L’11 gennaio scorso Daniela Piegai ha compiuto ottant’anni: e ora Cortona – ove era nato il padre; la madre, invece, era fiorentina – non può che renderle omaggio affettuoso.
E non soltanto perché, dopo aver viaggiato e sostato in luoghi lontani, a fine anni Settanta Daniela e Bruno hanno scelto di vivere nella casa di famiglia di lei, nella campagna cortonese, memore delle estati dell’infanzia e adolescenza. Ma anche perché a Cortona Daniela Piegai ha aperto una prestigiosa galleria d’arte, popolata dai suoi quadri coloratissimi e meravigliosi, che – chissà – forse davvero prendono vita nelle notti serene… E soprattutto perché Daniela è stata ed è una straordinaria autrice di letteratura dell’immaginario, antesignana delle fantascientiste italiane contemporanee, da Nicoletta Vallorani a Romina Braggion, per le quali rappresenta un riferimento imprescindibile; eppure, è anche attualissima, quasi che la sua scrittura sia in grado di andare oltre il tempo.
Per chi la conosce, questo non è motivo di sorpresa: Daniela Piegai ha infatti del tempo una percezione orizzontale, quasi fosse un continuum nel flusso del divenire, e dunque la sua produzione non può che trascendere questa coordinata che altro non è che un espediente umano per tentare di dare ordine all’universo; quella stessa produzione sa farsi, tuttavia, paradigma della società del tempo presente, del tempo che chiamiamo nostro, di cui individua (secondo la definizione di Primo Levi, poco noto quale autore di racconti fantascientifici) «smagliature» e «vizi di forma», mostrando così che è possibile immaginare un altro mondo, migliore di questo che tanto delude, e dunque, attraverso la scrittura, rendere legittimi il sogno e l’utopia.
Bellezza e giustizia sono infatti le parole chiave per comprendere la narrativa di Piegai: la bellezza di un paesaggio, di un’emozione, di una vita intera… la straziante, meravigliosa bellezza del creato che non può essere offuscata dall’ottusità e dall’ingiustizia; ed ecco, allora, la tensione per la giustizia, l’ascolto attento e partecipe nei confronti di coloro che da sempre sono ultimi, feriti o dimenticati, resi opachi da lungo silenzio: donne e anziani, giovanissimi tra infanzia e adolescenza, incompresi e ribelli per necessità di sopravvivere, per volontà di riequilibrare lo stato delle cose sempre tristemente uguale a sé stesso.
Proprio perché la scrittura rappresenta per Daniela la risposta a un’urgenza di carattere etico, nel corso della sua attività ormai quasi cinquantennale (il primo racconto pubblicato data infatti al 1977) l’autrice non ha inseguito mode e tendenze del mercato, continuando a tessere storie e a creare mondi senza ricercare a ogni costo stampa e successo, consapevole di dare voce a un’istanza prima di tutto interiore, che trova nella fantascienza il proprio spazio di libertà (è il titolo di un bel saggio pubblicato nel 1991). Storie e mondi irriducibili rispetto ai generi letterari tradizionali, ibridati con attitudine originale, il che rende la produzione di Piegai difficilmente classificabile e collocabile, ma rende ragione della sua capacità straordinaria di andare oltre il tempo, come si è detto.
È in questo scenario che va interpretato il femminismo della scrittrice: sobrio, mai esibito, ha dolorosa contezza di quanto ancora siano impervie le vie della parità. Ed è un femminismo che si incarna nei personaggi femminili non convenzionali, portatori di valori alternativi rispetto alla norma e capaci di attraversare le contraddizioni; nel linguaggio calibrato con attenzione di genere, oltre che evocativo ed elegante, e nella prosa che unisce garbo e ironia; nello sguardo di donna, che non può che essere differente, alieno, perché differente è il modo di leggere e interpretare la realtà che donne e uomini storicamente hanno sviluppato.
È merito di Delos Digital e del suo direttore editoriale Silvio Sosio aver riscoperto Daniela Piegai, grande scrittrice cortonese, di cui nell’ottobre scorso è stato riproposto Il mondo non è nostro, un capolavoro ormai divenuto introvabile a causa delle sfortunate vicende editoriali de La Tartaruga, l’editrice che lo pubblicò nel 1989. E non è che l’inizio: in primavera, sarà la volta di un secondo titolo, Incanti alieni, che comprenderà i primi dodici racconti dati alle stampe dall’autrice tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta; a lei, inoltre, sarà dedicata ampia parte del numero 97 della rivista di fantascienza Robot e l’intero numero 13 della rivista di critica marx/z/iana Un’ambigua utopia, un monografico di ben 120 pagine.
Infine, le persone che la apprezzano e le vogliono bene potranno incontrare Daniela nella sua Cortona, nella sua galleria d’arte, venerdì 24 febbraio alle 18.00, per augurarle, con qualche giorno di ritardo ma con affetto immutato, ‘buon compleanno’.