L’Etruria

Redazione

Vendita di capi di abbigliamento on line contraffatti. Scoperto smercio a Cortona

Vendita di capi di abbigliamento on line contraffatti. Scoperto smercio a Cortona

I MILITARI DELLA COMPAGNIA DI AREZZO, AL TERMINE DI UNA MIRATA INDAGINE DI POLIZIA GIUDIZIARIA DELEGATA, HANNO DATO ESECUZIONE, NEI GIORNI SCORSI, AD ALCUNE PERQUISIZIONI LOCALI, CONCLUSE CON SEQUESTRI, NEI CONFRONTI DI DIVERSI SOGGETTI, COINVOLTI NEL MERCATO ILLECITO DEL “FALSO”.

I FINANZIERI, DOPO UN’ACCURATA ATTIVITÀ INVESTIGATIVA, HANNO 
INDIVIDUATO ALCUNI CANALI PARALLELI DI VENDITA ON LINE, ATTRAVERSO I QUALI ERA POSSIBILE APPROVVIGIONARSI, A PREZZI ESTREMAMENTE COMPETITIVI, DI ARTICOLI DI ABBIGLIAMENTO ED ACCESSORI, FALSAMENTE 
RICONDUCIBILI A NOTE CASE DI MODA NAZIONALI ED INTERNAZIONALI.
IL COMMERCIO ELETTRONICO DI MERCE CONTRAFFATTA È PARTICOLARMENTE 
REDDITIZIO, RELATIVAMENTE MENO RISCHIOSO RISPETTO ALLA VENDITA 
TRADIZIONALE, MA POTENZIALMENTE PIÙ DANNOSO PER IL MERCATO LEGALE,
IN RELAZIONE AI VOLUMI DI FATTURATO FACILMENTE RAGGIUNGIBILI.
L’ATTIVITÀ D’INDAGINE HA CONSENTITO DI INDIVIDUARE IL “PUNTO DI SMERCIO”, 
SITUATO NEL CORTONESE, E DI RISALIRE AL REFERENTE DELLE FORNITURE DI 
ABBIGLIAMENTO/ACCESSORI “GRIFFATI”, DI STANZA NEL NAPOLETANO. 
GLI “ORDINI” DEI CLIENTI AVVENIVANO TRAMITE NOTE PIATTAFORME DI VENDITA 
ON LINE ED I PRODOTTI GIUNGEVANO DIRETTAMENTE AL DOMICILIO DEL 
CLIENTE, PRODUCENDO COSÌ, UNA SIGNIFICATIVA DISTORSIONE 
DELL’ECONOMIA DEL COMPARTO, CON CONSEGUENTE DANNO PER GLI 
OPERATORI REGOLARI.
L’ATTIVITÀ IN QUESTIONE HA PERMESSO DI SOTTOPORRE A SEQUESTRO CIRCA 
900 ARTICOLI DI ABBIGLIAMENTO ED ACCESSORI, RECANTI MARCHI NON 
GENUINI, CHE AVREBBERO PROCURATO UN PROFITTO ILLECITO PER CIRCA 
10.000 EURO, E DI DENUNCIARE ALLA LOCALE AUTORITÀ GIUDIZIARIA QUATTRO SOGGETTI, PER INTRODUZIONE NELLO STATO E COMMERCIO DI PRODOTTI CON 
SEGNI FALSI E PER RICETTAZIONE. 
SARÀ, INOLTRE, CONTESTATA, AI DIVERSI ACQUIRENTI DI PRODOTTI 
CONTRAFFATTI INDIVIDUATI, LA VIOLAZIONE AMMINISTRATIVA PER L’ “INCAUTO” 
ACQUISTO, CONTEMPLATA DA UNA NORMATIVA DEL 2005, CHE PREVEDE IL 
PAGAMENTO DI UNA SANZIONE DA 100 A 7000 EURO.
L’OPERAZIONE IN ARGOMENTO, DA UN LATO, EVIDENZIA UN APPROCCCIO 
OPERATIVO TESO A “RICOSTRUIRE” LA “FILIERA” DEL FALSO, RISALENDO ALLA "FONTE “PRIMA” DELL’APPROVVIGIONAMENTO DEI PRODOTTI, DALL’ALTRO, 

TESTIMONIA LA COSTANTE ATTENZIONE DEL CORPO VERSO QUEI FENOMENI DI 
CRIMINALITÀ ECONOMICA - CHE SI TRADUCONO IN ATTI DI CONCORRENZA 
SLEALE - A SALVAGUARDIA DI QUELLE AZIENDE CHE, NONOSTANTE IL 
PERSISTENTE CONTESTO DI CRISI ECONOMICA, CONTINUANO AD OPERARE NEL 
PIENO RISPETTO DELLE REGOLE.