Pierre Carniti, un mito del sindacato e della politica italiana, compie oggi ottant’anni. Tanti auguri,Pierre, anche dai tuoi amici delle terre cortonesi.
Nato il 25 settembre 1936 a Castelleone in provincia di Cremona, Pietro Secondo Carniti detto Pierre è un’icona cislina di primo piano, un mito sindacale per quelli della mia generazione. Dai campi ,dalle terre delle Bodesine alla metropoli industriale di Milano, ai palazzi politici di Roma e di Bruxelles, Carniti è sempre rimasto dalla parte dei lavoratori e degli ultimi, di coloro che non hanno voce. Questo , in estrema sintesi, infatti il filo d’Arianna del cammino sociale ed umano di Pierre Carniti, che oggi spegne le sue ottanta candeline.
Ottant’anni sono un traguardo , una tappa importante nella vita di ogni persona, ma lo sono ancor di più per uno che si è donato ( e continua a donarsi nei tempi nuovi dell'oggi) all 'altro , al prossimo senza risparmio intellettuale e fisico per combattere la “buona battaglia” dei diritti del lavoratori, della loro promozione umana nei processi economici e civili dell’Italia del Secondo Novecento . Cioè di un cinquantennio che ha visto trasformazioni complesse e magmatiche della nostra democrazia, della nostra libertà e del cammino dei valori di uguaglianza, di solidarietà, di dialogo e di cittadinanza.
Carniti è stato ed è in questo senso una delle bandiere “biancorosse” e “verdi” più amate e significative del popolo italiano che crede , che si riconosce e vuole progredire seguendo i dettami della nostra Costituzione repubblicana ed in particolare del suo primo articolo: un paese fondato sul lavoro.
Carniti, nel ventennio 1960-1980, è stato un sindacalista d 'assalto che ha guidato battaglie memorabili per la contrattazione nazionale ed aziendale. Il suo comizio alla grande manifestazione nazionale dei metalmeccanici a Reggio Calabria nell’ottobre 1972 è stato utilizzato addirittura come colonna sonora del finale del film “Bianco e nero” uscito nel 1975.
È stato poi, ed è tutt’oggi, un leader sindacale e politico nazionale nel senso nobile del termine, cioè che ha inteso e praticato sempre il sindacato e la politica come servizio alla comunità nazionale e locale, come liberazione del lavoratore dalle subalternità economiche e culturali.
Carniti è un leader carismatico che a ventitré anni guidava i metalmeccanici milanesi, a trenta quelli di tutt'Italia. A trentatré anni fu membro di segreteria nazionale della Cisl, anche se per pochi mesi. Ne uscì per guidare , assieme a Benvenuto e Trentin, gli operai italiani nella grande stagione delle lotte degli anni 1969-1973. Rientrato poi in segreteria nazionale della Cisl, a soli quarantatre anni, nel 1979, ne divenne il segretario generale. Nel sindacato e nella politica Carniti è stato ed è un vero antiguicciardiniano. Egli infatti non si è mai mosso per “convenienza del suo particolare” , ma sempre per idealità e concreta serietà ed onestà del fare a vantaggio del bene comune, dell’interesse generale.
Mitiche sono rimaste alcune sue scelte. Come quando rinunciò alla Presidenza della Rai pur di non venir meno ai suoi principi. Oppure come quando dopo un discorso all'annuale Forum Ambrosetti , avendo avuto il rimborso spese vive dal sindacato, girò l'assegno del compenso ad un istituto di cultura, comunicandolo con lettera allo stesso presidente del Forum. Oppure come quando, nel 1983, contro uno sciopero corporativo di alcuni medici ospedalieri scrisse al Presidente del Consiglio chiedendogli a nome della Cisl di precettare quei lavoratori che stavano mettendo in serio pericolo la salute degli ammalati, cioè dei cittadini italiani più deboli.
In questo suo fare e teorizzare l’azione sindacale, egli a buon diritto si inserisce nel solco tracciato dai giganti italiani della cultura cristiano sociale del cattolicesimo democratico e del socialismo democratico: da Giulio Pastore a Ferdinando Santi , da Riccardo Lombardi a Sandro Pertini, da Dossetti , Lazzati, La Pira ad Aldo Moro e ad Amintore Fanfani.
Il modesto e cislino minore, figlio di contadini cortonesi, che scrive questa nota di auguri ha avuto la fortuna di averne e goderne l ' amicizia a livello di un fratello maggiore. E quindi nell ' augurargli ogni bene in questo suo genetliaco, non può che aggiungere un fraterno grazie e gridare un sincero : Lunga vita a Pierre!
Ivo Camerini