Per l'ennesima volta, alcune forze politiche locali intervengono su temi importanti e delicati, con posizioni pretestuose e spesso estemporanee che evidenziano una chiara mancanza di conoscenza e preparazione amministrativa.
Chiediamo, nuovamente, al M5S cortonese che prima di esternare posizioni di critica e comunicare informazioni parziali o inesatte, si informino sulla realtà dei fatti e su quanto intrapreso dall'Amministrazione e soprattutto su quali sono le norme che regolano un appalto di queste dimensioni e con caratteristiche ben precise.
Non è una questione di trasparenza ma di responsabilità: finché non si è in possesso di tutte le informazioni non è corretto, anche a termini di legge, diffondere notizie che possono danneggiare aziende e utenti. Come sempre siamo di fronte al sensazionalismo e non ad una vera e propria conoscenza della questione.
L’Amministrazione Comunale si è mossa con tempestività, legalità e nell’interesse degli utenti, nonché dei lavoratori delle ditte mensa. Oggi, quindi, ripercorriamo l’iter amministrativo del nuovo servizio mensa e ristorazione scolastica del comune di Cortona.
Circa un anno fa il Comune di Cortona ha espletato una gara europea per l’affidamento del servizio di mensa e ristorazione scolastica, una gara per la prima volta ad offerta economicamente vantaggiosa anziché a maggior ribasso in modo tale da non favorire il solo ribasso come unico parametro di aggiudicazione, ma anche la qualità dei servizi offerti.
Alla gara europea hanno partecipato solo due ditte, una ditta di Salerno ed un’ATI composta da due ditte di Lamezia Terme, risultata poi aggiudicataria del servizio. La commissione di gara era composta da qualificati esperti provenienti in maggioranza da altri Comuni della Toscana. Alla stipula del contatto il Comune di Cortona ha richiesto i certificati antimafia, che sono stati correttamente acquisiti.
Appena siamo venuti a conoscenza della notizia, il 12 giugno scorso, di una interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Cosenza nei confronti della ditta Cardamone, ditta mandante partecipante all’ATI in forma minoritaria aggiudicataria del servizio, ci siamo subito attivati sia interrogando il sistema BDNA sia scrivendo noi immediatamente alla Prefettura di Cosenza, che ha semplicemente confermato la presenza, ed alla Prefettura di Arezzo per verificare gli effettivi contenuti della stessa.
Non appena ricevuta risposta affermativa e conferma da parte della Prefettura di Cosenza, il 21 giugno, abbiamo avviato la procedura come per legge, chiedendo l’immediato allontanamento della ditta Cardamone interessata dall’interdittiva, che non è la ditta capofila dell’ATI (e questo non legittima la risoluzione contrattuale), ma anche avviando un contraddittorio con la ditta Scamar mandataria con cui solo abbiamo sempre tenuto i rapporti.
A differenza di diversi casi indicati dai Cinque Stelle, a Cortona, la Cardamone non è titolare dell’appalto ma è una componente del raggruppamento e con la sostituzione di tale “socio” il contratto deve necessariamente proseguire.
Sarà difficile fare esattamente quello, e solo quello, che pensa il Consigliere Scorcucchi: ci sono regole, norme e procedure che sembrerebbero (quando riguardano gli altri) stare tanto a cuore ai Cinque Stelle, salvo appesantirle o bypassarle secondo una loro visione. Questo, piaccia o no, non è possibile.
Per quanto riguarda il servizio svolto fino ad oggi riteniamo sia buono ed abbiamo effettuato frequenti e costanti sopralluoghi alle cucine ed ai refettori, abbiamo tra l’altro aperto la possibilità di sopralluogo anche ai consiglieri comunali ed alcuni di essi, tra cui proprio il M5S ne ha effettuati. Abbiamo svolto diversi incontri durante l’anno scolastico con i comitati mensa, di cui fanno parte i genitori dei vari plessi. Ricordiamo inoltre che effettuiamo continuamente controlli alle derrate alimentari e controllo qualità della filiera di lavoro, tramite una ditta esterna che effettua prelievi e visite di controllo senza preavviso e mensilmente in tutti i centri cottura ed in tutti i refettori.
Abbiamo sempre collaborato con le forze di opposizione e risposto ad interrogazioni fornendo informazioni su questo ed altri servizi ogni volta che ci è stato richiesto. Non è mai mancata la trasparenza da parte nostra ed abbiamo dato tutte le informazioni sul nuovo appalto e l’affidamento del servizio non appena esso si è concretizzato. In questo caso più che mai ci siamo attivati senza titubanze e con celerità per tutte le verifiche di legge, nonché gli atti conseguenti.
Per sapere come si concluderà questa ulteriore questione e per darne tempestiva comunicazione alle famiglie utenti del servizio ed ai cittadini, stiamo attendendo proprio in questi giorni ulteriori documenti e risposte da parte della ditta Scamar capofila dell’ATI per la verifica della sussistenza dei requisiti per l’eventuale proseguimento del servizio, direttamente o con eventuali nuovi soci da individuare.
Non dimentichiamoci, va ridetto, che l’interdittiva riguarda la sola mandante e che con la sostituzione di essa, per legge, il contratto non è oggetto di risoluzione.
Le verifiche che stiamo facendo non rappresentano l’inerzia o la connivenza, ma sono, piuttosto, un qualcosa in più rispetto a quello che impone la legge (invece che far semplicemente sostituire la Cardamone con un nuovo operatore, soluzione di legge, stiamo infatti verificando con attenzione tutto il contratto).
Riguardo infine ai servizi aggiuntivi offerti dall’ATI in gara, che non sono stati in ogni caso determinanti per l’aggiudicazione ma senza dubbio importanti per ulteriori miglioramenti ai centri cottura, per espressa volontà del Comune sono stati differiti alla realizzazione della cucina di Terontola ed altre valutazioni d’interesse pubblico.
I servizi ancora mancanti, dunque, dovranno essere erogati nei prossimi mesi; in via precauzionale e ad ulteriore tutela dei soldi dei cittadini abbiamo in ogni caso bloccato i pagamenti dell’Ente nei confronti della ditta.
In tal modo, nel caso in cui non venissero erogati o forniti nei tempi richiesti, avremo risorse disponibili per poterli mettere in atto autonomamente.
Siamo quindi lontani dall’assecondare un inadempimento, ma siamo invece davanti ad una effettiva tutela degli interessi dei nostri cittadini.