Nel millesettecento la nostra città fu a lungo città europea, inserendosi con la costituzione della benemerita Accademia Etrusca nell' alveo della cultura illuministica francese e tedesca. Nel millenovecento poi lo è stata grazie al coraggio e alla felice intuizione del Gemellaggio con Chateau-Chinon. Un gemellaggio che poi, in seguito all' ascesa alla Presidenza della Francia di Francois Mitterrand, portò Cortona (nel G7 del 1987 di Venezia, presieduto da Amintore Fanfani e nel 1989, con il Convegno sul Bicentenario della Rivoluzione francese) addirittura ad essere l’ ombelico del mondo.
Oggi in questo tribolato inizio di nuovo secolo Cortona potrebbe tornare ad essere ancora città europea? Senz’altro, se si prende a lavorare tutti assieme per inserire la nostra amata piccola patria nei programmi in atto come il Nex generation europea e mediterranea oppure come il costruendo Recovery Fund.
Ci riferiamo tanto per essere chiari alla Fortezza Medicea e alla cinta muraria della nostra città . La Fortezza con l’ On The Move ha già delle buone fondamenta su cui costruire un vero grandioso progetto di tutela e utilizzo di un bene storico invidiato da tutti e che potrebbe diventare un Centro giovanile europeo di alta cultura e formazione se collegato anche alle sinergie del Convento francescano di Santa Margherita. I fondi del Nex generation ci sono , ma vanno saputi costruire e guadagnare soprattutto in collaborazione con Regione e Governo nazionale.
Idem per il costruendo (e ormai in fase finale) Recovery Fund dove chi può dovrebbe fare di tutto per buttare dentro l'idea di un recupero e una restituzione alla comunità europea e mondiale dell' ambiente del cono collinare della Cortona del passato e ancora integro negli anni 1950, come mostra la foto qui pubblicata a corredo.
Recuperare e riportare a nuova vita i terrazzamenti ad ulivi, dando loro destinazione monocolturale ad olive e lavorazione biologica dei "campini" dei nostri nonni non sarebbe solo un rifare quel giardino collinare con muretti a secco che tanto affascinava inglesi , nord europei ed americani ancora negli anni 1960 ; ma significherebbe dare lavoro e prospettiva di futuro ai giovani che oggi scappano dal nostro territorio.
Vorrebbe dire ripopolare le case della città con gente che riprende a vivere la città, guadagnandosi il pane con lavori e produzioni di nicchia come l' olio di oliva extravergine od ortaggi e garden florovivaistiche all' aperto portate avanti attraverso cooperative agricole promosse dallo stesso ente locale o tramite l’invenzione di moderne forme di enfiteusi familiari, invogliate da sgravi fiscali per i proprietari dei terreni.
Il nostro giornale con l’ appoggio dato all’ iniziativa di pochi giorni fa avviata da un gruppo di cortonesi volenterosi e innamorati di Cortona per il recupero del vecchio ospedale è a disposizione di tutti per dare spazio o promuovere dibattito costruttivo su questi decisivi argomenti politici e civili di futuro che interessano i cortonesi tutti.
Se tutti ci diamo una mano sarà possibile fare tornare Cortona ad essere una grande città europea, nonostante il dramma della pandemia Covid, che, purtroppo, durerà ancora a lungo, nonostante tutte le buone intenzioni di una scienza medica che continua ad essere piegata al potere mondiale dei neoliberisti.
Avere una Fortezza collegata al Convento e pullulante di giovani e una muraglia pulita e da passeggiata panoramica per cortonesi e turisti sarebbe non solo un bene e una gallina dalle uova d’ ora, ma una scelta politica coraggiosa di tutela e di salvaguardia di un ambiente unico al mondo e davvero patrimonio dell'umanità.
Avere le case di Porta Colonia, di Via del Gesù, di Sant’Agostino e del Poggio abitate da famiglie capitanate da giovani dalle mani d’oro che vivono di agricoltura di nicchia o di artigianato a pezzo unico sarebbe davvero riportare popolo e cittadini a Cortona e farli vivere in simbiosi con la città museo che da qualche decennio ha svuotato la cerchia delle antiche mura.
Naturalmente questa riflessione sarà liquidata come “un bel sogno”. Ma vogliamo ricordare a tutti che i sogni belli allungano la vita e Cortona ha bisogno di riprendere a sognare con tutti i colori dell’arcobaleno.
Come di consueto L’Etruria, in un mondo dove si commercializzano anche le idee, lancia, gratuitamente e con senso civico, delle proposte per il domani di Cortona e dei cortonesi. A chi ha ruoli, oneri e onori istituzionali il compito di rifletterci sopra e di trovare le procedure e i tecnici per costruire progetti che chiedono solo di andare a prendere i soldi del Nex Generation europea e mediterranea e del Recovery Fund.
La città museo è bella e fascinosa, ma una città viva, piena di giovani e di popolo è ancora più bella e più affascinante, anche per i turisti che cercano luoghi da paradiso terrestre e non solo sguardi o mordi e fuggi. Parafrasando Woody Allen, noi diciamo ad alta voce: " provaci ancora Cortona".
Ivo Camerini - Enzo Lucente