Le misure imposte a livello governativo con la progressiva limitazione dei movimenti di persone e cose, la chiusura di Scuole e Università, la cancellazione di eventi culturali, commerciali e promozionali fino ad arrivare alla chiusura di ogni attività produttiva che non sia ‘strettamente necessaria’ (decreto 22 marzo 2020) sono ormai sotto gli occhi di tutti. Sono prescrizioni miranti all’isolamento sociale, che, in attesa di un vaccino, rappresentano al momento l’unica arma che abbiamo per combattere questo virus.Ma occorre anche cominciare a parlare fin da ora di economia e di marketing del credito bancario. Infatti le piccole banche territoriali e popolari avranno un ruolo decisivo nel dopo Covid-19 in quanto ogni paese probabilmente sarà chiamato a ipotecare l'argenteria di casa e a ripiegarsi nuovamente sul piano nazionale , anche se solo come cosa necessaria, seppur transeunte.
I pesantissimi impatti economici di queste misure, ben oltre quelli portati dalla crisi finanziaria innescata dal fallimento della Lehman Brothers nel 2008, dovranno essere assorbiti tramite politiche economiche di carattere straordinario, che dovranno essere durevoli e non limitate al solo periodo attuale, segnando un’inversione di rotta. Una rinascita economica per invertire il ciclo di contrazione innescato dalla crisi finanziaria globale, ormai un decennio fa, prendendo spunto dal New Deal, basato sulla teoria Keynesiana, che fu portato avanti dopo la Grande Depressione del ’29, dove lo Stato si prese carico delle sorti della propria economia, investendo e ricorrendo alla spesa pubblica come ricetta economica di contrasto alla crisi che stava travolgendo gli Stati Uniti e l’Europa. Un inizio di questo nuovo indirizzo politico sembra essere il decreto Cura Italia (DL 17 marzo 2020) contenente un insieme di provvedimenti per alleviare le ripercussioni sull’economia dovute alla chiusura prolungata di stabilimenti industriali e delle attività commerciali e produttive ‘non strettamente necessarie’. Per il sostegno al settore privato, le misure che verranno messe in atto sono importanti e agiscono in varie direzioni: fisco, accesso al credito, investimenti. Nell’immediato, vi saranno proroghe relative a dichiarazione dei redditi, sospensione dei termini di pagamento delle fatture per il prossimo mese, la sospensione delle rate dei mutui, cassa integrazione in deroga. Il problema che potrebbe venire dallo stop delle attività produttive di micro, piccole e medie imprese è la mancanza di liquidità di cassa nell’immediato. L’impossibilità, quindi, di far fronte alle scadenze dei prossimi mesi, come pagare i dipendenti, provvedere agli approvvigionamenti e mantenimento degli impianti produttivi a basso regime. Un importante passo fatto per far fronte a questo imminente problema è la collaborazione che è stata richiesta con il sistema bancario. In Europa e, in particolare, in Italia, sistema fortemente incentrato sull’istituzione di credito come sostegno all’attività reale, la banca ha un ruolo fondamentale nel supporto alle più piccole realtà imprenditoriali che, non avendo le ‘spalle larghe’ della grande impresa, potrebbero scontrarsi più rapidamente con le insidie per la sopravvivenza in un ambiente economico instabile come quello che si prospetta.
I primi segnali positivi sembrano arrivare dalla Banca Centrale Europea (BCE), che, oltre all’acquisto di titoli pubblici e privati per 750 miliari di euro, sbloccherà risorse per un potenziale di circa 1800 miliardi, allentando i requisiti minimi di capitale imposti alle istituzioni di credito ed attraverso una maggiore flessibilità nell’applicazione dei principi contabili imposti nella rendicontazione in merito alla valutazione dei crediti deteriorati. Questo è quanto predisposto dalla Vigilanza bancaria della BCE, presieduta dall’italiano Francesco Enria, al fine di stimolare la concessione di nuovo credito a famiglie ed imprese. Un ulteriore allentamento dei vincoli ai conti pubblici verrà dalla sospensione del Patto di Stabilità, annunciato dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che permetterà di perseguire le auspicate politiche espansive senza dover tenere conto del vincolo deficit su PIL del 3%. Per un paese ad alto debito pubblico come l’Italia, risulta essere un provvedimento cruciale per far fronte alla crisi da Coronavirus. Questa emergenza non sarà breve e affliggerà non solo l’andamento generale dell’economia Italiana, dovuto ai duri colpi inferti al tessuto industriale nel Nord del Paese, ma si farà ben sentire anche nei territori locali. Infatti, alla riduzione di fatturato provocata dall’attuale chiusura delle attività potrebbe cumularsi il tracollo delle prenotazioni per le nostre imprese turistiche, che sono alla base dell’economia cortonese. Oltre al piccolo sussidio speciale che arriverà dal Governo, le banche territoriali da aprile saranno chiamate a riprendere quel modello di credito incentivante del passato, che ha permesso all’economia locale di arrivare ai traguardi di grande rilievo realizzati durante il secondo Novecento. Insomma, alla ripartenza, più credito ad imprese e famiglie, come fece la Banca d'Italia del mitico governatore Guido Carli.
Gabriele Angori