Cultura popolare come spettacolo secondo il classico e sempre verde principio del “castigat mores ridendo” è il programma che da alcuni anni sta portando avanti a Cortona e dintorni il trio di cultori del dialetto chianino e cortonese : Sergio Angori, Rolando Bietolini e Carlo Roccanti.
Quest’anno i nostri tre inarrestabili professori della letteratura dialettale cortonese stanno infatti mettendo in piedi una nuova ”fatica culturale” : “CORTONA ALIBERETA DAGLI ARETIGNE”, che verrà presentata giovedì 5 Dicembre 2019 alle ore 21,00 presso il Salone del Centro Sociale di Terontola ( “Casa di Paese” in Via dei Combattenti 3 a Terontola).
“E’ la riproposta- ci dice un sorridente e sempre giovane Carlo Roccanti- di un’opera del cortonese Francesco MONETI ( 1635-1712) che non molti conoscono anche se quindici anni or sono, precisamente il 28 Giugno 2004, l’opera venne presentata in “notturna” alla luce delle torce nel magico ambiente della Tanella di Pitagora, con tanto di comparse in costume. In quel caso si trattò di una elaborazione del testo sotto forma di “lettura drammatica” a cura di Franco Sandrelli (che ne fu anche l’abile regista), Edoardo Mirri e Rolando Bietolini”.
Lo spettacolo di Terontola è invece una diversa elaborazione che Angori, Bietolini e Roccanti ci offrono portandoci di sana pianta negli anni cruciali della metà del milleduegento, in pieno clima di guerre intestine tra Guelfi e Ghibellini e ,pertanto, un gran plauso preventivo va fatto doverosamente agli autori.
“Nel 1600 il MONETI – ci dice ancora Roccanti- fu un frate francescano cortonese dotato di grande “vis polemica” e scagliò le sue satire contro i Gesuiti del tempo nei quali vedeva il simbolo della corruzione della Chiesa e l’amore eccessivo per i beni terreni. Per questo ebbe a subire a più riprese anche il carcere. Inoltre fu assai noto alla fine del ‘600 per i suoi studi di Astronomia e Astrologia. Famosi i suoi Almanacchi che fecero da precursori a “La Castagna” di Maranguelone, il “Sesto Cajo Baccelli, “ il “Barbanera” di Foligno oppure del contemporaneo “Frate Indovino”.
“Il Moneti – ci ricorda inoltre Carlo Roccanti- è rimasto famoso anche per aver scritto in una sua poesia in lingua la parola italiana più lunga: “PRECIPITEVOLISSIMEVOLMENTE”.
“Come aveva predetto – conclude la sua illustrazione Roccanti- Moneti da buon astrologo, morì per una caduta dalle scale il 4 Settembre 1712 presso il Sacro Convento di Assisi. La sua “CORTONA ALIBERETA” prende lo spunto dai tragici eventi della notte tra il 1° e il 2 Febbraio 1258 quando i Guelfi Aretini, entrati furtivamente da Porta Bacarelli (che da allora venne chiusa), conquistarono Cortona. I Ghibellini Cortonesi furono esiliati presso la vicina città di Castiglion del Lago e da qui, grazie all’aiuto dei Senesi e dei Perugini, riconquistarono Cortona il 25 Aprile 1621, sotto la guida di Uguccio Casali”.
Questi fatti storici , qui riportati in estrema sintesi dalla chiacchierata con Carlo Roccanti, costituiscono lo spunto del poema (in 2 canti per 128 Ottave e 1.040 versi in totale), che verrà riproposto a Terontola il 5 dicembre prossimo.
Siamo certi findora che l’interpretazione dei nostri “fini dicitori” Rolando Bietolini e Carlo Roccanti saprà riproporci e restituirci alla grande il MONETI e la sua fantasia.
Una fantasia che ci ha tramandato personaggi stravaganti e situazioni di grande “vis comica” con descrizioni a volte grevi, se non proprio scurrìli, ma di godibilissimo ascolto anche in virtù del dialetto che il frate cortonese seppe ben usare nel suo poema. Veramente un grande spettacolo da godere andando tutti ,nel dopocena del 5 dicembre 2019, al Centro Sociale di Terontola. Insomma, uno spettacolo da non perdere assolutamente.
Ivo Camerini