L’Etruria

Redazione

Il Vescovo Giuseppe Franciolini “Giusto tra le nazioni”?

Perché no?

Il Vescovo Giuseppe Franciolini “Giusto tra le nazioni”?

Nel recente Omaggio al Vescovo Giuseppe Franciolini, tenutosi nella Sala del Consiglio Comunale, più di una testimonianza ha posto l’accento sul suo operato in difesa di Cortona e di persone perseguitate dalla barbarie nazifascista. Tra i tanti fatti ricordati particolare spazio è stato dato al racconto della salvezza dei genitori ebrei di Marcella Pavolini, i signori Hannau, che furono ospitati e nascosti in Episcopio durante l’ultimo anno di guerra dal vescovo Franciolini a rischio della propria vita. Insomma, è stato detto, che sarebbe bene chiedere di far insignire il Vescovo Franciolini dell’onorificenza israeliana di Giusto tra le Nazioni.

Personalmente non so se questo fatto della salvezza degli Hannau sia mai stato segnalato al Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano e  alla speciale Commissione della Corte Suprema Israeliana, che si occupano dell’attribuzione di questa onorificenza.

Se non è stato fatto, sarebbe bene che le autorità civili e religiose cortonesi ed aretine lo facessero. In questo senso possono contare sulla collaborazione gratuita e volontaria del pronipote del Vescovo Franciolini , Andrea Rossi, che, intervenendo alla manifestazione cittadina organizzata dall’Etruria e dal Comune il 20 dicembre 2019, lo ha chiesto esplicitamente.

La prima cosa da fare è quella di segnalare ufficialmente la storia del salvataggio degli Hannau ( e di altri ebrei italiani , come più volte ricordato anche dal nostro giornale, ma ormai ben documentata anche nella letteratura storica locale sulla Seconda Guerra Mondiale) al Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano , che poi trasmetterà tutto  all’Istituto Yad Vashem di Gerusalemme.  Naturalmente va inviata tutta la documentazione storica valida a documentare l’aiuto prestato dal Vescovo Franciolini.

Le regole essenziali  rintracciate su Internet per designare un Giusto sono: l’atto di salvataggio deve essere stato effettuato da un non ebreo nei confronti di un ebreo;deve essere un atto che abbia evitato a uno o più ebrei il pericolo di morte immediata o la deportazione in campi di concentramento; il salvatore deve aver rischiato la propria vita per salvare uno o più ebrei; il salvatore non deve averne tratto alcun vantaggio, né di natura economica né di altro genere, né immediato né futuro.

La Commissione prende inoltre in considerazione: i rapporti specifici tra salvatore e salvato;le condizioni del paese o della zona in cui avvennero i fatti;il periodo storico in cui ciò accadde; e, tutti gli elementi in grado di evidenziare le caratteristiche di eccezionalità dell’azione del salvatore rispetto a un normale comportamento di aiuto al prossimo (degno comunque di rispetto).

Chi viene riconosciuto Giusto tra le nazioni viene insignito di una speciale medaglia con inciso il suo nome, riceve un certificato d'onore e il privilegio di vedere il proprio nome aggiunto agli altri presenti nel Giardino dei Giusti presso il museo Yad Vashem di Gerusalemme. A ogni Giusto tra le nazioni viene dedicata la piantumazione di un albero, poiché tale pratica nella tradizione ebraica indica il desiderio di ricordo eterno per una persona cara. Dagli anni novanta tuttavia, poiché il Monte della Rimembranza è completamente ricoperto di alberi, il nome dei giusti è inciso sul Muro d'Onore eretto a tale scopo nel perimetro del Memoriale.

L’ Etruria mette a disposizione il proprio Archivio storico, che dalla fine del mese sarà tutto online.

Ivo Camerini