Il 13 novembre al Parlamento Europeo si è tenuta una importante cerimonia per commemorare i trentanni della caduta del Muro di Berlino. Il discorso introduttivo è stato tenuto dal Presidente David Sassoli. Il nostro giornale ha avuto copia del testo originale e volentieri lo pubblichiamo integralmente per le riflessioni che il Presidente Sassoli pone all’attenzione di tutti in un momento così delicato per il futuro dell’Unione Europea .
Sassoli pone l’accento sulla forza del popolo come fattore di cambiamento della storia nazionale ed europea: “il muro cadeva sotto la spinta di migliaia di donne e di uomini ansiosi di riconquistare la propria libertà e la propria dignità dopo anni di oppressione e di privazione dei propri diritti fondamentali”. E soprattutto sull’azione pacifica e non violenta delle masse popolari : “Voglio ricordare che il successo di quella notte fu il frutto della determinazione di milioni di cittadini europei dell’Est che pacificamente, senza alcuna violenza ma solo attraverso la forza delle proprie ragioni furono in grado di liberarsi del giogo cui per decenni erano stati sottoposti. È anche al coraggio di quei cittadini europei che oggi desidero rendere omaggio”.
E L’Etruria si unisce volentieri al suo omaggio agli uomini e alle donne, che trent’anni orsono cambiarono la geopolitica europea, pubblicando il testo integrale del suo discorso tenuto nella seduta straordinaria del Parlamento Europeo del 13 novembre. Un discorso che aiuta a riflettere e ragionare. ( IC)
(...) Presidente Sassoli:
“Care colleghe, cari colleghi, permettetemi di salutare i Presidenti del Parlamento che mi hanno preceduto e che sono qui presenti, in particolare Enrique Baron Crespo , che era in carica il giorno della caduta del muro di Berlino.
Trent’anni fa la Germania e l’Europa vivevano una delle pagine più importanti e significative della loro storia recente.Dopo decenni di sofferenza la ferita lacerante della divisione della Germania e dell’Europa, trovava la sua ricomposizione attraverso la caduta del suo simbolo più evidente ed odioso.Finalmente il Muro cadeva sotto la spinta di migliaia di donne e di uomini ansiosi di riconquistare la propria libertà e la propria dignità dopo anni di oppressione e di privazione dei propri diritti fondamentali.
Voglio ricordare che il successo di quella notte fu il frutto della determinazione di milioni di cittadini europei dell’Est che pacificamente, senza alcuna violenza ma solo attraverso la forza delle proprie ragioni furono in grado di liberarsi del giogo cui per decenni erano stati sottoposti.
E’ anche al coraggio di quei cittadini europei che oggi desidero rendere omaggio.
A testimoniare quei momenti c’era lo stupore e la gioia di centinaia di migliaia di cittadini tedeschi, dell’una e dell’altra parte e, accanto a loro, migliaia di giovani giunti da tutto il resto d’Europa per condividere l’entusiasmo travolgente di quelle ore.
Io in quei giorni ero tra quei giovani e ricordo la felicità incontenibile, gli abbracci, le lacrime, lo sguardo incredulo dei Vopos che vedevano il loro mondo sbriciolarsi alla stessa velocità con cui il Muro si disfaceva sotto i colpi dei picconi. Ricordo bene anche la consapevolezza ben radicata in tutti noi di vivere un momento unico ed irripetibile della storia che finalmente chiudeva una pagina buia fatta di oppressione, di lutti e di annullamento della libertà e ne apriva un’altra, carica di ottimismo e di speranza per il futuro.
Oggi, a trent’anni dalla caduta del muro possiamo dire che quell’entusiasmo e quella speranza non sono stati traditi: se l’Europa in cui viviamo oggi è un luogo migliore lo dobbiamo all’Unione europea ed alle conquiste che ha saputo ottenere.
Lo voglio dire con chiarezza: la democrazia europea, i valori ed i principi su cui essa si basa purtroppo non sono irreversibili. Per questo è necessario l’impegno e la determinazione di tutti noi a loro difesa. Si tratta di una lotta che dobbiamo condurre giorno per giorno. Senza sosta.
Da testimone di quei giorni straordinari a Berlino non posso non guardare con grande preoccupazione al ritorno, in Europa, di fantasmi che credevamo morti e sepolti sotto il peso della storia.
E´ con incredulità ma anche con immensa rabbia che ci troviamo a constatare come il demone dell’antisemitismo torni ad affacciarsi in Europa. Tornano in mente i purtroppo numerosissimi episodi della storia recente europea. Penso ai tragici fatti di Halle, alla profanazione del cimitero ebraico a Randers, in Danimarca e alle minacce di cui è stata fatta oggetto in Italia, la Senatrice Liliana Segre, cui va il mio caloroso e riconoscente saluto.
Il risorgere dell’antisemitismo è il frutto anche della rinascita dei nazionalismi, della xenofobia, del razzismo, del rifiuto di tutto ciò che è diverso da noi. Questi fenomeni sono anche il terreno di cultura del terrorismo che minaccia l´Europa e il mondo intero con atti di violenza. Proprio oggi ricorre l´anniversario dei tragici fatti del Bataclan, il nostro pensiero commosso va ai giovani che hanno perso la vita in quella sera e alle loro famiglie. La minaccia ai nostri valori proviene anche dall´esterno. Siamo confrontati quotidianamente a ingerenze che cercano di minare, in forme diverse, le nostre conquiste e la sicurezza dei cittadini europei. Dobbiamo essere uniti per rispondere a questi attacchi e rafforzare la nostra unione mettendo in sicurezza i nostri confini.
E’ contro queste minacce che dobbiamo batterci con grande determinazione e compattezza. Sono convinto che si tratta di una battaglia che possiamo vincere solo se saremo tutti insieme.
E dobbiamo farlo opponendoci con tutte le nostre forze a coloro che mistificano i fatti della storia, che danno risposte semplici a problemi complessi, che confondono il legittimo orgoglio che ciascuno di noi prova per il proprio Paese e la propria cultura con l’odio ed il disprezzo per gli altri.
Non è una battaglia facile.
Spesso mi chiedo come sia possibile oggi per un cittadino europeo dimenticare la lezione della storia del nostro Continente e dei nostri padri. Una storia ricca di pagine gloriose ma anche di sofferenze e di orrori come quelli che evocavo poco fa.
La risposta che trovo è quella della necessità di insistere sulla conoscenza e sul ricordo.
Mi riferisco in particolare ai più giovani, che quella storia non l’hanno vissuta ma l’hanno appresa magari sui libri o in rete. E’ a loro che in questo momento desidero rivolgermi con particolare affetto perché è in loro che riponiamo le nostre speranze.
Oggi vogliamo dare qui un nostro contributo a questa sfida e lo facciamo alla presenza di una delle figure più significative della politica tedesca ed europea.
Ho quindi il grande onore di dare la parola al Presidente Wolfgang Schauble.”