Nelle scorse mattinate primaverili di inizio marzo 2021, nonostante il perdurare della disinformazia di lor signori,che, criminalizzando gli ammalati, utilizzano il Covid-19 per i loro fini (ridare tutto il potere ai pochi e mettere in sudditanza i molti) gli avventori del piccolo bar circolo culturale camuciese hanno ripreso a prendere un caffè e colazione al volo prima di recarsi al lavoro e a scambiarsi riflessioni popolari sul vivere sociale, sull' Italia, sull'Europa e sul mondo. Naturalmente lo fanno sul piazzale del bar, ben muniti di mascherina e tenendosi sempre ad un metro di distanza (perché, è bene ribadirlo, il coronavirus c'è ed è invisibile, subdolo come lor signori che, però, se vengono infettati hanno subito le migliori cure, medici personali che li accudiscono e vaccini a go-go) e mentre bevono i loro caffè su bicchieri di carta, da asporto, non hanno perso la voglia di discutere sulla piccola e grande patria e "de universo mondo".
L' altra mattina uno di questi lavoratori e inguaribili cittadini che vogliono partecipare alla vita della cosa pubblica e dire la propria su tutto, ha fatto un discorso che ha lasciato a bocca aperta non solo i pochi presenti , ma anche il vostro giornalista di strada che subito ha ben registrato e riporta qui integralmente cio’ che ha sentito con le proprie orecchie.
“Cambia il Governo , ma nulla cambia per i cittadini onesti e dediti al lavoro- ha esordito questo cittadino cortonese di mezza età e gran lavoratore, proseguendo: i suonatori suonano la solita stessa musica. Quella di lor signori i neoliberisti che ormai sono i padroni incontrastati del nostro vivere e di tutte le forme sociali, politiche ed economiche della Repubblica italiana. Se il popolo non si sveglia tra qualche mese saremo tutti nient’altro che pecore belanti e sudditi alla mercè del capitalismo di rito calvinistico, nord-americano e delle sue varianti nord-europee.
Dove è finita l’Italia del cattolicesimo sociale e democratico che vedeva nelle persone i mondi vitali del vivere terreno e aborriva lo Stato primo etico? Ve lo dico io: tra i vinti della storia; tra le ceneri del povero, breve Novecento ferito dalle politiche del libero mercato reinventato in origine, negli anni 1980, da Reagan e dalla Thatcher e, nel 2020, reso universale, magna cum laude, dalla pandemia Covid-19.
Una pandemia sbandierata all’inizio come catarsi purificatrice dei mali dell’umanità e poi invece divenuta via via strumento terribile, tragico del ritorno del mondo e della nostra amata Italia alle vecchie , note divisioni tra ricchi e poveri, tra inclusi ed esclusi dal benessere e dalla nuova vita sociale disegnata dalla rivoluzione informatica e digitale che ha ormai distrutto le relazioni umane reali, i diritti conquistati dalle lotte politiche e sindacali novecentesche e sta costringendo le persone, i cittadini a vivere chiusi nelle loro bolle web, sempre più piene di rancori e di odio, lasciando il reale ai molti cani randagi sempre più isolati e controllati. In troppi , purtroppo, oggi siamo costretti a lavorare per salari e stipendi da fame. Tante , troppe famiglie non solo non arrivano più alla fine del mese, ma tra tasse e rincari speculativi del costo della vita, sono costrette in ansia e dolore per arrabattarsi a mettere insieme la colazione con la cena. Spesso, troppo spesso, soprattutto nelle grandi città, le fila alla Caritas cattolica sono chilometriche e fatte non solo da migranti onesti e che fuggono dalle guerre, ma anche da italiani senza lavoro o schiavizzati dalla burocrazia statale e sui quali i nuovi ricchi epuloni gongolano lasciando cadere qualche briciola dai loro tavoli imbanditi d’ogni bene.
Davanti a tutta questa crisi sociale e politica , che sarà ancora più grande e grave appena il Governo di lor signori decreterà il via libera ai licenziamenti, ai nuovi superrincari del costo della vita (dal mangiare alla luce elettrica, alla benzina e a tutti i beni che una volta erano considerati primari e non di lusso) io mi domando cosa aspetta la Chiesa cattolica a prendere in mano la rivolta popolare che cova sotto la cenere pronta ad incendiare l’Italia , visto che i partiti politici e i sindacati su cui venne fondata la Repubblica nel lontano 1948 si stanno sciogliendo come neve al sole?
Qui in Italia occorre un nuovo risorgimento cattolico come avvenne negli anni del dopo nazifascismo, perché ormai è chiaro a tutti che dietro l’uso politico della pandemia ci sono in gioco la libertà e la democrazia. Ci sono in gioco i destini individuali e comunitari delle persone in carne ed ossa che vogliono vivere per dare un futuro ai figli ed ai nipoti e non per vivere di vagabondaggio , di elemosine o di arricchimenti sulla pelle del prossimo, sull’accumulazione di “roba” che poi tanto non segue i ricconi nelle loro tombe, nonostante le loro sempre più stonate invocazioni già descritte sul finire dell’Ottocento dalla nota novella di Giovanni Verga: ‘ robba, robba mia viettene via con me.. ma la roba non lo seguì ’.
E allora, visto che il Governo di lor signori , con scelte economiche e politiche da Stato primo etico, sta ormai confinando l’Italia sulla strada dei lupi capitalistici, dei cuori di pietra , che si nutrono, come descrisse Amintore Fanfani in due suoi libri, ormai quasi dimenticati (Cattolicesimo e protestantesimo, 1934 e Capitalismo, socialità, partecipazione, 1976 ), solo di libero mercato , di speculazione, di sfruttamento dell’uomo sull’uomo, perché i preti, i vescovi italiani non si mettono a costruire un novo risorgimento cattolico? Perché non si fanno lievito sociale, economico mettendosi a contrastare seriamente il campo politico alle tesi di Lutero che dopo quattro secoli stanno sterilizzando il seme buono del Concilio di Trento di metà 1500 e rendono carta straccia il Concilio Vaticano Secondo di metà 1900?
Perché non si fanno in quattro per spingere i laici a far rinascere quel partito della Rosa Bianca , che tanto diede allo sviluppo e al progresso dell’Italia repubblicana del Secondo Novecento? Cioè quel progresso e quello sviluppo che riportò il capitalismo nel suo alveo storico cattolico-comunale , vale a dire di una struttura economica che si formava ed agiva senza quella forma individualistica così tipica della modernità occidentale. Un progresso e uno sviluppo che , divenuto indigesto e non tollerabile per lor signori neoliberisti , agli inizi di questo nuovo secolo fu messo sotto accusa dai potenti, dai leaders del capitalismo che ora utilizzano spudoratamente la pandemia come clava politica per riportare all’ordine del cosiddetto libero mercato l' Italia e gli italiani.
Ora però, visto che tutti parlano di un ingresso dell’umanità in un Secondo Medioevo, si riscopra allora il meglio del Primo Medioevo, cioè il cattolicesimo democratico disegnato nella dottrina della Rerum Novarum e si abbandoni quel certo modo laicista di vivere il cattolicesimo. Che la Chiesa si faccia lievito politico e si dia da fare per promuovere un ritorno, mutatis mutandis, al capitalismo “cattolico” dei liberi comuni italiani sfuggito al controllo razionale degli uomini europei già nel 1500 anche grazie alla formazione di una confessione scismatica nel nord Europa. La Chiesa nella storia è stata anche soggetto politico a partire dall' epoca romana di Costantino e oggi, non può non tornare ad esserlo. Urge sapersi opporre politicamente al neoliberismo capitalistico altrimenti si diventa complici di chi ne sta permettendo il dominio del mondo.
Visto che sindacati e partiti politici non sono in grado di opporsi al dilagare del nuovo sistema economico che sta distruggendo la vita delle persone concrete, reali e visto che i partiti politici su cui la Costituzione fonda il vivere istituzionale della Repubblica, perché i preti e i vescovi non scendono in campo promuovendo la nascita di una Rosa Bianca? Cioè di un partito democratico cristiano che aiuti le mille piccole patrie italiane a mandare un segnale di riscossa, di risorgimento cattolico contro le ingiustizie, le diseguaglianze del capitalismo nordamericano e nordeuropeo? Aprire una vertenza epocale contro le contraddizioni del capitalismo, che possono essere superate solo da un progetto nuovo di quel cattolicesimo sociale indicato da Leone XXII, potrebbe essere una bandiera di speranza e di futuro cattolico non solo per l'Italia, ma anche per la libertà e la democrazia di tutto il mondo.”
Su questi interrogativi i quattro amici che ascoltano gettano i loro bicchierini di carta nei cestini e si avviano al lavoro augurando buona giornata e buona primavera 2021 al loro concittadino sognatore. Un concittadino inguaribile idealista, che sempre più spesso alla mattina sul piazzale di questo bar-circolo culturale camuciese parla alla luna che tramonta invece che al sole primaverile che, dopo il duro, freddo inverno, è tornato a splendere sulle belle terre di Cortona e della Valdichiana.
Ivo Camerini