La riconversione dell'area ex zuccherificio di Castiglion Fiorentino può diventare un’opportunità per lo sviluppo dell’intera Valdichiana e, proprio per questo, richiede un grande impegno da parte delle istituzioni, delle forze sociali e di quelle economiche.
Quando nel 2005 in sede di U.E. venne stabilito, con una decisione improvvida e affrettata, di chiudere in Italia 13 stabilimenti saccariferi su 19, si parlò di riconvertire gli impianti senza però avere costruito le condizioni affinché quelle riconversioni, tese a garantire occupazione e crescita, avessero basi solide.
La dimostrazione è che ancor oggi la gran parte degli stabilimenti a suo tempo chiusi non ha ancora un destino certo. Fu un errore non legare i contributi europei per le bonifiche a un serio progetto industriale.
La chiusura della SADAM ha, infatti, prodotto la messa in cassa integrazione dei lavoratori, lo smantellamento dell’impianto, la scomparsa di un’agricoltura tradizionale come quella della barbabietola, senza una benché minima sicurezza sul futuro.
E’ opportuno ricordare che allo zuccherificio lavoravano oltre 100 dipendenti fissi che triplicavano durante la campagna saccarifera. Numeri importanti cui s’aggiungeva un indotto imponente fatto di aziende agricole, autotrasportatori, servizi.
La questione SADAM dal 2007 in poi, cioè dopo gli accordi Regionali seguiti a quelli di Bruxelles, assunse caratteristiche che la inserivano nel quadro delle priorità regionali.
Per questo crediamo che oggi, bocciata l’ipotesi della centrale a biomasse, la Regione debba essere accanto agli Enti locali territoriali per sviluppare un progetto che consenta di riutilizzare al meglio i 120 ettari di area industriale presenti nel comune di Castiglion Fiorentino per dare occupazione e lavoro, partendo dal risanamento ambientale attraverso una rapida ed efficace bonifica del sito industriale.
Ormai da tempo auspichiamo un impegno serio su questo argomento: legare agricoltura e industria è il futuro della Valdichiana ma i buoni propositi da soli non bastano. E’ necessario uno sforzo congiunto che veda concorrere, ognuno per la sua parte, istituzioni, sindacati, associazioni di categoria agricole e industriali e quei gruppi economici che si sono detti interessati allo sviluppo della Valdichiana in termini agricoli e di trasformazione dei prodotti.
Un tavolo operativo per mettere nero su bianco le proposte e valutare le migliori.
Un tavolo coordinato dalla Regione giacché il problema “zuccherificio” è stato e rimane un problema regionale, che coinvolge l’intera Valdichiana.
Così come avviene per i servizi sanitari e sociali anche lo sviluppo economico va visto in una logica di zona perchè ha riflessi sulla tenuta sociale, sull’ambiente, sulla programmazione urbanistica, sul futuro dei giovani.
In tal senso la questione “Sadam” può diventare un originale e per certi aspetti innovativo banco di prova delle capacità di pianificazione e di governo dei nostri enti locali.