Entrare alle cinque del mattino al frantoio dei “ Colli di Cortona”del Sodo per la molenda delle proprie olive ed essere accolti dalla gentilezza e dal sorriso solare di Francesca e Valentina Brini, due giovani mamme e donne cortonesi, che da circa un mese lavorano e mandano avanti giorno e notte il frantoio Colli di Cortona,è un regalo che ricompensa alla grande il piacevole disturbo di una levataccia all’antica.
Una levataccia annuale dovuta al grande dono divino dell’oro cortonese, che da secoli ci regalano i nostri immortali ulivi, che adornano le nostre terre e con i loro colori verde-argento le rendono uniche al mondo.
Anche quest’anno la grande stagione dell’olio extravergine cortonese è in pieno svolgimento e tutti i frantoi lavorano senza sosta già dai primi giorni di ottobre.
“La stagione – come mi dice l’infaticabile Francesca, che ha passato tutta la notte su e giù nei grandi spazi del rinomato mulino cortonese per le tradizionali operazioni di molenda oggi sempre più affidate alla nuova tecnologia delle macchine di ultima generazione – è molto buona sia per la quantità di olive raccolte sia per l’eccellente qualità del nostro olio extravergine, che sta diventando sempre più ricercato a livello internazionale e molto apprezzato per i suoi profumi e le sue sfumature di sapore più fruttate tipiche delle olive raccolte leggermente acerbe”.
Vedere al lavoro questa giovane mamma con al collo le due collanine con i cuoricini in pongo, che i suoi amatissimi bimbi Gabriele e Leonardo le hanno regalato in questi giorni in cui la vedono con il contagocce, è una cosa che tocca il cuore di tutti noi clienti montanari, che, in questa prima mattinata di freddo autunnale, il caso ha fatto incontrare negli spazi di attesa del mulino e che ci porta a riflettere sul futuro che attende il nostro olio, prodotto a livello di economia familiare e naturalmente sui nostri ulivi terrazzati sempre più sotto attacco dei rovi e dell’abbandono generazionale, come mi dicono Claudio Monaldi e Silvano Vinagli, scesi anche loro con il buio a molendare.
Fuori dal mulino, Venere-Lucifero annuncia l’aurora e il sorgere del sole su Cortona e sulla Valdichiana, ma le riflessioni di questi amici montanari , ultimi testimoni del lavoro e dell’economia di sussistenza familiare cortonese, oggi condannata a morte dal furore e dalla prepotenza dell'odierno capitalismo speculativo ed onnivoro, scuotono i miei pensieri di giornalista di strada, ben sapendo che già prima degli anni della pandemia covid risuonavano nella testa delle persone perbene e innamorate dell’antica città di Dardano , che, con i suoni dolci e chiari “ din-don” dei rintocchi delle sue campane cristiane, in questa mattinata fredda, ma solare del novembre 2024, sembrano chiedere a tutti di risvegliare nel popolo i valori e i sentimenti della nostra grande civitas dei secoli passati.
Sul Mulino Colli di Cortona, che oggi è gestito da Francesca e Valentina, sotto lo sguardo prezioso e innamorato di babbo Graziano e mamma Rita, ancora straordinari giovanotti e guida patriarcale della loro impresa agricola, fondata negli formidabili del Secondo Novecento, L’Etruria ha scritto più volte e a questi articoli si rinvia il lettore per saperne di più: https://www.letruria.it/territorio/la-buona-ripartenza-del-mulino-colli-di-cortona-9134 e https://www.letruria.it/cronaca/frantoi-cortonesi-aperti-a-pieno-ritmo-per-lavorare-oro-verde-delle-nostre-colline-7540 .
Ancor oggi Colli di Cortona è un "mulino del popolo", come si chiamava tanti decenni fa, che anche in questa molitura, spremitura delle olive 2024, ha annoverato tanti illustri clienti amatoriali ( come i montanari sopracitati, arrivati in sul far dell'alba) e tra i quali, chiedendo scusa ai tanti che non conosco e quindi non posso nominare, mi piace qui ricordare i frati francescani delle Celle e di Santa Margherita e, naturalmente il grande amico di Graziano ( e di tanti di noi suoi concittadini), il famoso clinico della sanità umbra e professore universitario, il cortonese Ettore Mearini.
Nel complimentarci con Francesca e Valentina ed augurare loro un sincero e cordiale ad maiora!, last but not least (ultimo, ma non ultimo) , L’Etruria segnala con piacere anche la professionalità di tutti i collaboratori di queste due giovani e instancabili regine dell’olio cortonese; a partire da Federico Bennati, Gianni Anedotti, Stefano Petroccia, che sotto lo sguardo attento di gatta Melina, non perdono di vista i vari passaggi del lavoro di molenda: versamento in tramoggia, transito in defogliatrice e lavaggio, frangitura, gramolazione e, nel decanter, separazione, filtraggio dell’olio dall’acqua e dalla sansa.
A loro aggiungiamo volentieri le giovani Claudia e Sonia che, di tanto in tanto, interagiscono dal contiguo negozio di frutta e verdura e che poco prima delle otto, uscendo dalla molenda, incrocio sul piazzale del frantoio indaffarate e gioiose nell’apertura di questa linea commerciale dell’azienda agricola Brini.
Un plauso anche alla giovanissima Sofia, che intreccia gli studi universitari fiorentini con i suoi apporti operativi nei momenti di maggior bisogno del mulino. Una Sofia che è già un mito tra i clienti del frantoio per i suoi approcci telefonici da international manager : “ stia sereno, il frantoio è aperto e operativo h24 e faremo il possibile per accontentare i suoi desiderata nel range of time diurno o notturno”.
Ivo Camerini