Sabato 7 Maggio si è svolta nel nostro Istituto Capezzine-Angelo Vegni una iniziativa per ricordare una delle tragedie più gravi del mondo del calcio, quella dello stadio Heysel di Bruxelles, dove prima della finale di Coppa dei Campioni tra Liverpool e Juventus nel 1985 morirono 39 spettatori di cui 32 italiani; vittime innocenti che erano andati a vedere la “partita del secolo” e credendo di assistere ad una festa si trovarono precipitati nell’orrore. Il Comune di Cortona assieme al nostro Istituto e all'Associazione Panathlon International e all'Associazione Familiari Vittime dell'Heysel ha dato vita ad un incontro-testimonianza che si è concluso con la Firma del Protocollo di Partecipazione "Sport in rete nella comunità" e nella Consegna agli alunni del Vegni della "Carta dei diritti delle ragazze e dei ragazzi e dei doveri dei genitori nello sport".
A dare il benvenuto ai presenti e agli ospiti è stata la dirigente scolastica Maria Beatrice Capecchi che dopo essersi adoperata per dar vita all’incontro, si è detta orgogliosa di ospitare un progetto così ambizioso per il territorio, a testimonianza di come la scuola si apra alla comunità sia per ciò che concerne il mantenimento della memoria storica che per ciò che riguarda la promozione di nuovi protocolli d’intesa con la collettività in cui l’istruzione è immersa. La nostra preside si è altresì detta orgogliosa di riflettere sulla giusta misura in cui praticare lo sport e gli eventi ad esso associati, ricordando come il protocollo indichi come lo si possa vivere secondo l’etica sportiva e i valori della tolleranza.
Subito dopo il coordinatore dell’incontro il prof Fioravanti, che aveva il compito di moderare gli interventi e stimolare le riflessioni, ha ceduto la parola a Giorgio Cerbai (Delegato Provinciale C.O.N.I.) che ha ricordato come lo sport sia fondamentale per la crescita di ogni individuo e per la crescita di una comunità. Ed infatti, a seguire, l’Assessore Allo Sport e Politiche Sociali del Comune Di Cortona Andrea Bernardini ha sottolineato nel suo intervento l’importanza dello sport in rete nella comunità, ricordando gli sforzi del comune di Cortona di approcciarsi agli eventi sportivi con l’educazione che meritano. A questo punto il professor Fioravanti ha introdotto il ricordo degli avvenimenti con queste parole: “Sono lieto che la mia scuola l''ISIS Vegni-Capezzine, abbia dato vita ad un’iniziativa del genere nel quale verranno ricordati le vittime, gli eroi e anche i colpevoli della tragedia dell’Heysel, un incontro che come dice il titolo LA TESTIMONIANZA DI UN RICORDO PER EDUCARE AL FAIRPLAY vuole si ricordare ciò che è accaduto ma anche andare avanti e proporre oltre all’importanza storica fondamentale della memoria dei fatti, una proposta di corresponsabilità. Quella di oggi non sarà come abbiamo detto e come ha ripetuto la preside una giornata esclusivamente dedicata al ricordo (anche se questo prenderà buona parte del tempo) ma alla fine proveremo a stendere anche un Protocollo di Partecipazione dal nome Sport in rete nella comunità che sarà firmato da tutti noi presenti e inoltre dalla Consegna agli alunni del Vegni della Carta dei diritti delle ragazze e dei ragazzi e dei doveri dei genitori nello sport. Lascio la parola agli ospiti ricordando c on amarezza che soltanto nel 1991 i coraggiosi familiari delle vittime, con l’associazione voluta da Otello Lorentini, papà di Roberto morto nel tentativo di salvare altre vite per salvare il più piccolo di tutti, Andrea Casula praticandogli la respirazione Bocca a bocca, sono riusciti a ottenere la condanna dell’Uefa per omessa prevenzione e delle autorità locali ritenute responsabili del sangue versato in Belgio”.
A questo punto Francesco Caremani, giornalista e scrittore, e autore del libro Heysel - Le verità di una strage annunciata ha ricostruito quello che è accaduto la famigerata notte, affermando che il 29 maggio del 1985 allo stadio Heysel di Bruxelles prima della finale di Coppa Campioni tra Juventus e Liverpool, vi fu una sorta di carneficina esattamente 39 morti di cui 32 italiani, vittime in quel famigerato settore Z in cui sarebbero dovuti trovarsi i tifosi neutrali, ma che in realtà era per lo più pieno di tifosi della Juventus, e non dei più esagitati visto che c’erano donne, ragazze, famiglie, bambini, e che gli inglesi tifosi del Liverpool, guidati da un ex Parà che aveva fatto la guerra alle Isole Falkland reclamavano come loro diritto e loro territorio. Il settore Z contiene 6.000 spettatori. Il settore X e il settore Y che completano la curva dovrebbero contenerne circa 17.000, ma vi sono almeno 5.000 tifosi inglesi in più che sono entrati senza biglietto. Gli inglesi vicini al settore Z provocano, vorrebbero uno scontro, sono troppo alterati dall’alcol per capire che davanti a loro ci sono solo famiglie anziani, ragazzi. La rete leggera che li separa cade facilmente, viene tagliata, scavalcata, non c’è più; gli inglesi, i famigerati Hooligans guidati da un ex militare che al grido di fino alla fine (volevano conquistare l’intera curva) chiama la carica contro gli inermi tifosi della Juve rompendo pezzi di gradinata che si sbriciolava come pasta frolla e lanciandoli verso il settore Z. Le forze di polizia erano presenti in maniera ridicola: 7-8 poliziotti a dividere gli inglesi dagli italiani in quella parte dello stadio dove era stata eretta una rete inadeguata («tipo pollaio» dissero molti testimoni). I walkie talkie degli agenti non funzionavano perché le pile erano scariche; incapaci e mal diretti, quei poliziotti furono capaci di infliggere solo manganellate ai pochi tifosi italiani che riuscirono a mettersi in salvo sul prato mentre il muro della curva Z crollava. Da qui il caos e le morti. Caremani ha descritto poi bene come sia stato grazia alla tenacia di Otello Lorentini, che si è giunti ad una sentenza di condanna dei vertici Uefa che da quel giorno furono responsabili degli eventi sportivi che organizzava, visto che fino a quel punto si limitava soltanto a prelevare l’incasso delle partite. E ha ricordato l’importanza dell’ ASSOCIAZIONE FRA I FAMILIARI DELLE VITTIME DELL'HEYSEL che dal Nonno Otello è passata oggi nelle mani di Andrea Lorentini attuale PRESIDENTE che ha preso la parola e ha ricordato l’importanza ed il valore della memoria per educare i giovani ai veri valori dello sport, sottolineando come le qualità dell’associazione siano rimaste le stesse, ma con la possibilità di guardare non solo al passato e cioè alla conservazione della memoria ma anche per proporre i valori del far play, con iniziative come quelle di questa mattina.
Infine Piero Ferruzzi (Presidente Ass. Panathlon Club Arezzo) ha sottolineato i diritti e doveri di ragazzi e genitori per un impegno comune in favore dell'etica sportiva.
Al termine c’è stata la toccante testimonianza diGioiello Gori che era presente quel giorno all’Heysel e vide con i suoi occhi lo scempio che venne commesso su corpi e sui feriti. Testimonianza. Infine è stato firmato il Protocollo di Partecipazione dal nome Sport in rete nella comunità ed è stata Consegna agli alunni del Vegni in modo ufficiale la Carta dei diritti delle ragazze e dei ragazzi e dei doveri dei genitori nello sport.
Una giornata davvero intensa e profonda che ha testimoniato come la scuola si possa e di debba aprire al territorio con iniziative che ricordino il passato ma che soprattutto si parano al futuro