Martedì 20 Settembre.
Nella mattinata siamo arrivati al lago di Tiberiade, vicino alle alture del Golan. Quello che è chiamato anche Mare di Galilea lo abbiamo percorso in battello. La traversata è stata spensierata e divertente: appena saliti a bordo, il capitano ci ha accolto con grande simpatia, alzando la bandiera italiana e intonando l’Inno di Mameli. Anche senza darlo a vedere, eravamo tutti commossi, perché c’era un pezzettino d’Italia in quel lago che abbiamo sentito tante volte citare nei Vangeli.
[1]Dopo questi fatti, Gesù andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberiade, [2]e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi. (Giovanni, 6, 1-2)
Qui Gesù incontra il pescatore Simone e suo fratello Andrea, e i fratelli Giovanni e Giacomo, come testimoniano anche gli altri evangelisti:
[16]Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. [17]Gesù disse loro: «Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini». [18]E subito, lasciate le reti, lo seguirono. [19]Andando un poco oltre, vide sulla barca anche Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti. [20]Li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre Zebedeo sulla barca con i garzoni, lo seguirono (Marco, 1, 16-20).
[18]Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori. (Matteo, 4, 18)
Qui sono avvenuti, secondo la tradizione cristiana, molti prodigi, come la pesca miracolosa:
[4]Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca». [5]Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». [6]E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. [7]Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano ( Luca, 5, 4-7).
Sempre sul lago di Tiberiade Gesù cammina sulle acque:
[47]Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli solo a terra. [48]Vedendoli però tutti affaticati nel remare, poiché avevano il vento contrario, già verso l'ultima parte della notte andò verso di loro camminando sul mare (Marco, 6, 47-48).
Sbarcati sulla sponda opposta del lago, siamo saliti a Cafarnao, dove abbiamo visitato la casa di Pietro, un blocco di abitazioni, definito la sacra isola dai francescani: il termine latino insula fa riferimento ad un quartiere o blocco di abitazioni intorno ad un cortile, come il nostro isolato.
La sinagoga di Cafarnao è considerata tra le più antiche del mondo. La costruzione presenta grandi pietre bianche calcaree alternate con basalto nero locale, usato anche per le altre abitazioni. La pietra calcarea, che non si trova nei dintorni, fu portata da cave distanti, a dimostrazione che la casa di Dio, più bella e più grande, si deve distinguere dalle case comuni. Siamo entrati in quella che era la sala della preghiera, con la facciata a sud, verso Gerusalemme.
A poca distanza da Cafarnao, sul lago di Tiberiade, sorge Tabgha (Heptapegon in greco). Qui, secondo la tradizione, è avvenuto il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci:
[38]Ma egli replicò loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». E accertatisi, riferirono: «Cinque pani e due pesci». [39]Allora ordinò loro di farli mettere tutti a sedere, a gruppi, sull'erba verde. [40]E sedettero tutti a gruppi e gruppetti di cento e di cinquanta. [41]Presi i cinque pani e i due pesci, levò gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai discepoli perché li distribuissero; e divise i due pesci fra tutti. [42]Tutti mangiarono e si sfamarono, [43]e portarono via dodici ceste piene di pezzi di pane e anche dei pesci. [44]Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini (Marco, 6, 38-44).
Presso la Chiesa della Moltiplicazione abbiamo ammirato il famoso mosaico che raffigura due pesci e un cesto di pani accanto ad una grande pietra: su questa sarebbe stato in piedi Gesù, quando si accinse a benedire appunto i due pesci e i cinque pani, con cui nutrì la folla che era venuta ad ascoltarlo.
A nord della Chiesa della Moltiplicazione si trova il luogo della quarta apparizione di Gesù dopo la resurrezione.
Qui sorge la Chiesa del Primato di Pietro. Fu costruita sulle rocce lungo la riva del lago di Tiberiade: Gesù, comparendo dopo la Resurrezione per la quarta volta, conferì di nuovo a Pietro il primato sulla Chiesa.
[15]Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». [16]Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle». [17]Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle» (Giovanni, 21, 15-17).
L’edificio, costruito nel secolo scorso sul luogo dove si succedettero diverse costruzioni sacre, riporta al suo interno una roccia, nota come Mensa Domini: qui si sarebbe seduto Gesù a mangiare con i suoi discepoli, spezzando il pane e facendosi così riconoscere. Sul lato sud verso il lago all’esterno della chiesa sporgono gradini di pietra calcarea, sui quali si sarebbe seduto Gesù.
Il luogo più sereno ed immerso nella natura è stato sicuramente il Monte delle Beatitudini. Situato a poca distanza da Cafarnao e da Tabgha, è in realtà una piccola collina che guarda verso il lago di Tiberiade. Dove adesso sorge la Chiesa delle Beatitudini, Gesù, secondo la tradizione, pronunciò il Discorso della Montagna, l’essenza stessa del Cristianesimo come capovolgimento delle opinioni e dei valori del mondo:
[1]Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. [2]Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo: [3]«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
[4]Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
[5]Beati i miti, perché erediteranno la terra.
[6]Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
[7]Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
[8]Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
[9]Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
[10]Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. [11]Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. [12]Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi (Matteo, 5, 1-12).
Qui all’esterno sotto un ampio platano abbiamo partecipato alla celebrazione eucaristica più sentita di questo viaggio nella terra di Nostro Signore. Qui si percepiva perfettamente come mai Gesù scegliesse sempre questi luoghi per parlare ai propri Discepoli: l’isolamento è sinonimo di riflessione ed il contatto con la natura rappresenta l’unione dell’uomo con la parte più intima di sé e dunque con Dio. La calura estiva era attenuata da una brezza che saliva dal lago; gli uccelli che abitano quel luogo bucolico accompagnavano la chitarra di Beatrice e noi pellegrini che stavamo intonando il canto di Stefano.
Nel pomeriggio ci siamo spostati alle sorgenti del fiume Giordano per ricordare il Battesimo di Gesù:
13]In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui. [14]Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?». [15]Ma Gesù gli disse: «Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia». Allora Giovanni acconsentì. [16]Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. [17]Ed ecco una voce dal cielo che disse: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto» (Matteo, 3, 13-17).
Quasi con le stesse parole l’episodio è raccontato dagli altri due evangelisti. (Marco, 1, 9-11; Luca, 3, 21-22)
Non possiamo ricordarci del giorno del nostro Battesimo, se non mediante i racconti dei propri genitori e le relative fotografie. Il rinnovo delle promesse battesimali è sempre una esperienza coinvolgente. In questo luogo sacro, dove Gesù stesso è stato battezzato, lo è stata ancora di più: in fila, uno dopo l’altro siamo entrati nel fiume, mentre padre Stefano ripeteva il rito dell’acqua sopra le nostre teste. Contemporaneamente altri pellegrini di altre religioni con una veste bianca s’immergevano totalmente per tre volte nelle acque del fiume e ne riemergevano segnandosi.(segue)
Chiara Camerini