“L'emozione di operare in tridimensionale. Il ginecologo che si trova immerso in un 'viaggio' all’interno delle pelvi e riesce ad offrire il massimo della profondità tecnica sentendosi in perfetta simbiosi con le immagini tridimensionali senza soluzione di continuità tra operatore e operata. Con questa nostra proposta speriamo di riuscire a condividere l'entusiasmo, l'emozione e la prospettiva tecnologica che ci ha offerto la terza dimensione”. Basterebbero queste parole tratte dalla introduzione al testo-atlante di anatomia laparoscopica tridimensionale scritto a quattro mani da Franco Lelli e Ciro Sommella, per capire come la passione e l’amore per il proprio lavoro possa trasformare una pubblicazione ad uso scientifico e di formazione, in un meraviglioso viaggio all’interno del corpo umano femminile.
L’idea della pubblicazione nasce dalla constatazione reale, pratica, quotidiana del loro operare, grazie ai cambiamenti tecnologici in grado di rendere l’attività del chirurgo assai più sicura, precisa, e addirittura “affascinante” per l’autentico spettacolo che offre.
Franco Lelli è il direttore del dipartimento materno infantile della Asl, e primario della ginecologia del Valdarno e ad interim di quella di Arezzo, e Ciro Sommella, ginecologo e chirurgo presso la Gruccia.
Con questa pubblicazione, già presentata in numerosi consessi scientifici italiani ed esteri, Lelli e Sommella offrono un contributo professionale e scientifico ai loro colleghi ginecologi, che dispongono così di un moderno e innovativo manuale, una guida composta da testi ma soprattutto da immagini e filmati da osservare in 3D. E la pubblicazione, per la sua linearità, semplicità, utilizzo di un linguaggio accessibile anche ai non professionisti e ricchezza di immagini, si presta anche ad una lettura e visione di un pubblico più ampio.
“La comparsa della tecnologia tridimensionale nell'ambito medico, dapprima con le apparecchiature ecografiche e poi con l'avvento della robotica e della laparoscopia tridimensionale – spiegano gli autori - hanno impresso una forte accelerazione alla chirurgia mininvasiva. La chirurgia robotica si è imposta come una chirurgia intuitiva che ha reso fattibili interventi complessi anche a chirurghi che non avevano un training di chirurgia endoscopica. Il vantaggio di questa tecnica è la riproduzione non speculare del gesto delle mani, la possibilità di magnificare l'immagine e la visione tridimensionale del campo chirurgico. Purtroppo la robotica è attualmente gravata da alti costi e da tempi di allestimento più lunghi rispetto alla laparoscopia. La comparsa di laparoscopi tridimensionali - sottolineano Lelli e Sommella - rappresenta un giusto compromesso tra facilitazione chirurgica, mini invasività e costi accettabili. In particolare l'introduzione della terza dimensione in laparoscopia consente di magnificare l'anatomia chirurgica, facilitare l'atto chirurgico e ridurre i tempi della learning curve. La profondità di campo consente manovre più precise e intuitive, facilitando enormemente, ad esempio, l'esecuzione di suture e nodi chirurgici. Per esperienza diretta – spiegano i due ginecologi - lavorare in tridimensionale riduce lo sforzo mentale che il chirurgo deve compiere per comprendere, altrimenti, i piani bidimensionali ed adattare i movimenti delle mani ad una dimensione non fisiologica della visione.”
La pubblicazione di questo lavoro scientifico ed “umano” è un vanto anche per l’Azienda Sanitaria Aretina che annovera fra le sue fila, professionisti attenti alla divulgazione e alla formazione di altri colleghi in un ambito sempre più importante.
Si pensi che nella casistica della Asl 8, interventi riguardanti l’utero, e tutta l’area pelvica, avvengono nel 20% dei casi con la modernissima tecnica robotica, ma nell’80% dei casi con la laparoscopia, metodologia ancora all’avanguardia in Italia e nel mondo.