Sabato 9 novembre, nel salone ricevimenti dell’Hotel Farneta, si è svolta la cerimonia di consegna del “Premio don Sante Felici per la Cultura” alla cortonese Giulia Carresi per i suoi studi sull’abbazia e per le nuove acquisizioni cui è giunta riguardo alla sua fondazione.
Il premio è stato istituito dalla “Associazione Amici del Museo Fatto in Casa di don Sante Felici” ed è ormai giunto alla quinta edizione. Per statuto viene assegnato solo a giovani studiosi che abbiano discusso tesi di laurea sull’abbazia o comunque su discipline che furono care a don Sante.
Nel complimentarci con la giovane Giulia, qui nella foto ci corredo mentre riceve il premio, pubblichiamo volentieri il testo integrale del discorso introduttivo alla cerimonia tenuto da Moreno Bianchi, presidente dell’Associazione Amici del Museo fatto in casa di don Sante Felici.
“ (…)Il premio di quest’anno abbiamo scelto di destinarlo alla dott.ssa Giulia Carresi di Cortona per due suoi contributi: una ricerca documentaria sulle modifiche strutturali, le opere di consolidamento e restauro subite dalla nostra millenaria abbazia nel corso del tempo, in particolare nel secolo scorso, e per le analisi storico-artistiche, riferite soprattutto alla cripta, discusse nella sua tesi di specializzazione il 22 aprile 2024.
Il primo contributo fu presentato nel convegno Le cripte medievali della Toscana che si tenne qui a Farneta il 4 dicembre 2021, promosso dall’Istituto per la valorizzazione delle abbazie della Toscana ed organizzato dal prof. Guido Tigler dell’Università di Firenze, con nostro piacere presente anche questa sera, docente e relatore di Giulia Carresi. La relazione fu poi pubblicata nei relativi Atti a cura del medesimo.
Il convegno fu un momento importante per l’abbazia di Santa Maria Assunta, per la cui sessione la cripta era stata oggetto di studio, indagini e confronti da parte di docenti, ricercatori e archeologi qui convenuti da varie università italiane, apportando anche nuove conoscenze e ipotesi storico-architettoniche.
Nella primavera del 2014 la nostra Associazione promosse una giornata celebrativa per i mille anni del privilegio dell’imperatore Enrico II rilasciato da Roma all’abate di Farneta. A questa iniziativa aderirono e concorsero varie istituzioni autorevoli con molte associazioni culturali e produttive, ma importante e fondamentale fu il sostegno offerto dalla diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, nella persona dell’allora vescovo Riccardo Fontana. Dette speranza e fiducia la sua espressa volontà e partecipazione, il sentito interesse profuso in un progetto di ripresa materiale e religiosa dell’abbazia, ma il compito purtroppo si rivelò arduo e più difficile di quanto creduto e a poco a poco fu abbandonato.
Da quel 5 aprile 2014 ad oggi sono trascorsi dieci anni ed è sotto gli occhi di tutti che non è avvenuto nessun intervento di ristrutturazione, ma confidiamo, e con lui speriamo, nel parroco don Luigi che ha preso a cuore le sorti di Santa Maria Assunta, che ora è la sua chiesa, e si sta prodigando a trovare le risorse per correre ai ripari.
Benché sia aumentato in maniera considerevole l’afflusso turistico a Cortona e in tutta la Valdichiana negli ultimi anni, di pari passo non è aumentata la presenza di turisti e visitatori all’abbazia di Farneta. Don Sante aveva promosso e diffuso la conoscenza del complesso abbaziale, il valore storico-artistico di questa monumentale chiesa. Nei tanti anni in cui è stato “il sor priore”, migliaia di turisti, di pellegrini, di religiosi sono venuti a visitarla fino a 30.000 presenze in un anno.
Credo, pertanto, sia importante che tutti gli organi istituzionali competenti si propongano di intervenire al fine di evitare che questo bene storico-religioso possa cadere nell’oblio e nella rovina.
Sarebbe un vero peccato non solo per Farneta, ma per Cortona e per tutta la Valdichiana. La vasta area di colline, detta il Chjucio, che per secoli sono state circondate da acque, è ricca di giacimenti paleontologici, di presenze e impronte di varie epoche storiche, e sicuramente merita attenzione e opere che la facciano riscoprire, conoscere e crescere. Termino ricordando ciò che scrisse il dott. Guido Morozzi, soprintendente ai monumenti di Firenze, nella prefazione alla prima edizione del libro di Don Sante Felici L’abbazia di Farneta in Valdichiana nel marzo del 1967 (quasi 60 anni fa): «L’impegno e il sacrificio, quasi ostinati, con cui don Sante Felici, nostro ispettore onorario, ha seguito e curato - ormai da alcuni decenni - le vicende dell’antichissima Abbazia di Santa Maria Assunta di Farneta, da quando fu scoperta e riportata in luce la stupenda cripta del primitivo organismo architettonico, sono garanzia della serietà e dell’importanza di questo suo ulteriore lavoro, inteso ad accrescere le conoscenze e le testimonianze della Val di Chiana nel campo dell’arte e della storia. La raccolta dei reperti da esso allestita, arricchita anche da elementi di interesse paleontologico, è altra benemerenza che don Felici si è acquistata, chiedendo ora (e la Soprintendenza ai monumenti non potrà non ascoltarlo) di vedere intrapresi alla storica chiesa e all’annesso museo quei lavori di sistemazione e di rimessa in valore che veramente meritano.»
A distanza di tanti anni non ci sono parole più attuali".
Redazione