L’Etruria

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Comitato Tutela Cortona: "Non c’è pace a Santa Caterina"

Il gruppo interviene contro la costruzione di un centro direzionale in area vincolata

Comitato Tutela Cortona: "Non c’è pace a Santa Caterina"

Tutti ricordiamo la vicenda dello stoccaggio cereali, anno 2012. Un progetto per la realizzazione di lunghi tubi di plastica ( silos) del diametro di circa 1 metro e mezzo che, per una lunghezza di circa 7 chilometri ed affiancati da un grande capannone alto 10 m, avrebbero deturpato il paesaggio di Santa Caterina, lungo la strada provinciale che dalla Fratta conduce a Foiano.

Tale progetto era stato approvato all'unanimità dall'allora Consiglio Comunale . A seguito della severa e impegnativa opposizione  a quello  scempio da parte nostra,  di Associazioni ambientaliste e culturali, di un gruppo consistente di cittadini di Fratta /Santa Caterina, con opportune operazioni di segnalazione agli enti sovraordinati,  l’avemmo vinta. A distanza di tre mesi, il Consiglio Comunale, grazie anche alla contrarietà di una forza politica, all'epoca in maggioranza, fu costretto a recedere dal progetto/variante.

Le nostre motivazioni erano fondamentalmente legate al fatto che Comune di Cortona, Provincia di Arezzo e, conseguentemente Regione Toscana considerano il tratto alberato della strada provinciale 28 Siena-Cortona, fra il Vocabolo “I granai” e la “Villa di Santa Caterina” “strada di interesse paesaggistico eccezionale pertanto incompatibile tanto con la cartellonistica pubblicitaria quanto, a maggior ragione, con nuovi insediamenti non riconducibili a preesistenti nuclei agricoli”.

Dopo 5 anni siamo alle solite: il gruppo imprenditoriale che ha acquistato oltre 1.300 ettari di terreno, che comprende le più belle “leopoldine”, ha deciso di costruire, nella stessa zona, il proprio megagalattico centro direzionale: migliaia di metricubi di nuove costruzioni in area vincolata.

E’ difficile comprendere tanto accanimento per deturpare, o comunque modificare in modo sostanziale, uno dei panorami più belli della Toscana. Ovvero, in questo caso, si può comprendere solamente con la volontà di creare una nuova e più raffinata “visibilità” per l’azienda. Si può comprendere, non giustificare.

Ci vengono in mente dei paragoni: se un piccolo agricoltore vuole reclamizzare il suo agriturismo o vuole far sapere che nella sua azienda vende direttamente i propri prodotti, non può mettere un cartello pubblicitario: è vietato dal PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale); stessa cosa se vuole costruire serre o altro. Se una azienda (potente) vuole costruire uno o più casermoni, silos verticali e tanto altro  per avvalersi del valore aggiunto derivante dall'essere Toscana  al 100% , può farlo?

Il 20 maggio siamo stati alla Fratta ad un incontro pubblico con un portavoce della società, che ha illustrato il progetto complessivo. Abbiamo chiesto il perché avessero scelto di fare il centro direzionale proprio nella zona più protetta da vincoli, visto che hanno a disposizione ben 1.300 ettari di terreno e tante pertinenze agricole. La risposta è stata semplice ma molto chiara: “Abbiamo scelto quella sede ed abbiamo chiesto le necessarie autorizzazioni. Se le autorizzazioni verranno concesse la costruiremo in quella zona. Altrimenti non ce la costruiremo”.

Quindi si ribadisce un concetto che avevamo immaginato: se uno dei più suggestivi paesaggi della Toscana (la strada di Santa Caterina) verrà deturpata ci sarà un solo responsabile: il Consiglio Comunale, che fra pochi giorni sarà chiamato a votare una variante al piano urbanistico per poter concedere l’autorizzazione a costruire. Non ci sono le solite scuse di “atto dovuto” o di “fuga di capitali”.

Segnaliamo poi come in una nota comunale (protocollo 12924 del 22 maggio 2006, richiamata dalla sentenza del TAR FI N° 00986/2010 e relativa alla vicenda della mancata autorizzazione dell’impianto eolico sul Monte Ginezzo)  il Comune subordina la sua valutazione favorevole alla condizione che “questo non incida sulla risorsa paesaggistica e ambientale del territorio”. Ciò perché il Comune di Cortona ha “ sempre cercato di valorizzare la risorsa “paesaggio” sia alla luce della propria economia turistica che a quella della salvaguardia ambientale e paesistica del proprio territorio”.

Noi del Comitato tutela Cortona riteniamo che possano essere trovate mille altre soluzioni per permettere la realizzazione del progetto, senza deturpare una delle parti più significative e suggestive del nostro paesaggio. Occorre solo cercarle, senza sudditanze o paure. Basterà solo rispettare le regole che, fino a prova contraria, valgono erga omnes.