Ieri mattina al mio solito bar-circolo culturale di Camucia c’era molta sconsolazione e rabbia per le inarrestabili spinte del governo e dei partiti politici a far precipitare l’Italia nel baratro sociale, nel dramma della miseria e della povertà che il Secondo Novecento sembrava aver sconfitto per sempre. Tanti i discorsi ascoltati , ma ne riporto solo cinque, perché gli altri si concludevano tutti con il terribile invito (inaccettabile, per me che sono una persona pacifica e moderata) alla rivolta violenta o , come ha detto un cittadino arrabbiato, “ a prendere il forcone contro i palazzi romani”.
Primo avventore: “Basta con il terrorismo politico! Basta con il fare più ricchi i ricchi! Non se ne può più di questa politica piena di terrorismo, di paura verso il domani. Non se ne può più di un governo che sta con chi affama il popolo e che gongola nel far sprofondare il ceto medio nella povertà. Un governo che aiuta gli stranieri a rubare i risparmi depositati in banca dalla generazione delle formiche italiane. Mai vista una campagna elettorale così impegnata a darci il peggio dell’America, il peggio del capitalismo di matrice nordamericano, che ingrassa il ricco epulone e chiede al povero di accontentarsi delle briciole di pane che cadano dalla sua tavola lussuosamente imbandita. Mai visti politici e sindacalisti italiani così insensibili alla tutela del potere di acquisto di salari e pensioni medio basse”.
Secondo avventore: “ Bischero, smetti di credere alle roncole che volano. Quelli dei palazzi romani è da più di vent’anni che si sono assegnati stipendioni da superricchi e anche chi contestava quelle retribuzioni da nababbi, entrando nel palazzo sembra che le abbia intascate invece di contestarle con la restituzione della parte in sovrappiù. Ormai la politica la fanno per tornaconto personale , per carriera economica, per servire loro signori del capitalismo neoliberista, mica il popolo dei cittadini che non sa più come pagare le bollette speculative energetiche e spesso non ha più i soldi per pagare l’affitto e , in molti casi, per mangiare. Per fortuna che c’è la Caritas che ancora regala cibo e vestiti. Ma che tristezza vedere la fila alle caritas parrocchiali nei giorni di distribuzione del cibo. Troppa gente è alla fame e non so proprio perché sta ancora buona e zitta. Il governo dei cosidetti migliori saprebbe benissimo cosa deve fare un governo serio davanti a questa crisi scatenata dal toro impazzito del neocapitalismo globalista, ma non lo fa perché ha scelto di tenere serva e schiava la nostra Italia. I provvedimenti messi in campo dal governo Draghi contro il caro bollette speculativo , contro il caro vita, sono pannicelli caldi. E in più sono la dimostrazione lampante della non volontà dei cosiddetti migliori di prendere per le corna il toro impazzito del neocapitalismo europeo globalista, cioè fare ritornare sulla scena economica lo Stato come soggetto imprenditore, come fecero Delano Roosevelt negli Usa e Beneduce in Italia nella crisi del 1929.Insomma i migliori sanno che ci rivorrebbe una nuova Iri, ma non lo fanno perché sono servi delle concentrazioni banditesche del neocapitalismo e tentano di tenere buono e calmo il popolo con le brioches dei bonus e delle sovvenzioni o reddito ai vagabondi, ai parassiti che non hanno voglia di lavorare e di guadagnarsi onestamente da vivere come indica la nostra Costituzione, che ha messo come primo principio il diritto al lavoro e non il diritto al reddito di cittadinanza per tutti coloro che sono in salute e in età da lavoro”.
Terzo avventore: “Prima due anni di terrore covid; da un anno il terrore della guerra che ora si assomma al terrore politico-elettorale di una richiesta assurda di scelta tra l’ occidente del globalismo neocapitalista e l’oriente della dittatura. Ma la scelta di un’Italia libera e indipendente dove a decidere siano gli italiani e le italiane non ce la fa nessuno? La proposta di ridare potere di acquisto ai salari e alle pensioni di una generazione che ha pagato fior di contributi non ce la fa nessuno? Anche la gente invece di scendere in piazza sembra anestetizzata sul ritornello in auge nel diciassettesimo secolo , quando in Italia i poveri cantavano con i ricchi “ Spagna o Francia per me pari son , purché se magna” , senza rendersi conto che i ricchi mangiavano e i poveri raccattavano le briciole. Senza rendersi conto che nell’orto del povero mangiavano tutti e nell’orto del ricco mangiava solo lui. Basta, io non vado a votare”.
Quarto avventore: “Io invece, caro amico, andrò senz’altro a votare. Votare è essenziale per mantenere vivo il discorso della democrazia anche quando questa non va benissimo. A te, come agli amici che continuano a dirmi che “non voteranno nessuno perché nessuno li rappresenta”, rispondo che non recarsi a votare è tecnicamente (proprio tecnicamente) l’aiuto più efficace che si può dare alle bande organizzate dei partiti e della politica attuali, veri e propri covi di potere, i quali invece a votare ci vanno e ci fanno andare i loro adepti, e in termini relativi peseranno ancora di più nel determinare il risultato e le sue conseguenze quanto più alto sarà il numero dei non votanti. Pertanto, appunto, non solo io andrò a votare (magari anche con il “naso turato”, alla Montanelli) ma consiglio a tutte le persone oneste di farlo. Votiamo secondo coscienza ma interroghiamola, la nostra coscienza. Votiamo anche il meno peggio, al limite: ma non disertiamo le urne. Meglio il nostro voto sbagliato, ma attivo e testimoniante, che la nostra servile assenza. Anche questo sarà un messaggio forte per la banda dei cialtroni: e la nostra lotta continuerà, perché il paese è nostro, nostra la comunità, nostro il futuro delle persone che siamo e che amiamo. Votiamo attivamente e continuiamo a lottare anche per il cambiamento di una brutta legge elettorale tecnicamente oligarchica”.
Quinto avventore: “ Anch’io voglio essere propositivo e smetterla di piangermi addosso. Vi lancio una proposta sul caro vita e caro bollette. Su questo problema basta con le chiacchiere. Se non fanno nulla in alto, si potrebbe fare un bell'intervento noi utenti dal basso. Come? Come fecero gli operai e gli impiegati nel 1974 , con il sostegno degli uffici legali del sindacato pagarono solo l’ importo dovuto prima degli aumenti che anche allora le aziende fecero scattare a causa della crisi energetica innescata dall’ Opec. Si pagava un minimo e poi si andava a discutere in tribunale con Sip , Enel e compagnia brutta. E l’ Enel non poté staccare la luce alle famiglie. E dopo perse anche le cause. Ma oggi forse non ci sono più gli italiani del 1974? Questo, forse, è il vero problema. Comunque se tutti pagassimo l'importo pagato nel 2020 e poi si andasse in causa, credo che lor signori gli speculatori neoliberisti comincerebbero ad abbassare la cresta”.
“ No , è giunta l’ora di prendere il forcone e di andare sotto le finestre dei palazzi romani oppure una bella ramazza e ramazzare a fondo”, grida sulla porta un cittadino arrabbiato nero, mentre imprecando si avvia al furgoncino per andare al lavoro.
Il vostro giornalista di strada, amici lettori, ha raccolto volentieri la chiacchiere di primo mattino (quasi in sul far dell’alba) ascoltate nello storico bar-circolo culturale camuciese, ma vi chiede di non lasciarvi trascinare sulla strada della violenza. Con la violenza tutto è perduto, con la protesta pacifica e civile tutto si può ottenere. Ed inoltre, ricordiamoci sempre che con la violenza si fa solo il gioco di lor signori i neo capitalisti che comandano e gozzovigliano in quasi tutto il mondo. Ricordiamoci che se ci si mette insieme e ci si organizza democraticamente tutto si può cambiare.
Ivo Camerini