Avevo sentito parlare di Francesca Bennati e del suo amore per i buoi e vitelli chianini dal direttore della Cia, Enzo Banini, ma non credevo davvero , che fosse così tanto innamorata e dedita alla causa come una vera “appassionata” dell’allevamento degli ultimi esemplari di razza chianina.
Francesca, infatti, alleva vitelli da carne chianina come scelta di vita. I buoi chianini sono una delle razze più antiche ed importanti del mondo, risalente agli inizi del dominio romano in Italia ed europa quando il Bos Primigenius era diffuso in tutte le campagne italiche e soprattutto in Valdichiana, che appunto gli diede il nome.
Francesca, prima di andare al suo lavoro ( nella nota e solida fabbrica cortonese MB Elettronica, non molto distante da casa sua) si leva al sorgere del sole per correre a governare i suoi giganti bianchi , pulirli e sussurragli parole e discorsi di amore e di arrivederci alla sera. Infatti, dalle sei in poi, talora fino anche alle ventitré, Francesca dismessi gli abiti di impiegata , si dedica ai suoi campi per produrre loro un cibo genuino fatto di fieno e cereali, rigorosamente biologici e coltivati in azienda.
Insomma, Francesca è una grande “innammorata” del vivere in campagna, dei valori della nostra civiltà contadina antica. Valori ereditati da babbo Giordano, che, a tre anni ,la vestì da contadinella cortonese e la fece assistere al parto di una vacca nella stalla grande di casa Bennati in Mulinaccio, tra Camucia e Monsigliolo. Una casa dove Francesca è cresciuta tra vitelli, galline, “ciuci” e maiali, diventando la contadina amatoriale ed istruita di oggi, in possesso anche di un bel diploma di ragioniera, conseguito nel 2001 al nostro Itc “Francesco Laparelli”.
In verità, dopo ragioneria, voleva fare il pilota dell’Aeronautica militare, ma pur avendo vinto la selezione , non se la sentì di tagliare i ponti con la realtà agricola costruita da babbo Giordano e da mamma Anella. Decise quindi di restare, seppur a part-time , come braccio destro di babbo e portare avanti l’azienda agricola di famiglia , coniugando la piccola sicurezza del lavoro da dipendente con l’incertezza e il sudore abbondante dell’allevamento tradizionale in stalla dei vitelli e dei buoi chianini.
Oggi, forte del suo primo amore per i campi e per gli animali, è la vera regina della Stalla “ Chianina..02” e, alzandosi ogni mattina al canto del gallo e andando a letto a buio pesto, concede un po’ di meritato riposo a mamma Anella, che così può dedicarsi con più tempo alla casa. Una casa rurale fatta di pietre e mattoni che oggi, nei ritagli di tempo , Francesca sta risistemando e riportando alla rusticità delle origini , inventandosi anche muratore tuttofare.
In questo Francesca , battezzata dai genitori il primo maggio 1982 in onore della Festa dei lavoratori e di San Francesco, vive il lavoro come un piacevole hobby, come un divertimento che realizza la persona umana e dà senso alla vita; soprattutto, come con occhi luminosi e un grande sorriso, mi ricorda: “voglio seguire il principio francescano che il lavoro delle proprie mani va sempre coniugato con testa e cuore, perché chi vi riesce non sarà solo un lavoratore, ma un artigiano e un artista”.
E Francesca è una vera , simpatica, vulcanica artista degli ultimi agricoltori tradizionali che oggi arricchiscono la secolare civiltà contadina cortonese. Vive felice con i suoi buoi giganti, con i vitelli e le vitelle ogni giorno. Non solo li governa e li pulisce come da disciplinare classico, ma vive in campagna con la passione sincera dell’innamorata della terra e che Francesca oggi comunica al mondo attraverso i social anche con il super cliccato video “Chianina Valley” (cfr: https://fb.watch/v/-KVY4vkV/ ), dove presenta la sua azienda , ma soprattutto, in un minuto e quaranta secondi, ci dà la bella fotografia di un babbo e di una figlia all’antica, che testimoniano, in un mondo travolto dalla velocità del vivere e dal profitto a tutti i costi, che si può ancora ritornare allo scorrere lento e spartano della vita dei campi, dell’allevamento in stalla dei giganti chianini, che ormai il businnes internazionale sta confinando nelle riserve dell’amatorialità e dell’economia domestica, sempre più ostacolata e derisa.
Al termine della mia breve visita ai suoi bianchi giganti , dopo avermi fatto accarezzare Lino ( un esemplare di ben undici quintali) , i suoi compagni Mosso, Molare, Mendace, Maso, Morbido e la principessina Mica, Francesca mi saluta illustrandomi a memoria , quasi come in una lezione accademica, tutte le norme e le regole del corretto allevamento della razza chianina ( cfr: http://www.anabic.it/libro_genealogico/disciplinare%20libro%20genealogico.pdf e http://www.ccbi.it/wp-content/uploads/2020/06/DISCIPLINARE-etichettatura-IT003ET_REVISIONE-14-2.pdf ), ma soprattutto mi dice : “Io amo il mio lavoro agricolo e di allevamento dei buoi chianini.Sono nata e cresciuta nel contesto contadino di portare in tavola tradizione e prodotti genuini e seguendo babbo e mamma ho sclto di continuare appassionatamente a dare una mano ai miei genitori e al loro sogno di agricoltori all’antica. Prima quando studiavo o lavoricchiavo per guadagnare qualche spicciolo per i miei divertimenti lavorare con i miei era una gioco, ora lo faccio con felicità e passione come un secondo lavoro cercando di far vivere e prosperare un contesto familiare e sociale che mi ha dato pane fin dalla nascita .Inoltre, ci tengo a dirlo pubblicamente, il mondo , la terra senza agricoltura esisterebbe ancora? Io credo di no e allora vorrei tanto che Cortona e la sua Valdichiana tornassero ad essere quella civiltà agricola e contadina che, dagli etruschi al primo novecento, seppe essere la culla e l’habitat eccellente, felice dei miei amici buoi chianini”.
A Francesca, a babbo Giordano, a mamma Anella e al fratello Antonio ( giovane biologo e specializzando presso un importante ospedale umbro), che, alla domenica e quando è libero, torna volentieri a dare una mano, le congratulazioni più sincere de L’Etruria e l’augurio mio personale che l’esempio di questa giovane donna cortonese sia di stimolo e di imitazione per un ritorno alla grandezza e alla bellezza della vita contadina cortonese ed italiana dei secoli passati.
Ivo Camerini