Molte (e molto partecipate) le celebrazioni eucaristiche svoltesi in Cortona e dintorni in questo Natale 2020 che ormai tutti chiamano il “Natale della Pandemia Covid-19”. In Duomo la Santa Messa della Natività, quella di mezzanotte, si è tenuta alle diciotto e trenta ed è stata presieduta da S.E. Mons. Italo Castellani, arcivescovo emerito di Lucca, che ha tenuto una bella, significativa omelia di magistero ecclesiastico, che qui pubblichiamo in testo integrale per i nostri lettori. Buona lettura ed ancora Buone Feste da L’Etruria tutta. (IC)
Il tempo di pandemia che stiamo vivendo viene descritto e paragonato al “tempo di guerra”- che molti di noi non abbiamo vissuto, magari visto solo sulle foto o filmati del tempo- con morti e macerie ovunque.
La pandemia ha seminato e di fatto sta seminando morti, le macerie si stanno accumulando non lungo le strade ma nei nostri cuori, nella nostra vita: solitudine, insicurezza, povertà, paura, tanta paura…hanno in modo imprevisto invaso la vita di tutti noi.
Il Natale più brutto della nostra storia dicono alcuni; il Natale che ci riconduce all’ essenziale -ovvero a quello che conta davvero e fa la differenza di un Natale cristiano- dicono altri.
Ed ecco, in questo “scenario di morte”, l’annuncio essenziale che ci viene da Dio e che unico da senso alla vita,alla nostra vita personale e delle nostre famiglie, del nostro vivere sociale e dell’umanità: “Oggi è nato per voi il Salvatore, che è Cristo Signore” ( Lc 2, 11); “La luce saplende nelle tenebre” ( Gv 1,5 ); “Una splendida luce è discesa sulla terra” (Gv 1, 6).
Questo annuncio ci chiede di fermarci almeno un attimo, in silenzio, facendo spazio ad un silenzio interiore che ci aiuti a “stare” davanti a quel Bambino, nato a Betlemme oltre 2000 anni fa, e trovare nella sua “Luce” il senso della vita. Consapevoli -come annuncia il Vangelo di Giovanni- che in Lui “veniva nel mondo la luce vera che illumina ogni uomo” (Gv 1, 9).
E di questa “Luce”, “Che non si spenge mai” ( cfr. Liturgia di Pasqua) -in questo tempo in cui il virus della tristezza e della paura si è diffuso nel cuore dell’ uomo- abbiamo bisogno tutti noi: bambini e ragazzi, giovani e adulti , sani e ammalati, ricchi e poveri…
Questa “Luce” viene ad illuminare la nostra vita quotidiana, i nostri dubbi, le nostre incertezze , le nostre paure e insoddisfazioni. Soprattutto viene a dare risposta alle domande di fondo dell’esistenza che la pandemia, volere o no, ci ha riproposto con forza: “Che senso ha la vita?”, “Che ci stiamo a fare qui sulla terra?”, e così via.
A noi aderire o meno all’annuncio sempre nuovo e sempre attuale che viene dall’evento di Betlemme. A noi crederci fino in fondo o meno!
In questi giorni mi sono imbattuto in una riflessione di Madre Teresa, la Santa di Calcutta, che si è posta le nostre stesse domande sul senso dell’esistenza. Madre Teresa, come sappiamo, ha fatto della sua vita una scelta totalmente donata a Dio e ai fratelli e sorelle che Dio ha masso sul suo cammino, soprattutto a servizio dei più diseredati della terra, quelli che il Vangelo chiama i più “Piccoli” .
Madre Teresa, fidandosi di Dio e ispirandosi al Vangelo di Gesù, ha trovato delle risposte semplici alle domande profonde che come noi si poneva. Le condivido volentieri con Voi, da parte mia arricchite da testi del Vangelo, fiducioso che daranno pienezza e senso cristiano agli auguri che ci stiamo scambiando.
Ed ecco le domande semplici e le risposte profonde di Santa Teresa di Calcutta che possono illuminare questo nostro Natale molto diverso dagli altri anni, ma sicuramente più autentico:
- Qual’ è la cosa più facile nella vita? Sbagliare!
“Sono perdonati i tuoi peccati” (Mt 9, 5 ), ci rincuora Gesù.
- Qual’ è il più grande ostacolo che ci frena nella vita? La paura!
“Non temete, sono con voi tutti i giorni” (Mt 28, 10), ci rassicura Gesù.
- Qual è la radice di ogni male? L’egoismo!
“Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10, ci insegna Gesù.
- Qual’ è il peggior sentimento? Il rancore.
“Amate anche i vostri nemici, pregate per loro…” (Lc 6, 35), annuncia Gesù.
- Qual è la soddisfazione più grande? Compiere il proprio dovere!
“ Mi hai dato cinque talenti, o Signore, ecco ne ho guadagnati altri cinque”, si aspetta Gesù
- Qual’ è la cosa più bella? L’Amore”
“Non c’è amore più grande di questo: dare la vita per i fratelli…(Gv 15, 13 ), ci testimonia Gesù.
- Qual è il più bel regalo? Il perdono!
“Perdonate fino a settanta volte sette…Sempre” , ci chiede Gesù.
- Qual’ è la cosa che ti rende più felice? Essere utile agli altri!
“Non sono venuto per essere servito, ma per servire i fratelli” ( Mc 10, 45 ), ci testimonia Gesù.
- Qual è la forza più potente? La fede!
“Chi crede in me non muore , ma ha la vita eterna” ( Gv 11, 25), promette Gesù.
Questo è la novità del Vangelo , il nuovo modo di vivere inaugurato dal Bambino di Betlemme, il lieto annunzio del Natale!
Vale la pena scommetterci, darci una mano l’un l’altro, consapevoli che nessuno si salva da solo: Gesù, che si fa uomo come noi, è la mano tesa di Dio Padre perché “nulla e nessuno vada perduto” (cfr. Gv 6, 35.40).
Concludo con una battuta, non certo superficiale seppur con un linguaggio sbarazzino, che un amico vescovo –un uomo di fede, saggio e gioioso- mi ha rivolto ieri come suo augurio natalizio: “Don Italo, sta sereno: il “Festeggiato”, Gesù Bambino, c’è…. E gode di ottima salute”!
Sia questa la “fede essenziale” che ci sollecita e ci porta in dono questo Natale, che passerà alla storia come il “Natale della pandemia”.
Don Italo Castellani