguta della civiltà contadina cortonese in cui egli fu cresciuto. È il caso delle pagine finali dove la sua manifesta ammirazione per un leader politico di centro-destra viene incorniciata nella fabula esopica che ci riporta subito Giordano sul piano nobile dell'avversario politico con cui dialogare e quindi degno del massimo rispetto.
E allora anche il venenum in cauda delle pagine finali, che per lui è un dulcis in fundo , per il lettore attento ritorna narrazione letteraria vista dalla parte degli umili, soprattutto in riferimento al tema dominante in questo e negli altri suoi libri: fugit irreparabile tempus.Cioè il tempo che scorre via senza rimedio, ma del quale Giordano è riuscito a fermarne un po' in questi suoi libri ( Fugit, Evviva il secondo, Massime e minime), che andrebbero raccomandati anche come lettura scolastica per i nostri giovani”.
Proprio all’amico comune Amedeo Butini ,che ci fece conoscere ed incontrare, ho chiesto di ricordare agli amici e ai nostri lettori la figura di Giordano Trequattrini. Ecco la sua testimonianza: “Giordano è stato un grande amico. Nel febbraio scorso, entrato in settantotto anni da appena due mesi, dopo aver scoperto di avere un male incurabile, volle vedermi e parlarmi . Parlammo di tante cose, ma Giordano volle anche raccomandarmi di diffondere, promuovere i suoi libri. Teneva tanto ai suoi racconti, ai suoi scritti dove aveva potuto liberarsi dalle rigide strutture gerarchiche e piramidali del mondo bancario che lo aveva visto percorrere una importante, prestigiosa carriera. Nei suoi libri aveva potuto finalmente esprimere liberamente i suoi pensieri, le sue emozioni , i sentimenti dell’uomo che sta dalla parte degli ultimi, degli umili, degli emarginati. Giordano era un cattolico credente e praticante all’antica. Aveva in alcuni sacerdoti , come don Alviero di Borghetto, dei solidi punti di riferimento . Era molto legato alla famiglia e non perdeva mai occasione per tessere le lodi della moglie Roberta , donna cattolica senza paraocchi e dai forti valori tradizionali che attraverso i segni dei tempi s’incarnano nell’oggi e nel domani del mondo. Giordano era inoltre fiero della figlia Alessandra, stimata professoressa di Lettere al prestigioso Mariotti di Perugia e del figlio Lucio, ingegnere alla Ericsson in cui vedeva non solo la sua discendenza, ma il proprio alter ego. Adorava poi i suoi nipoti Ludo e Corinna di cui mi parlava spesso, illuminandosi nel volto ed emozionandosi come solo i nonni veri sanno fare. Che la terra ti sia lieve , caro amico Giordano”.
L’Etruria tutta, giornale di cui Giordano era attento lettore e spesso collaboratore, porge cristiane condoglianze ai familiari e parenti tutti.
Ivo Camerini