Nella giornata in cui ha dichiarato che in Toscana dovrebbero essere assunti solo medici vaccinati, l’assessore alla sanità della Regione Stefania Saccardi è intervenuta al convegno sui vaccini che si è tenuto al San Donato di Arezzo. Con lei, alcuni parlamentari e consiglieri regionali, per discutere insieme ai professionisti della Asl Toscana sud est della questione “calda” dei vaccini e il loro calo tra la popolazione.
“La scienza non è un fatto di opinioni, ma ci dobbiamo basare sull’evidenza dei dati – ha dichiarato il direttore generale della Asl Toscana sud est, Enrico Desideri – Non tutti possono parlare di tutto, può farlo chi ha le competenze. La dimostrazione della validità e della necessità dei vaccini è data da alcune malattie ormai debellate, come il vaiolo, oppure molto ridotte, come l’epatite B. Da quando è stato introdotto il vaccino, infatti, i casi sono calati dell’86%. Questi sono i dati su cui dobbiamo fare affidamento, ribadendo e sfatando delle leggende metropolitane, come il legame tra vaccini e autismo. Dai professionisti ci aspettiamo il buon esempio: devono essere i primi a vaccinarsi”.
“In Italia è in corso un’epidemia di morbillo – ha spiegato Maria Teresa Maurello, direttore Igiene e Sanità Pubblica – e l’88% di coloro che si ammalano non sono mai stati vaccinati. La stretta dei vaccini non deve essere allentata perché sono l’unico modo per limitare e cancellare determinate malattie. Come è successo per la difterite, che nel corso del 1800 era la terza causa di morte infantile. In Italia l’ultimo caso risale al 1996”.
Il rapporto tra bambini e vaccini assume una grande rilevanza, soprattutto considerando il fronte crescente dei genitori che decidono di non vaccinare i propri figli. Per facilitarne la somministrazione, i pediatri della provincia di Arezzo hanno sposato in pieno il progetto regionale di far svolgere le vaccinazioni nei propri studi. “Soprattutto da quest’anno – ha dichiarato il pediatra Marco Mariani - circa la metà dei pediatri ha optato per fare tutte le vaccinazioni del calendario. Per la prevenzione della meningite di tipo c, negli anni 2015/2016 è stata raggiunta una copertura di oltre il 95% dei bambini di 11-14 anni affidati alle nostre cure. Dopo aver acquisito il consenso dei genitori, il medico pratica direttamente il vaccino, chiudendo così in tempi brevi il cerchio con notevole risparmio di tempo alla famiglia ed evitando il disagio di dover portare il bambino nella sede vaccinale con orari rigidi e con il disagio di dover magari chiedere permessi lavorativi”.