Da circa due mesi son ripresi i furti di pietre degli antichi ponti della provinciale Cortona-Città di Castello.
Come si vede dalla foto,che qui pubblichiamo , gli operai della Provincia, dovendo sistemare le nuove segnaletiche, hanno fatto una ricognizione di questi atti delinquenziali, che vanno a distruggere dei veri capolavori di ingegneria tradizionale e semplice e che rappresentano tanta storia della viabilità della nostra montagna.
Da un paio di anni l’Amministrazione provinciale ha restaurato e riportato all’antico splendore ottocentesco alcuni ponti della strada che dal Torreone conduce a Città di Castello.
Fu il presidente Roberto Vasai che, nell’ultimo anno del suo mandato ( anche a seguito dei numerosi servizi pubblicati in proposito da L’Etruria) , diede il via al programma di tutela e rifacimento di questi ponti in pietra costruiti, attorno al 1870 subito dopo l’Unità d’Italia. L’attuale presidente Silvia Chiassai ha proseguito nel 2019 con la ricostruzione di altri ponti, ma con il lockdown tutto si è fermato e ora i ladri hanno ricominciato a far man bassa delle splendide pietre lavorate a mano che li compongono. La muratura a calce e terra del 1870 rende facile, quasi un gioco da ragazzi , l’asporto di queste ambite pietre di cui , si dice, ci sia un vero e grande commercio clandestino nelle nostre zone.
Il geometra Carlo Fiordelli, che è da sempre un attento e affezionato curatore delle nostre strade provinciali, troverà senz’altro il modo per riproporre la questione nelle sedi deputate, onde far ripartire il programma di tutela e rifacimento dei nostri storici ponti montagnini.
Come giornale da sempre attento al territorio e che ha sollevato questa questione più volte nei decenni scorsi, a partire dagli anni 1990, ci appelliamo alla Presidente della Provincia, Silvia Chiassai, affinché voglia mettere in atto tutti quei provvedimenti che serviranno a mettere in sicurezza i ponti in pietra e ridare perfetta viabilità a questa provinciale che ha, purtroppo, anche un manto stradale davvero disastrato, nonostante che gli operai preposti, coordinati dall’efficiente ed attivissimo capocantoniere Romano Escati, quasi quotidianamente presente in loco, si prodighino con assiduità alla copertura delle buche dell’asfalto e alla pulizia dei canali di scolo delle acque piovane.
Molti dei ponti in pietra sono ricoperti di edera e spinaie. Non riusciamo a comprendere perché non si ripristini l’uso di liquidi essiccanti come si faceva ancora nei decenni di fine Novecento, quando tra le pietre degli storici ponti non si vedeva neanche un filo di erba. Forse , come ci ha detto, un montagnino dai capelli bianchi, “le spinaie e l’edera sono più alla moda delle pietre squadrate e lavorate a mano, che ricordano il sudore e l’arte degli scalpellini cortonesi del passato”.
Ivo Camerini