Nel Messaggero di tre giorni fa si raccontava di un quarantenne fermato a Roma mentre, alle 21, rientrava a casa e alla richiesta di spiegazioni, dopo aver farfugliato varie scuse, avrebbe ammesso, sotto voce, di essere stato una mezzoretta a casa di una sua amica, giovane collega di lavoro, con cui avrebbe una relazione da alcuni mesi, chiedendo agli agenti di lasciarlo andare perché in casa lo aspettavano moglie e figli. Naturalmente gli agenti non ci hanno nemmeno pensato su e , respingendo la sua motivazione di uscita per necessità, l’hanno denunciato.
L’articolista nel riportare il fatto intitolava “L’amore al tempo del covid” , parafrasando il titolo di un grande romanzo di Gabriel Garcia Marquez, cioè “ L’amore al tempo del colera”. Un romanzo best-seller pubblicato nel 1985 ( in Italia da Mondadori ) e dove l’amore sbocciato al tempo del colera nella Colombia di fine Ottocento deve attendere ben settantun anni prima di concretizzarsi e vivere la sua apoteosi nella ultima stagione di vita dei due protagonisti : Florentino e Firmina.
Una storia che è finita anche sul set cinematografico del regista Mike Nevel, che ,nel 2007, vi realizzò un bel film con Javier Bardem e Giovanna Mezzogiorno nel ruolo di protagonisti principali.
Non avendo per mia sfortuna né letto il romanzo né visto il film, cari lettori, vi segnalo la lettura di questo libro in quanto mi è stato indicato, proprio in questi giorni di clausura domestica, dalla collega Isabella Bietolini, che me ne ha parlato come di un capolavoro da conoscere assolutamente. Gabriel José de la Concordia García Márquez, noto semplicemente come Gabriel García Márquez, soprannominato Gabo, è nato ad Aracataca in Colombia il 6 marzo 1927 ed è morto a Città del Messico il 17 aprile 2014. Colombiano naturalizzato messicano fu insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1982.
Purtroppo conosco poco anche l'autore , che è un grande della letteratura mondiale e che, come scrive l’enciclopedia Wikipedia, “è stato uno scrittore, giornalista e saggista tra i più celebri scrittori in lingua spagnola, García Márquez è considerato uno dei più emblematici esponenti del cosiddetto realismo magico, la cui opera ha fortemente contribuito a rilanciare l'interesse per la letteratura latinoamericana. Dotato di uno stile scorrevole, ricco e costantemente pervaso di un'amara ironia, i suoi romanzi sono caratterizzati da articolate strutture narrative, con frequenti intrecci fra realtà e fantasia, fra storia e leggenda, con la presenza di molteplici piani di lettura, anche allegorici, tenuti assieme da un sapiente uso della prolessi e dell'analessi. Il suo romanzo più famoso, Cent'anni di solitudine, è stato votato, durante il IV Congresso internazionale della Lingua Spagnola, tenutosi a Cartagena de Indias, in Colombia nel marzo del 2007, come seconda opera in lingua spagnola più importante mai scritta, preceduta solo da Don Chisciotte della Mancia di Miguel de Cervantes.
Ecco ora una scheda del film e del romanzo, tratta da Internet , che riporto integralmente.
“Sullo sfondo di Cartagena de Indias ( Colombia), verso la fine dell'Ottocento, Florentino Ariza (Javier Bardem) è un giovane telegrafista dall'animo buono e sensibile.
Fermina Daza è una bellissima ragazza figlia di un uomo molto ricco e potente. Florentino vede Fermina (Giovanna Mezzogiorno) e per lui è il classico colpo di fulmine, e la ragazza manco lo vede o lo considera, dato l'appartenenza a due classi sociali decisamente diverse.
Ma il giovane non si scoraggia e trova nell'amore la vera ragione di vita: le scrive appassionate lettere d'amore fino a conquistarla.Naturalmente questo è un amore fuorilegge per il luogo ed il tempo dove è sbocciato e il padre di lei furibondo per la cocciutaggine della figlia che non vuol troncare la relazione la spedisce lontano. L'amore di Firmina sembra spegnersi e finisce di sposare un personaggio importante, un medico Juvenal Urbino, che sembra avere una cura per il colera che pende come una condanna a morte sulla città. Passeranno cinquant'anni (anzi...cinquantun anni, nove mesi e quattro giorni), perché l'amore di Florentino, che gli anni non hanno scalfito, nonostante la curiosa collezione di donne che l'uomo segna nel suo taccuino, faccia di nuovo breccia nel cuore di Firmina, dandogli la forza di opporsi alla famiglia e seguirlo.L'amore ai tempi del colera, romanzo simbolo di una generazione, opera del Premio Nobel per la letteratura Gabriel García Márquez, sbarca sullo schermo in un'operazione che risulta difficile già in partenza. Difficile per la diversità del mezzo, di un cinema che non può che arrendersi sin dal principio di fronte alla forza di un testo complesso e poetico come quello di Marquez.
Il regista Mike Newell è autore attento e versatile, uno che spazia dalla commedia (Quattro matrimoni e un funerale) al gangster movie (Donnie Brasco) e che ce la mette tutta per non rendere ridicole le parole e le ossessioni dei suoi personaggi. Certo che il protagonista, l'insuperabile Javier Bardem regge bene la complessa struttura della pellicola. Qualcuno ha trovato curioso il modo diverso di invecchiare di Florentino in rapporto agli altri personaggi.
Il romanzo, pieno di allegorie e riflessioni filosofiche, viene un poco sacrificato in favore di belle riprese fotografiche, nel gusto folcloristico dell'ambiente colombiano in pieno progresso del primo Novecento, ma ancora soggetto a flagelli medievali. Lo stile è quello del miglior Marquez: intricato, elaborato, fatto di salti temporali e di invezioni letterarie. La storia si basa sul quesito che tutti ci poniamo: l’amore dura davvero per tutta la vita? Quello di Florentino Ariza sì. Un amore immenso, puro, che sa aspettare più di cinquant’anni per trovare la possibilità di potersi esprimere. Una relazione nata durante l’adolescenza, che ha conosciuto un lunghissimo distacco, con Florentino pronto ad attendere la morte del marito, il dottor Juvenal Urbino, per potersi ricongiungere alla bellissima Fermina Daza, la più desiderata del Caribe. L’amore di Florentino è l’amore che tutti desideriamo, che tutti noi vorremo ricevere, che tutti noi vorremo dare. L’amore che chiunque sogna di vivere, quello che sa attraversare gli oceani del tempo rimanendo immutato”.
A cura di Ivo Camerini