Giovedì 22 Settembre.
Al mattino ammiriamo Petra, splendida ed incredibile città antica! È una delle meraviglie del mondo. Sembra una tappa sui generis all’interno del nostro pellegrinaggio: in realtà anche qua abbiamo contemplato la bellezza della natura e quindi di Dio. Iniziamo il nostro percorso a piedi per circa 1, 5 km, attraversando entusiasti un canyon, ovvero un corridoio con pareti altissime, lavorate dalla natura per mezzo dell’acqua, del vento e dei movimenti tellurici in tempi lunghissimi: le rocce dai colori più vari dal rosa pallido all’arancione al rosso, assumono delle movenze straordinarie tanto da suggerire l’immagine di una natura tuttora in movimento, in cui il Creatore non ha ancora terminato la sua opera. Alla natura si è aggiunto il lavoro dell’uomo: i Nabatei, beduini provenienti dall’Arabia, che l’abitarono dal VI secolo a. C. fino all’VIII secolo della nostra era, scolpirono sulle pareti rocciose facciate di templi e soprattutto tombe, come il cosiddetto Tesoro, oltre al teatro, al tribunale e ad altre strutture civili e private.
La situazione che ci colpisce di più nel cuore è la presenza di molti giovani e bambini con i visini lavati con la sabbia, i piedi scalzi, che ci seguono, per vendere tincaglierie e chiedere l’elemosina, sospinti da uomini più grandi nelle stesse condizioni igieniche, forse affamati e resi insolenti dalla miseria. Ci sono anche dei talenti, come il povero signore anziano, segnato nel volto da un’esistenza di stenti, che da una vita, forse, suona uno strumento simile ad una cetra davanti a quelle opere imponenti e colossali, continuando ad incantare con la sua musica i tanti turisti, che ogni giorno passano di lì.
Poi ci sono anche cavalli, cammelli, asini: magrissimi con le ossa sporgenti e maltrattati. Adibiti al trasporto dei turisti, corrono a rotta di collo per quel sentiero, macilenti e malridotti, frustati senza pietà. Un’umanità dolente e crudele che si accanisce inutilmente e senza apparente motivo contro altre creature di Dio.
La sera, stanchi, ma ancora meravigliati da tanta bellezza che contrasta dolorosamente con la miseria e la povertà, che vi coesistono, siamo ospitati nel più bell’albergo di Amman, l’Imperial. Qui festeggiamo tutti insieme il compleanno di due pellegrini: Maurizio e Samuele.(segue)
Chiara Camerini