Il 14 settembre al teatro Signorelli alle ore 11 incontro degli allievi della scuola del professor Domenico Campanacci
L’incontro è promosso dalla Fondazione Nicodemo Settembrini, con il patrocinio del Comune di Cortona e dell’Accademia degli Arditi.
Dopo il saluto delle autorità interverranno il figlio prof. Luciano Campanacci (Università di Trieste), il prof. Mario Passeri (Università di Parma), il prof. Giovanni Danieli (Università di Ancona). A coordinare di lavori il prof. Mauro Sasdelli dell’Ospedale di Arezzo
Il prof. Campanacci è stato uno dei più grandi e famosi maestri della medicina interna italiana, scienziato di grande fama, apprezzato per la sue doti cliniche e per la sua umanità .
Era nato al Riccio di Cortona nel 1898, aveva studiato a Cortona , Arezzo e Perugia e si era laureato in medicina e chirurgia a Firenze.
Dopo aver frequentato una delle più prestigiose scuole di medicina dell' epoca, quella di Vienna, aveva iniziato la carriera universitaria a Parma e poi nel 53 era stato chiamato a dirigere il prestigioso Istituto di Patologia Medica dell'Università di Bologna fino al 1968, epoca della sua pensione.
Alla sua scuola si sono formati intere generazioni di medici.
Il suo trattato di Patologia Medica era stato adottato da tutte le università italiane, dandogli grande fama e prestigio, facendone il medico dei personaggi più noti dell'epoca.
Ebbe la grande intuizione, tra i primi in Italia, che la Medicina Interna era così vasta che doveva esser divisa in settori.
Indirizzò i suoi collaboratori a interessarsi di un argomento specifico, richiedendo a ciascuno di frequentare un qualificato centro all'estero.
Così creò una scuola di specialisti qualificati e prestigiosi.
Nel suo istituto nacquero la cardiologia, ematologia, pneumologia, nefrologia, gastroenterologia, medicina del lavoro ecc; questa impostazione venne contrastata dai grandi clinici di allora, i cosidetti baroni, che vedevano in questa rivoluzione una perdita del loro prestigio.
Ma la sua idea fu vincente. I suoi allievi diventarono a loro volta dei maestri e diffusero le specialità in Italia, occupando posizioni di prestigio sia negli ospedali che nelle università.
Campanacci è morto nel 1986 ed è sepolto nella tomba di famiglia al cimitero del Riccio.
La città di Arezzo gli ha dedicato una strada e così il suo nome rimarrà tra i grandi geni di questa terra. E i suoi allievi che dopo la sua morte periodicamente si sono riuniti negli incontri Campanacciani, anche questa volta saranno presenti per rendere omaggio al loro indimenticabile maestro .