L’Etruria

Redazione

Pierre Carniti: il ricordo della sorella più piccola , Florisa

In un bel libro edito da Castelvecchi Editore

Pierre Carniti: il ricordo della sorella più piccola , Florisa

Tentare l’impossibile per fare il possibile” è il titolo di un bel libro uscito alcuni mesi fa per i tipi della casa editrice romana Castelvecchi e scritto dalla sorella più piccola di Pierre Carniti, Florisa o Flo, come si firma qui e come la chiamava l’illustre fratello. Un fratello , tolto a lei,ai figli, alla moglie Mirella, agli altri fratelli, ai parenti tutti e a noi suoi seguaci ed amici , da un male incurabile nel giugno 2018.

Un fratello,un grande italiano  cui, sabato 4 giugno 2022, il Comune di Massa Martana ( cittadina umbra dove dai primi anni 1980 Pierre passava le sue vacanze estive, i suoi momenti di riposo e nel cui monumentale cimitero  è sepolto dal sette  giugno di quattro anni fa , dopo i funerali religiosi svoltisi nella Chiesa di Santa Teresa in Roma), per iniziativa del sindaco Francesco Federici e del suo amico fraterno massetano Ennio Camilli, dedica una giornata di memoria e ricordo con un Convegno al Chiostro di Santa Chiara e con un momento di preghiera nella cappella che ne custodisce le spoglie mortali.

Al centro del Convegno c’è la presentazione di questo bel libro di Florisa Carniti , che sarà l’ospite d’onore di questa  mattinata massettana. Un libro che reca come sotto titolo “ Testimonianze sulla storia di un uomo libero”. Un uomo di cui la sorella Flo ripropone la figura e l’opera di leader sindacale e politico d’altri tempi e di cui oggi si avverte nostalgia e bisogno. Un uomo che spese tutta la sua vita al servizio della promozione della persona umana, soprattutto nella sua dimensione sociale e civile  di uomo lavoratore e di donna lavoratrice.

Questo volume , una vera e propria antologia di oltre duecento pagine  su Pierre Carniti, è un libro che merita di essere presentato non solo al mondo del lavoro  come  faro per intraprendere una nuova marcia dei diritti  e dei doveri, ma soprattutto ai giovani  e giovanissimi delle nostre scuole affinché , dall’esempio di questo “sindacalista della strada o sul marciapiede” (come si autodefinì in una ampia intervista che mi rilasciò nel 2008 e che Florisa qui ha ripreso in maniera quasi integrale)  possano formarsi a contrastare quel neoliberismo economico e culturale  che oggi domina  non solo l’Italia, ma l’Europa e il mondo occidentale tutto.

Un neoliberismo contro cui Pierre non temette di scagliarsi in un forte discorso del luglio 1985 al termine della sua segreteria generale della Cisl ( cfr: https://www.youtube.com/watch?v=Oo6P306V3W8&t=37s , minuti: 0,36 secondi). Un neoliberismo contro cui già nel febbraio 1970  (in una relazione da segretario generale della Fim, ad un Consiglio generale del Sinascel)  aveva dichiarato  guerra aperta, senza poi mai  venir meno ai suoi propositi , ai suoi ideali di sindacalista responsabile  e lungimirante .

In quella relazione ai maestri italiani , intitolata “Sindacato e società nell’attuale momento politico”, Pierre lanciando la sua battaglia per un sindacato nuovo, autonomo e soggetto politico, tra l’altro diceva: “ ..il sindacato deve promuovere una propria politica. Non solo una politica di tipo corporativo, non solo quindi rivendicativa in senso freddo categoriale, ma una politica effettivamente capace di cambiare le condizioni della classe operaia, comprendendo nel termine di calsse operaia una cosa molto vasta, cioè non solo gli operai che stanno nelle fabbriche ma tutti coloro che svolgono un lavoro subordinato ai vari livelli della società per cambiare anche il paese. (…) Il sindacato non propone un suo modello di società da costruire come il partito; il sindacato ha una società da cambiare nella misura in cui questa società limita o controlla le esigenze di espansione della personalità del lavoratore, della sua dignità, della sua libertà, dell’affermazione di una effettiva democrazia nei luoghi di lavoro e nel paese. ( … ) basta con la tradizione che dice: nei posti di lavoro ci sta il sindacato e nel paese ci sta il partito. ( … ) i lavoratori in Italia sono in una condizione di sfruttati, in una condizione di collocamento ai margini dello sviluppo, in una condizione di passività crescente e sottoposta a subalternità che si va accentuando (…) il cambiamento deve sempre partire da una linea rivendicativa politica, tenedo presente due esigenze fondamentali: i bisogni e quindi la linea rivendicativa economica ( meno ore di lavoro e più salario); dall’altra le condizioni di lavoro che restano l’elemento centrale. Qui i sindacati hanno molti torti. Per esempio, la tendenza abbastanza fatidicamente accettata soprattutto a livelo delle centrali confederali, di monetizzare la salute, di monetizzare il rischio; se quel lavoro lì è pericoloso ti diamo trenta lire in più all’ora. Io credo che non si  può scambiare per qualche lira in più qualche anno di vita in meno. Se un lavoro è nocivo, bisogna togliere la nocività; se un lavoro è rischioso, bisogna togliere il rischio. (…) Il sindacato deve essere sempre collegato al popolo dei lavoratori, non di interpretare i loro problemi in modo illuministico, astratto, in modo burocratico, ma di essere soggetto attivo politico e unitario (…) il problema del sindacato non è tanto quello di avere una linea burocratica e ordinata su cui marciare, ma di avere una linea molto più complessa , perché non c’è niente di certo, di definitivo ; una linea che si costruisce ogni giorno secondo la coscienza che cresce nei posti di lavoro e nel paese rispetto a determinati problemi”.

Ho citato a lungo questa relazione del 1970, perché in una giornata così importante  di ricordo e memoria attiva di un grande italiano, di un santo laico come Carniti, dove , assieme alla sorella Flo e al suo libro, interverranno anche personalità come Giorgio Benvenuto e Franco Bentivogli, che di Pierre furono , compagni, amici e fratelli di battaglie e conquiste memorabili oggi messe in discussione ,se non abolite, ho creduto importante ridare la parola ad un maestro , che sono sicuro dalla Gerusalemme Celeste ci chiede di batterci ancora per le sue idee, per i suoi principi culturali,sindacali, politici ed umani.

Per saperne di più:  Flo Carniti , “ Tentare l’impossibile per fare il possibile”, Castelvecchi Editore, Roma dicembre 2021.

Ivo Camerini