Nell’Italia giustamente ingabbiata, le notizie non si raccolgono più per strada , ma si incontrano sui social,finché la rete reggerà. E’ una vita che mi alzo tra le quattro e le cinque sia da ragazzo per studiare , sia per lavoro, sia negli anni 2010-2016 per assistere i miei genitori e la mia famiglia, ma questa mattina alle quattro scorrendo Fb ho avuto una brutta sorpresa. Molti post di persone che lamentavano insonnia e preoccupazione. Qualcuno anche paura. Sono andato a vedere alcuni profili e ho incontrato persone normali che rispettano le regole date, che nella vita di prima erano formiche laboriose e attaccate alla famiglia come me e tanti altri. Nelle loro parole ho trovato preoccupazione per il futuro, smarrimento per il sonno che non viene oppure perché viene solo in quella forma di dormiveglia faticoso tipico dei momenti di dolore o disgrazia familiare. Momenti che in tanti abbiamo vissuto nella società ante Covid-19.
Il vedere forse che aver rispettato le norme di cittadinanza, non aver fatto i furbi e i delinquenti, aver lavorato da mane a sera per la famiglia, per aiutare i figli o i genitori, sembra non valere più nulla. Vedere che di fronte al nemico invisibile ancora una volta il ceto medio pagherà il costo di una crisi che ormai tutti dicono peggiore di quella del 1929.
Alle autorità nazionali e locali, chiamate oggi a governare nel nome e per conto della Patria italiana in un non facile momento, il compito di non trasformare questi dieci giorni in una Apocalisse dagli esiti incerti. La paura chiama l’odio. L’odio chiama la violenza. Il ritorno alla società dell’homo homini lupus può davvero essere un attimo, se mettiamo la ragione e il cuore in sonno.
Certi appelli alla fucilazione, alla militarizzazione del Paese non servono. Serve , oggi più che mai, la forza della democrazia , della nostra grande civiltà italiana. Una civiltà che è soprattutto civiltà dell’umanesimo e del cristianesimo. Se non capiamo che occorre rinunciare agli egoismi individuali per salvare la nostra comunità,allora anche l’Apocalisse servirà a poco. Perché non ci saranno vinti e vincitori, o greggi immunizzati, ma solo drammi e morte per le tante formiche che hanno costruito il progresso e lo sviluppo dell’ Italia repubblicana.
Ivo Camerini