Nell'ultima domenica prima del Natale 2021, incontro a Foiano Antonella Valeri, dirigente della Sanità Toscana, cortonese di nascita e di cuore, ma foianese acquisita per via di matrimonio. La incontro allo storico "MioBar" di Crostone , cioè del mitico Roberto Moretti , che è stato uno degli chef più rinomati della feste dell’Unità della Valdichiana aretina e dintorni; famosi e oggi introvabili i suoi piatti di caciucco livornese.
Avevo conosciuto Antonella quando ci si incrociava alla Stazione di Terontola , ambedue pendolari , ma su direzioni opposte e lei era tornata alla casa natia per assistere l’anziana mamma Margherita. Con piacere la reincontro in questa serata di metà dicembre sotto il cielo azzurro di una Foiano sferzata da un freddo "aretinaccio".
Antonella nasce a Terontola il dieci gennaio 1960 appunto da Margherita Bigliazzi e Azelio Valeri e da buon segno capricorno, ascendente ariete, porterà con sé come bandiera di vita le caratteristiche di questa congiunzione astrologica e cioè , come mi dice lei con un certo pizzico di civetteria, della “determinazione e della testardaggine buona ”.
A Terontola, svolge sia le scuole elementari con la mitica maestra Ada Barciulli Dal Pino sia le medie con l’altrettanto mitico professor Giorgio Morelli. Dopo aver frequentato il Liceo Luca Signorelli di Cortona, dove è allieva di professori del calibro di Patrizia Agnelli, Nicola Caldarone e Stella Magi, frequenta Giurisprudenza all’Università degli Studi di Perugia, laureandosi a ventiquattro anni con una tesi su “ Illecito civile nella Pubblica Amministrazione”.
Forte di questi impegnativi e stimolanti studi giuridici, si mette subito a cercare lavoro nelle istituzioni statali partecipando a diversi concorsi, mentre prepara il matrimonio con l’uomo della sua vita,il foianese Italo Falciani, funzionario della Popolare Aretina e venuto fino a Terontola per rapirla ai pretendenti cortonesi .
Trasferitasi a Foiano dopo il matrimonio, mentre è in dolce attesa del suo amato figlio Saverio, torna a Cortona per un concorso nel settore amministrativo dell’allora Usl-24. Lo vince e viene assunta negli uffici del centro storico in Via Maffei dove entra a lavorare con l’allora provveditore economo, ragionier Angiolo Salvicchi, alla cui scuola Antonella fa le sua gavetta di pubblico funzionario e di servitore dello Stato.
Da quel momento Antonella inizia la sua lunga simbolica “traversata del deserto” dentro le istituzioni statali sul territorio. Una traversata dolce, ma senza “diligenza” e tutta fatta con il vecchio, tradizionale “ cavallo di San Francesco”, che la porta dapprima ad Arezzo Usl 23 (1993), poi a Firenze ( Estav, 2005) , dove riesce così bene a far di conto che farà risparmiare al governatore Rossi ben cinquanta milioni di euro nel bilancio annuale.
Sempre negli anni d’inizio duemila come direttore amministrativo è ad Empoli, a Livorno, Siena e Grosseto.
Dopo una parentesi agli Uffici regionali di Firenze –Novoli, rientra nella Asl Toscana Sud Est , dove è direttore del Distretto Arezzo-Casentino-Valtiberina. Nel settembre 2018 riparte in trasferta ai confini d’Italia, cioè alla Asl 2 di Savona, dove è direttore amministrativo. Dal gennaio 2021 è rientrata ad Arezzo ed è direttore del Dipartimento “opere murarie e attrezzature degli ospedali, con particolare riferimento alle risorse del Pnrr”, ospedali e strutture di Arezzo-Siena-Grosseto della Asl Toscana Sud Est.
E’ questo un incarico importante, ma molto delicato che Antonella affronta con la determinazione e la passione professionale di sempre, avendo presente “ l’approccio nuovo di riorganizzazione dei servizi sanitari territoriali determinatosi con l’emergenza Covid e che oggi chiede a gran voce la presa in carico delle persone fragili e degli anziani”.
Antonella su questi argomenti è un fiume in piena e nell’ascoltare le sue riflessioni mi rendo conto di come questa nostra concittadina ami il suo lavoro, lo assolva con grande competenza professionale e, da figlia delle generazioni cortonesi di metà Novecento, viva come una missione il suo fare e il suo agire di servitore dello stato in un settore così delicato e fondamentale come quello degli investimenti nella sanità pubblica. Una sanità pubblica che “ deve organizzare e offrire i suoi servizi per il bene e la tutela della persona ammalata e non per le performances di profitto”.
Nell’ascoltare il forte attaccamento al suo lavoro, alle sue funzioni di gestione di grandi i risorse pubbliche ritrovo la Antonella Valeri adolescente e ragazza in Terontola descrittami dai suoi compagni di scuola e di gioventù: una donna forgiata e attaccata ai grandi valori della famiglia, dell’onestà, della civitas contadina e operaia in cui i genitori l’hanno cresciuta. Una donna sempre ottimista e serena nell’affrontare le sfide che il presente le mette davanti o che il futuro le prospetta. Una donna , una cittadina che, davanti alla sbornia di individualismo, che da un decennio pervade la nostra società italiana ed europea, non dispera in un ritorno ai valori del personalismo umanistico, comunitario, solidaristico e cristiano, che caratterizzava la piccola patria terontolese-cortonese dei don Dario e del vescovo Franciolini.
“ Aiutare il nostro prossimo e volergli bene come noi stessi, non è solo un comandamento evangelico. E’ il principio fondamentale di ogni società locale o nazionale che aspira a costruire futuro umano e fratellanza”, mi dice nell’invitarmi ad entrare all’interno del “ Miobar” per prendere un caffè dal suo amico Crostone, vero “master chef” di tante feste e ritrovi popolari della nostra Valdichiana e che in questa serata di ultima domenica prenatalizia sta raccontando le sue gesta passate agli amici con cui sta giocando una tradizionale partita a carte.
Ad maiora , cara Antonella!
Nella foto-collage di corredo alcune immagini dall’album di famiglia e mentre legge il nostro giornale e con il suo amico Sergio Moretti, detto Crostone.
Ivo Camerini