Di nuovo un furto incredibile si è ripetuto nella montagna cortonese. Nei giorni scorsi , come da racconto riservato, al signor T., decano dei montagnini , hanno rubato tutti i marroni del suo ben coltivato e coccolato secolare castagno, che aveva pure provveduto a ripulire nel terreno sotto l’ampia chioma come una sala da pranzo, pregustando, da super fortunato salvato dalla siccità estiva, un raccolto abbondante e quasi unico di marroni speciali.
Invece nei giorni scorsi recatosi, assieme al figlio F. per una prima raccolta e quindi per farsi una brigiata con familiari e nipoti, ha avuto l’amara sorpresa di non trovare nemmeno un marrone dei circa venti kg che i ricci del suo amato castagno, innestato come marrone , dal mitico Pietrella negli anni 1930, facevano prevedere. La sorpresa che ladri patentati in brigantaggio gli avevano fatto fuori tutta la raccolta si è trasformata in un grande dispiascere anche perché non essendo più un giovanotto, dopo la siccità dell’altr'anno, quest’anno pensava di rifarsi alla grande, avendo provveduto a non far mancare l’acqua in agosto e settembre al suo amato castagno.
Il furto dei marroni non è stato l’unico che il signor T. ha subito. Anche il suo splendido melo cotogno, pieno di frutti , in una nottata è stato completamente spogliato. Insomma nella montagna cortonese son tornati i furti di frutta, oltre a quelli delle visite sempre più frequenti dei delinquenti nelle poche abitazioni rimaste vive.
Comunque il furto di mele e marroni a danno del signor T. non è l’unico.
Anche in altri terreni con alberi di castagne e di frutti vari i furti a partire dalla maturazione delle ciliegie e delle susine non si contano. Come non si contavano in questi giorni di ottobre le tante macchine parcheggiate ai bordi delle strade dei boschi che vanno dalla Cerventosa a Teverina Bassa con tanti cittadini ladri di castagne, susine e frutti vari di bosco.
Insomma, come se i boscchi e i campi della montagna cortonese fossero di tutti e non di chi li coltiva o ci paga tasse in abbundantiam pe detenerli in proprietà.
Non sarà il caso di dire a tutti che rubare frutta e frutti di bosco è reato e chi proprio vuole un assaggio di queste bontà montagnine li può acquistare o perlomeno chiedere con educazione ai proprietari? Basta con il vecchio ritornello cittadino: “quello che è mio è mio e quello degli altri è a metà”. L’articolo 633 del codice penale è stato forse abolito?
Redazione