La Toscana descritta attraverso una indagine macroeconomica nelle linee di indirizzo per la X legislatura dal governatore Rossi sembrerebbe un ente solido. Rossi ripercorre la storia di questi ultimi quindici anni, nei quali egli è stato prima Assessore alla Sanità per due mandati poi Governatore.
Il modello socio-economico toscano è invece in crisi .
Rossi cita dati al ribasso (anche se minore della decrescita degli anni post trauma Lehman Brothers dell'Italia) e ammette che la perdita di P.I.L., negli anni 2007-2014, ha toccato la percentuale del 4,7%. La disoccupazione viaggia verso il 10%, un dato gravissimo, che va messo a paragone con quello degli anni 2000-2005, ove la disoccupazione viaggiava leggermente sopra la soglia fisiologica del 5%.
Mi permetto di dire che siamo di fronte ad un vero e proprio tracollo. Il Governatore ha definito l'Italia e la nostra regione come "ferita" ed ha elencato una serie di cure: lavoro e non jobless recovery, ossia guadagno di produttività senza che si creino posti di lavoro, e un mix fumoso di austerità buona e crescita contro la decrescita, cavallo di battaglia della sinistra comunista, sua ex alleata.
Per un movimento come la Lega Nord, che fa dell'identità federalista un caposaldo irrinunciabile, il concetto di austerità elencato da Rossi appare fallace. Non esiste una austerità buona alla Berlinguer (vedi la questione morale) e una austerità cattiva, quella imposta dall'Europa, ma un solo concetto di austerità montiana, renziana, che vede il suo partito, il PD, come difensore. Non è il Partito Democratico ad aver appoggiato i governi Monti, Letta e, infine, nonostante lo sgomitare, Renzi, che, di recente, ha finalmente ammesso di aver alzato le tasse?
Tornando alle nostre competenze regionali, Rossi immagina una ripresa, dico immagina, perché la previsione del 2014 era positiva, ma i dati reali hanno attestato l'Italia a -0,4% del PIL. Siamo quindi in una continua recessione dal settembre 2011. Comprendo come la politica sia visione, speranza, aspettativa, ma non condivido l'idea che siamo fuori dalla crisi, perché la Toscana continua ad arretrare.
Mi batterò insieme agli altri Consiglieri Regionali di Lega Nord per una regione più federale. Mio compito sarà in particolare quello di dare voce alla provincia di Arezzo e alle sue vallate, come la Valdichiana Aretina spesso ai margini e che trovano in me l'unico rappresentante. Aree che vivono di agricoltura di qualità, di industria dell'oro e del turismo. Ma non tutto è oro quel che luccica. È il caso di dirlo per il commissariamento della banca dell'oro, Banca Etruria, (2 miliardi di euro tra incagli e perdite) o per le politiche di deindustrializzazione.
L'insofferenza dell'economia aretina è dimostrata dalle elezioni di Arezzo, tornata al centrodestra dopo 9 anni. In molti vi hanno letto solo un accidente del corso renziano e una sconfitta della Boschi. In realtà è stata una grande vittoria della coalizione guidata da Alessandro Ghinelli, con il contributo determinante di Lega Nord. In secondo luogo la dêbacle di Bracciali è stata segnata dalla crisi delle aziende private aretini, dagli orafi al tessile, culminata con il commissariamento di Banca Etruria per scandali e sofferenze bancarie dovute ai prestiti generosamente concessi ad aziende travolte dalla crisi o mal gestite.
Per questo, ritenendo centrale la questione lavoro, depositeròi una interrogazione sulla situazione della Cantarelli, azienda aretina del settore tessile. La Cantarelli è un'eccellenza del nostro territorio. Comprendo le ragioni degli operai e delle operaie e confido nel fatto che entro il quindici di luglio si trovi un accordo favorevole per tutti e vengano salvaguardati i posti di lavoro.
Marco Casucci
Consigliere Regione Toscana Lega Nord