L’Etruria

Redazione

Diario cortonese di questi giorni - 13

In attesa del domani , anche molte parole ed espressioni cambiano significato

Diario cortonese di questi giorni - 13

Pubblichiamo anche oggi molto volentieri le riflessioni del diario di Anna Cherubini. Riflessioni sulle parole e le espressioni che cambiano significato e significante.In attesa del domani è bene prepararsi con la speranza però che, quanto prima , non ci sia più la frontiera del prima e del dopo.  Grazie Anna! ( IC )

"Diario delle PAROLE

Ormai sono cambiate. Mascherina era una parola simpatica, un tempo. Anzi, si diceva anche "ti conosco mascherina", in modo affettuoso. Adesso è triste. Camminando per le strade di paese, con questa luce della primavera che fa le pietre dorate, mi sono immaginata i prossimi quadri che verranno dipinti sperando che i turisti li comprino come ricordo del posto, raffiguranti il nostro paese poetico. Mi sono immaginata quei quadri, con le stradine dorate e un po' rosa, le poche persone di adesso ritratte che si parlano a distanza, la mascherina celeste che nasconde la faccia e le sporte della spesa tra le mani, perché non esiste altro motivo per uscire e scambiare due parole. Non esistono altri oggetti importanti, se non la mascherina e la sporta. Sarà pure poetico, boh, fate voi.
E la parola positivo? sono una persona positiva, ho pensieri positivi. C'è stato un tempo in cui era una bella parola. Ora basta pensare che: "abbiamo avuto un risultato positivo" detto col sorriso oppure con gravità, porta due significati diversi come la vita e la morte. Era già terribile, ferale, dire positivo riferito all'Hiv. Avevamo davvero bisogno di farla tornare in voga questa parola?
Per non parlare della parola picco. Doveva far pensare alle montagne verdi, o anche al momento della fertilità delle donne. Adesso è una cosa sola e fa schifo anche quella.
Passeggiata, non c'era parola più bella prima. Ora alla parola passeggiata segue: guai!
"Stattene a casa" era una specie di maledizione. Adesso vuol dire abbi cura della tua salute, proteggiti.
Modello. Parola che personalmente trovavo brutta anche prima, perché invece che farmi pensare a una tipologia di cosa, mi faceva pensare a un uomo troppo bello che si mette in posa vestito alla moda, quindi al trionfo del narcisismo maschile, (orrore, schifo, brrr!). Adesso parlano del modello italiano delle misure adottate, anche con un filino di altezzosità.
"Nessun aumento" poteva sembrare una cosa brutta, adesso sono le due parole che alle 18 aspettiamo come da ragazzini aspettavamo "promosso" davanti ai quadri fuori scuola a giugno.
Videochat, parola che prima, personalmente, mi dava la tachicardia al negativo, ora invece è favolosa.
Zoom, che è proprio orribile come suono, è diventata persino magica perché clicchi zoom sul pc e ti compaiono gli amici del liceo che ti presentano i figli ormai cresciuti e tu dici: è uguale a te, ma riferito al te ragazzino. E loro lo dicono di mia figlia che ad esempio è uguale a me alla sua età. E io felice...
Cucinare. Non a tutti piaceva. Anzi, già il pensiero faceva fatica quanto l'azione. Ora mette di buon umore.
Alla fine di tutti questi giorni uscirà un vocabolario che raccoglierà tutte le parole dei tempi del coronavirus. Quelle blu parole belle e quelle rosse parole brutte, orrende. E positivo, stavolta, andrà appunto tra le rosse.
Però, le parole positive, nel vecchio senso del termine, contano fino a un certo punto. Essere positivi possiamo benissimo non dirlo più, personalmente è un'espressione che a lasciarla non credo ci costerà lacrime. Però il senso, il senso deve restare. "La vedo bene" potrebbe diventare the new "sono positivo".
La vedo bene. Ma come fai, cosa vedi bene? La vita che verrà. Ma come fai a vederla bene? che palle questa voce interiore che smonta tutto. Ma non sono io. No, è la voce interiore e basta. Credo che siano le faccine, gli emoticons che abbiamo dentro in questo periodo, che fanno capolino per non farci illudere. Che ci dicono: c'è poco da vederla bene. Questo ci dicono da oltre un mese. Che poi al telegiornale lo traducono con un semplice: non abbassiamo la guardia. Giusto. Non mettiamoci a fare brindisi baciandoci, ancora. Anzi, baciarsi con chi è fuori dal nucleo familiare sarà vietato per anni. Povere noi donne singles. Sì, ma poi però...
"POI PERO', C'E' DOMANI". Lo trovi scritto così, unica frase sulla pagina bianca alla fine del romanzo "Eroi della Frontiera" di Dave Eggers. Romanzo meraviglioso. Titolo bellissimo, Eroi della Frontiera, ora più che mai. Chiusura del libro immensa, ora più che mai. Bisogno assoluto di sapere che poi però, virgola, c'è domani... ora più che mai. Quella virgola del romanzo di Eggers, quella virgola alla fine del romanzo che tutti noi stiamo scrivendo per raccontare questo tempo strano, ha in sé tutto quello che ci sarà stato, per noi, prima di quel domani. E quello che ci sarà stato, che c'è, non ha parole dette, ma una colonna sonora struggente sì. E poi però...
"Domani" è la parola che ci fa un cenno con la mano da lontano, perché ci ha visti e riconosciuti, e noi allora riconosciamo lei. DOMANI, al primo posto della lista delle parole blu, quelle belle. Altro che "positivo"!
Domani. Poi però, c'è domani."

Anna Cherubini