Entrando nella settima settimana di lockdown, cioè di Italia bloccata o di italiani isolati in casa, vogliamo rendere omaggio a Papa Francesco, che, in questa Domenica in Albis, alle undici, celebra messa nell’antichissima Chiesa di Santa Maria in Saxia ; oggi Santuario della Divina Misericordia e che sorge nel centrale quartiere Borgo di Roma, a due passi cioè dal Vaticano e precisamente all'incrocio tra borgo Santo Spirito e via dei Penitenzieri, nell'estremità nord-occidentale del complesso dell'arcispedale di Santo Spirito in Saxia.
E’ un omaggio alla grande, immensa figura che, in tutti questi lunghi , necessari giorni di isolamento sociale, tramite Rai1, è entrata in tante case italiane a rassicurarci con le sue preghiere, con le sue celebrazioni religiose che Dio è con noi , in mezzo al mondo in sofferenza e nel dolore di un male tragico che in pochi mesi si è trasformato in una devastante pandemia.
Forti e iconiche le sue apparizioni da solo in preghiera davanti all’antico Crocifisso di San Marcello al Corso o nel vuoto dell’immensa Piazza e Basilica di San Pietro per le celebrazioni religiose della Palme e di Pasqua e con la straordinaria Benedizione Urbi et Orbi sotto la pioggia. Ma soprattutto Papa Francesco è entrato nelle nostre case e nei nostri cuori con la sua Santa Messa mattutina delle sette da Santa Marta. Una Messa da semplice parroco di campagna di una volta, che con le sue chiare parole di fede cristiana, vissuta e custodita nel cuore oltre che nella mente, ci ha fatto vivere e riscoprire quella Chiesa Domestica che era andata perduta nei vortici del vivere veloce, del girare come trottole, imposti dalla società capitalistica del consumismo e della globalizzazione selvaggia.
Una presenza, quella di Papa Francesco, che entrando in casa nostra tramite la Tv ci ha fatto da guida , con le sue preghiere e con i suoi consigli evangelici semplici, ma saggi e fondamentali per l’anima degli uomini e delle donne, per riscoprire che la vita vera è quella spirituale e che il nostro pellegrinaggio sulla terra è solo un passaggio da vivere al meglio per essere chiamati alla Casa Celeste del Padre.
Davanti al vuoto della politica e della scienza, la figura storica di questo pontefice, vicario di Gesù Cristo in terra, ha rassicurato tante persone e ha ridato speranza di futuro , di domani, a giovani, anziani e gente di mezza età impegnata nel lavoro quotidiano della vita e soprattutto ai tanti lavoratori della frontiera sanitaria pubblica dove, spesso a mani nude, si combatte questo male invisibile, che ha messo in ginocchio le nazioni europee e il mondo intero.
Egli ha assunto su di sé , nel momento in cui le chiese parrocchiali, nonostante le porte aperte, sono divenute inaccessibili ai fedeli, il compito del buon parroco di campagna, dei borghi antichi dei secoli passati e si è fatto il Buon Pastore della chiesa domestica .
Ancora una volta, il Vicario di Dio in terra si è fatto carico di far leggere alla Chiesa i segni dei tempi e di dare risposta a quel diavolo gongolante di una vignetta apparsa da alcuni giorni sui social e che riportiamo nella foto di corredo. “ Con il covid – dice il diavolo al Signore – ti ho chiuso tutte le chiese”. “ No –risponde il Signore – ne ho aperta una in ogni casa e le porte delle altre non sono mai state chiuse”.
Anche nelle nostre terre cortonesi le porte delle chiese sono state sempre aperte e i sacerdoti, ogni domenica, sono entrati nelle nostre case celebrando messa via web . E Santa Margherita , nella cui Basilica alle ore otto di domenica otto marzo, fu celebrata l’ultima Santa Messa cortonese invocando la sua protezione su Cortona, ad oggi ci ha veramente assistito e difesi con il suo mantello di terziaria francescana , così come ha sempre fatto anche nei secoli passati.
Forse sarà il caso di invitare Papa Francesco a visitare e pregare anche in Santa Margherita. Intanto chi può e vuole preghi per Papa Francesco che ce lo chiede sempre ogni giorno. Soprattutto , quando potremo riuscire di casa, andiamo a visitare e pregare sulla tomba della nostra Santa Patrona. E , non dimentichiamoci, la richiesta fatta in febbraio, proprio sul nostro giornale, da padre Livio Crisci e da don Giovanni Tanganelli, di portare la nostra piccola offerta per riparare il tetto del Santuario, che è da più di un anno rovinato e bisognoso di restauro. Un’ offerta che in molti potranno inviare anche al mitico rettore del Santuario di Laviano, don Piero Becherini, che da giovanotto ottantenne, sta riparando la Casa natia di Santa Margherita e la piccola Chiesa del Pentimento.
Ivo Camerini