L’Etruria

Redazione

Gino Zucchini "star" ai Bastioni di Arezzo

Durante la cena sociale annuale degli agricoltori aretini della Cia, presentato il libro " Dal Colle del Riccio a Sepoltaglia"

Gino Zucchini "star" ai Bastioni di Arezzo

Giovedi 5 dicembre 2024, ai Bastioni di Arezzo, si è svolta una bella "serata d'onore" per il cortonese Giacinto Gino Zucchini, poeta dialettale, collaboratore e socio pensionato della Cia aretina e persona amata da tutti i dirigenti e gli agricoltori della Confederazione Italiana Agricoltori.

Terminata l'assemblea provinciale dell' organizzazione degli agricoltori aretini, presieduta da Serena Stefani ed organizzata dal direttore Massimiliano Dindalini, i componenti del direttivo provinciale e gli associati nella Anp-Cia, guidati dai loro presidenti  Domenico Baldi ed Enrico Vacirca, si sono ritrovati nello storico Salone dei Bastioni per la cena sociale annuale 2024.

Un bel convivio, a base di squisite  pietanze di prodotti delle aziende agricole aretine associate, che ha avuto al centro dell'incontro la presentazione del libro di poesie in dialetto chianino " Dal Colle del Riccio a Sepoltaglia", recentemente pubblicato dal socio Giacinto Gino Zucchini, cui i dirigenti provinciali e regionali dell'organizzazione hanno consegnato una importante targa di riconoscimento e gratitudine per la sua ultradecennale collaborazione agli uffici aretini e passione culturale per la civiltà contadina.

Insomma una bella serata d'onore per il quasi novantenne Gino de Checcone, che con la sua arte poetica dialettale ha illustrato la grande cultura contadina aretina e la vita sociale della Cia, oltre che le terre cortonesi dove egli è nato ed ha sempre vissuto. 

La presentazione del libro, dopo i discorsi di saluto di Baldi, Vacirca, Stefani e Dindalini è stata tenuta da chi scrive e dal poeta  cortonese Carlo Roccanti, che, da fine dicitore qual è,  ha anche allietato i presenti con la lettura di alcune poesie raccolte in questa pubblicazione. La targa è stata consegnata da Serena Stefani e da Enrico Vacirca,  rispettivamente presidenti della Cia aretina e di dell'Anp-Cia Toscana.

Nella foto collage e nella gallery alcune immagini della serata, scattate da Jonathan Barillari e qui di seguito il testo del copione utilizzato dai presentatori per rendere omaggio all'amico poeta Giacinto Gino Zucchini.

Ivo Camerini 

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Copione per la  Presentazione del libro

“DAL COLLE DEL RICCIO A SEPOLTAGLIA”

Assemblea provinciale e cena della CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) ai Bastioni di AREZZO 5-12-2024

 

Presentazione iniziale di Ivo Ulisse CAMERINI

In genere il dialetto, che è stato la “colonna sonora” di quello che è uno dei nostri principali “giacimenti culturali” voglio dire la CIVILTA’ CONTADINA, è stato oggetto di cura e di studio da parte dei Preti. Preti che, a differenza di oggi, rimanevano legati alle loro parrocchie anche per molti decenni. Mi basta citare alcune colonne del dialetto chianino/cortonese come  Don Francesco Chiericoni (alias Maranguelone da Tuorgna), il Moneti, Don Valentino Berni (alias Pasquele de la Cermentosa), fino a Don Sante Felici, mitico Abate di Farneta e autore del pregevole Vocabolario del  dialetto chianino. E ne ho lasciati per strada tanti altri… Questa sera ho invece l’onore di presentarvi due degli ultimi poeti dialettali e cultori del dialetto chianino “laici” : Giacinto (meglio conosciuto come Gino) ZUCCHINI,  autore della raccolta di poesie “DAL COLLE DEL RICCIO A SEPOLTAGLIA” che presentiamo qui stasera, e Carlo ROCCANTI, suo amico e compaesano da una vita a cui ho demandato il compito di tracciare una ironica “biografia” del nostro Gino e soprattutto vorrei sfruttarlo come “fine dicitore” di alcune poesie della raccolta. Infatti, assieme al sottoscritto, a Sergio ANGORI e Rolando BIETOLINI è stato protagonista di una infinità di eventi culturali dedicati al dialetto chianino ed alla storia di Cortona. Dopo il suo pensionamento dalle Ferrovie, Gino è stato per anni una delle colonne della C.I.A. di Arezzo: un po' il factotum di questi Uffici e il brillante animatore di tante gite e iniziative in questo ambito. Giustamente i vecchi amici vogliono festeggiarlo e cosa c’è di meglio se non addentrarci nel suo mondo fatto di tante e tante poesie d’occasione…? Per questo lascio volentieri la parola all’amico Carlo ROCCANTI.

Intervento di Carlo ROCCANTI

Prima di tutto un ringraziamento a Ivo Ulisse CAMERINI  che, per conto del nostro Giacinto-Gino ZUCCHINI mi ha delegato il compito di condurre questa belle serata. E naturalmente un sincero ringraziamento alla CIIA di Arezzo per questa bella accoglienza e per la folta presenza di pubblico.

Per me non è certo un compito difficile parlare di Gino ZUCCHINI, mio compaesano e amico di una vita: per l’età ci dividono 16 anni e lo considero pertanto come un…fratello maggiore. Da sempre ci siamo sfottuti e abbiamo ironizzato alla grande su tutto e tutti. Sempre pronti però a darci una mano: assieme abbiamo operato in tante iniziative sociali come il Consiglio Parrocchiale di Riccio e in tanti spassosi incontri culturali legati al nostro Dialetto Chianino del quale siamo entrambi cultori da sempre. Un amore che per entrambi è legato alla figura di Don Alfredo CALONI  che è stato parroco del Riccio per quasi 50 anni (dal 1913 al 1962)  e che è stato un grande ed arguto poeta dialettale e cultore del Dialetto Chianino a tutto tondo. E’ lui che ci ha instillato questa passione fino a farci diventare suoi epigoni.

Questa è una serata in onore di GINO: se la merita fino in fondo perché sono pochi a saper intessere rapporti umani come lui e a raccontare eventi, pensionamenti, gite e quant’altro con infinita arguzia, ironia e simpatia. Lo dimostra la sua raccolta di poesie che presentiamo stasera: raccolta notevole e corposa ma che è …parziale, una semplice “scrematura” rispetto a tutto quello che Gino ha scritto in questi anni. Ma parliamo ora un po’ di lui….

Giacinto-Gino ZUCCHINI , meglio noto col patronimico di famiglia come Gino de Checcone. Non dimostra affatto gli anni che ha sul groppone, ma anagraficamente è un “Classe 1936”: un anno importante con coetanei famosi quali Virna LISI (che, a onor del vero, esteticamente è sempre stata meglio, molto meglio di lui….), Silvio BERLUSCONI, Lino BANFI e financo Papa FRANCESCO…. In quei ruggenti anni ‘30 nulla lasciava presagire che, solo tre anni dopo, l’Europa sarebbe caduta nella peggiore barbarie di tutti i tempi.  Nel titolo della raccolta, Gino cita due tra i posti più belli della nostra zona: Sepoltaglia , il  Santuario sorto sulle rovine di un castello millenario che dominava la val d’Esse e la Val di Chiana, proprio in faccia a Cortona, e Il Colle del Riccio, posto incantevole a picco su Terontola e dirimpettaio del Monte Amiata e del Cetona. Qui appunto nacque Gino, in una modesta casetta al piano terra con davanti un lussureggiante boschetto di Lecci che un po' toglievano la luce, ma d’Estate offrivano una invidiabile oasi di ombra e refrigerio. Gli Zucchini  erano, come si diceva allora, “a contadino” presso la famiglia Farina, i più importanti proprietari terrieri della zona. Qui visse serenamente i suoi primi anni col padre  Gigi (naturalmente anche lui “de’ Checcone”), la madre Maria e la sorella Concettina. Avendolo ben conosciuto, posso dire a ragion veduta che Gino è la fotocopia del babbo Gigi, anche lui dotato di una grande verve dialettica e di un immenso spirito ironico. Ben presto arrivarono quegli anni tristi cui ho accennato: dalla casa del Colle il frugoletto Gino osservò da vicino i bombardamenti alleati alla stazione FFSS di Terontola e poi l’infinita teoria di uomini e mezzi anglo/americani che risalivano la SS 71 verso la Linea Gotica.  Finita la guerra, venne per tutti l’impegno della ricostruzione, ma Gino aveva aspirazioni diverse : la terra , come si suol dire, è….bassa e fitta ! E poi in tutte le famiglie, all’inizio degli anni ’60 gli anni del “boom”, c’ era voglia di cambiamento e si faceva strada  il mito del “posto fisso”.  La Ferrovia era ormai divenuta la… FIAT di Terontola ed anche Gino prese inevitabilmente quella strada. Il matrimonio con l’”ossaiese” Marisa BINCHI e poi due lustri in quel di Milano dove finì di.. “incivilirsi” diventando anche un gran tifoso del MILAN, cosa di cui avremo modo di parlare…. Poi il ritorno a casa: la tanto desiderata  villetta al Bivio del Riccio, due bravissimi figli Stefano e Maria Grazia che lo avrebbero poi fatto nonno di due splendide nipotine.  E qui, tra Terontola e Chiusi, ha concluso la sua carriera di Ferroviere nel ruolo di Capotreno (o meglio, di Conduttore, anche se era invece il treno a condurre lui….).  A cavallo della meritata pensione ha condotto vari hobby quali la bicicletta, anni or sono un po' la caccia, l’impegno nel mondo associativo locale ed in particolare presso l’UNITRE di Terontola, il suo immenso amore per la poesia dialettale ed infine il suo servizio part-time presso la CIA di Arezzo. Fino a non molto tempo fa , voi lo sapete bene, è stato il factotum e il punto di riferimento in questi uffici, nonché brillante animatore di tante gite, ricorrenze, pensionamenti e iniziative sociali di ogni tipo..

E veniamo finalmente a Gino ZUCCHINI poeta e attento osservatore degli eventi. La sua poesia, come in parte la mia del resto…, è “poesia d’occasione”: poesia che ha contemporaneamente un pregio e un difetto. Il “pregio” è quella di essere ben apprezzata all’interno di uno specifico gruppo di riferimento che conosce, personaggi, eventi battute… Il “difetto” è invece che, al difuori di questo gruppo, diviene difficilmente comprensibile e occorrerebbe  infarcirla con una miriade di note e riferimenti esplicativi a piè di pagina….   Tipica è appunto la “Poesia per Nozze”, fino a pochi anni or sono attesissima in un piccolo paese come il Riccio: quando eravamo invitati entrambi, non ci facevamo certo…la guerra ! Anzi ci mettevamo a tavolino e ne venivano fuori delle esilaranti composizioni “ duetto” stese a…quattro mani !

Poi i “tenzoni poetici” tra di noi con al centro due argomenti quali la POLITICA e il CALCIO che ci vedevano in sponde opposte….

Gino si è sempre dichiarato “socialista cattolico” moderatamente a…”mancina” diversamente da me , vecchio “democristiano cattolico” ma con orientamento sempre più accentuato a…”dritta” !

Mi divertivo a dargli noia giocando sulle contraddizioni dei Socialisti:

Quei ch’a Cortona stano col Barbini / e a Roma con Fanfani e Spadolini.

Lui rispondeva volentieri ricordando la mia “campagna elettorale” quando, giovanissimo di 23 anni, fui eletto Consigliere Comunale a Cortona dal 1975 al 1980 con n. 26 di preferenza nella lista della Democrazia Cristiana:

Te’nterpellèa per posta e pe’ la via / eppù vì a ‘rcomadàsse   :

“Che ‘l vostro voto ‘n vèda sprechèto, / Carlo Roccante…Scudo Crocèto !

Si sirò Sìndeco  non se sa mèi… / ma, ‘ntànto, preferenza Ventisèi !”

‘L voléon fè Sìndeco, gne toccò a smétte / perché d’ i voti ne manchèon sette.

Conta ch’arcònta, fécion le pròve…./l’altri eron Séddece, loro èron Nove…!

Se Gino permette, vorrei ricordare un simpatico aneddoto sempre in quest’ambito. Vi ricorderete certo quando nei primi anni ’90 scoppiò lo scandalo di “Mani pulite”: tutti i Partiti politici di allora erano colpevoli in ugual misura ma, complice una martellante compagna di stampa e TV,  alla fine i Socialisti divennero per l’opinione pubblica il simbolo di questo malaffare. Dunque, in quegli anni, a differenza di oggi, le chiese erano piene di fedeli alla Messa domenicale. Gino ed io eravamo in piedi in fondo a chiesa e ci scambiavamo battute come al solito. Il Parroco, il compianto Don Giuseppe TREMORI, a fine Messa invitò i fedeli a fare una ulteriore offerta destinata all’assistenza ai più bisognosi. Proprio allora Gino sorrise a una mia battuta che, essendo Domenica, era sicuramente legata al contrasto MILAN/FIORENTINA , le nostre squadre del cuore. Don Giuseppe dall’Altare notò la cosa prendendola…a traverso e disse esplicitamente: “ Eh si caro Gino, c’è poco da ridere perché noi i soldi sappiamo bene a chi destinarli…mica siamo come il Socialisti !”  E con la mano fece il gesto di chi arraffa. Gino era del tutto innocente, posso testimoniarlo, però cambiò colore: rosso in viso…quasi viola. Però, vista la sacralità del luogo, non ebbe la prontezza e soprattutto la volontà di replicare. Questo a dimostrazione di quanto si diceva nelle nostre campagne:  “Qualche volta sbaglia anco ‘l Préte da l’Altère…”

Poi la polemica calcistica MILAN/FIORENTINA di cui ho fatto cenno e rimase famosa la descrizione che gli feci di FIORENTINA-MILAN 3-1 del 12 Novembre 1972, partita che Gino era andato a vedere a Firenze con altri amici rossoneri del Riccio:

A vedé quéi de Milèno  / lù e ‘l Caprini vàn col treno.

Se ‘ngumìncia e sénse Prèti (il mitico Pierino Prati) / Gino disse. “Sòn freghèti !”

Quande apareggiò Longoni / gne se strénseno …i coglioni.

‘Ppù con Clerici ‘n vantaggio…./ perse tutto ‘l su coraggio.

S’argumincia e sense Chèso (Mimmo Caso)/da la rabbia stòrce ‘l nèso:

bèrcia, sdìnguela, scungiùra…./ d’arvì a chèsa ha gran primùra !

 

Intervento di Ivo Ulisse CAMERINI

Dopo aver conosciuto il personaggio Gino ZUCCHINI con questa ironica e simpatica biografia che ne ha tracciato l’amico Carlo ROCCANTI, veniamo alla lettura di alcune delle sue composizioni dialettali.  Dall’inizio degli anno ’90 e fino alla recente scomparsa del Parroco Don Ferruccio LUCARINI, in un paesino alle falde di Cortona, San Pietro a Cegliolo, in occasione della famosa SAGRA DELLA CIACCIA FRITTA tassativamente l’ 8 Dicembre, si teneva il Concorso di Poesia Dialettale legato ai temi della nostra CIVILTA’ CONTADINA ed in particolare alla coltura dell’Olivo. La giuria del concorso era inevitabilmente composta dal sottoscritto Ivo Ulisse CAMERINI, da Carlo ROCCANTI e da Rolando BIETOLINI con l’aggiunta di altri personaggi cortonesi che variavano ogni anno. Poi, sul far di notte e col freddo atroce per la Tramontana che veniva giù dal Sant’Egidio, su un palchetto traballante davanti alla chiesa si dava lettura delle poesie e si proclamava il vincitore. Tutto questo per dire che, quando Gino metteva in concorso una sua poesia…non c’era storia. Troppa la differenza tra le sue produzioni e quelle degli altri che erano molto…ma molto dilettantesche. Così ci vedevamo costretti a inventarci in corso d’opera qualche “premio speciale” perché, onestamente, non si poteva far vincere Gino ZUCCHINI tutti gli anni !

Partirei quindi da uno sua poesia del 1995 QUANTO TRIBBELO PER UN BECIO (Pag.106). Una composizione che riteniamo tra le migliori di Gino sia per il tema trattato (la vita quotidiana nell’ambito del vecchio mondo contadino e il raffronto con la vita di oggi), sia per l’accuratezza della metrica e della scrittura dialettale. Lascio pertanto la parola a Carlo ROCCANTI.

Carlo ROCCANTI legge la poesia.

Intervento di Ivo Ulisse CAMERINI:

Se ci ritroviamo qui stasera a festeggiare il nostro Gino ZUCCHINI, il merito è fondamentalmente di Domenico BALDI che mi ha contattato in merito. Non poteva dunque mancare un bella poesia di Gino che lo vede come protagonista. Si tratta  della poesia PER IL PENSIONAMENTO DI DOMENICO BALDI-29 GIUGNO 2019  (Pag.55) che adesso il nostro fine dicitore Carlo ROCCANTI  ci leggerà.

Carlo ROCCANTI legge la poesia.

Intervento di Ivo Ulisse CAMERINI

Ogni anno, in Primavera, l’ UNITRE di Terontola organizza l’evento “PRIMAVERA DI DONNA” proprio per esaltare il ruolo insostituibile della donna nella nostra società. Vorrei pertanto proporvi OMAGGIO ALLE DONNE  (Pag. 170)  poesia scritta da Gino il 22 Aprile 2017 e lascio ancora la parola a Carlo ROCCANTI.

Carlo ROCCANTI legge la poesia.

Intervento di Ivo Ulisse CAMERINI

Personalmente ho avuto l’onore di essere stato tra i più stretti collaboratori di un grande sindacalista cattolico, Pierre CARNITI. E fu appunto CARNITI che , assieme a l Ministro MARCORA,  varò negli anni 1982-85 la famosa Legge del 1964 sulla fine della Mezzadria. Legge fondamentale che comportò la trasformazione della Mezzadria in Contratti di Affitto Agricolo dando  alle cooperative agricole la possibilità di accedere a finanziamenti e mutui. Tornando al concorso di poesia dialettale di San Pietro a Cegliolo, nel 2012 gratificammo appunto Pierre CARNITI col Premio della Civiltà Contadina. Il nostro GINO , che viene appunto da questo mondo e che è sempre attentissimo alle sue trasformazioni, volle celebrare la cosa con una delle sue poesia in concorso: “SINDACHETO:UN USETO SICURO” dell’8 Dicembre 2012 (pag. 116) , poesia che adesso il nostro fine dicitore Carlo ROCCANTI  vorrà leggerci.

Carlo ROCCANTI legge la poesia.

Intervento di Ivo Ulisse CAMERINI:

Sempre per restare in questo tema, non può mancare la lettura di una poesia direi quasi “biografica” di Gino che ci racconta in sintesi la sua vita facendo riferimento appunto alle donne che ha avuto vicino. Si tratta di OMAGGIO ALL’ALTRA META’ DEL CIELO ((Pag. 158)  scritta da Gino il 12 Aprile 2014 e che adesso ascolteremo dal nostro Carlo ROCCANTI.

Carlo ROCCANTI legge la poesia.

Intervento di Ivo Ulisse CAMERINI

Nella sua ironica “biografia” di Gino, Carlo ROCCANTI ha accennato agli scherzosi tenzoni che teneva con Gino sul tema della politica. Di recente a Cortona è stato rieletto Sindaco Luciano MEONI con una sua lista civica di Centrodestra staccata formalmente dai partiti. Con la sua consueta arguzia Gino ha voluto dedicare al Sindaco Meoni questa sua poesia del 28 Agosto 2024 GNE MANCA SOL LA ELLE , giocando sul cognome “Meoni-Meloni”. Lascio la parola a Carlo ROCCANTI che, ne sono certo, ce la leggerà con particolare soddisfazione….

Carlo ROCCANTI legge la poesia.

Intervento di Ivo Ulisse CAMERINI

Ci stiamo avvicinando alla conclusione e mi piace tornare un po' alla “biografia” di Gino. Dalla metà degli anni ’60 Gino è stato un grande animatore del Consiglio Parrocchiale del Riccio, divenendone anche Presidente. Ogni anno, prima di Natale, si teneva al Riccio una ambita “CENA PAESANA” con una “location” particolare: il Frantoio Oleario oppure l’ampio garage del compianto Dott. Luigi Nucciarelli. All’epoca il nostro Carlo ROCCANTI era un “ragazzaccio” sui vent’anni o poco più ed ogni anno buttava giù una lunga poesia dialettale da leggere in questa occasione, riportando ironicamente il piccolo “gossip” di paese, i personaggi tipici del Riccio e le storie dell’anno ormai agli sgoccioli. In quegli anni Gino aveva anche l’ hobby della caccia: non era un cacciatore …assatanato, si diceva piuttosto che …portasse a spasso il fucile.   Eppure, siamo nel 1972, incredibilmente un bel giorno Gino tornò dal Poggio con un bel fagiano legato al carniere. Uno stupore generale pervase il paese…come poteva essere successo ?  Studia che studia, argutamente il nostro Carlo ROCCANTI trovò una sua…spiegazione che così lesse al popolo del Riccio.

Carlo ROCCANTI legge la poesia del fagiano.

Intervento di Ivo Ulisse Camerini

Come… “benfinita” vorrei regalare un piccolo divertissement in dialetto per terminare con il classico castigat ridendo mores ed intessere quindi un omaggio al nostro dialetto chianino proponendovi un classico in un “duetto” con Carlo Roccanti. Si tratta del famoso “UCELLO ‘N GHJESA “ una poesia notissima che si ritiene scritta dall’aretino Poggio BRACCIOLINI e che è divenuta patrimonio un po' di tutti i dialetti italiani. Avendo frequentato in gioventù il Seminario io farò la parte del Prete e Carlo invece quella del narratore.

Lettura a due voci de “L’UCELLO ‘N GHJESA”

Intervento di Ivo Ulisse CAMERINI

Carlo ed io vi ringraziamo per la vostra attenzione. Ringraziamo la CIA di Arezzo per la splendida ospitalità che ci ha offerto e ringraziamo soprattutto il nostro Gino ZUCCHINI che ci ha dato lo spunto per passare in mezzo a voi questa bellissima serata. Forza Gino! …Mantieniti sempre così brillante e attento cronista delle cose del tuo mondo e, che dire di più ? Nient’altro che: Ad Majora, Gino !  Ad maiora, Cia! Ad maiora, popolo bello di lavoratori e pensionati associati nella Cia di Arezzo!