Nella serata del venti dicembre 2023, a cinquanta anni di distanza, Fosco, Rodolfo e Sergio si sono ritrovati insieme a cena per ricordare la loro festa di Laurea, avvenuta nel 1973.
Una festa contadina all’antica celebrata nella montagna cortonese, alla Fattoria "L’Aiola" di Falzano, organizzata dai loro amici sessantottini , figli come loro della grande civiltà agricola cortonese , che proprio in quegli anni consolidava l’uscita dalla subalternità padronale degli agrari iniziata negli anni 1950 con le lotte della “terra a chi la lavora”.
Una festa indimenticabile per questi tre importanti personaggi della Camucia contemporanea, oggi con i capelli bianchi ( come me, figlio anch’io di contadini poveri della montagna e che ho l’onore di raccontare brevemente questa loro bella rimpatriata alla “ recerche du temps perdu”), ma allora, come mostra la foto di quella bella festa, giovanotti aitanti e pieni di passione socio-politica e protagonisti, nella loro piccola patria, del grande cambiamento in atto nell’Italia di quegli anni formidabili ,che vedevano la classe operaia , contadina e commerciante divenire “classe dirigente e di governo” , facendosi promotrice di progresso e di sviluppo con i suoi figli, che si laureavano e intraprendevano le professioni , che , ancora vent’anni prima, erano riservate solo ai ricchi e ai borghesi.
Fosco, Rodolfo e Sergio, giovani camuciesi proprio negli anni in cui questo centro urbano compie il miracolo della sua trasformazione da villaggio a città di affari e di commerci, ritrovandosi ora a distanza di cinquant’anni , non solo sono fieri di essere stati studenti seri e preparati, ma anche di aver condiviso, nei fine settimana degli anni universitari, la goliardia del ”gaudeamus igitur”, dove l’utilitaria di Rodolfo era la spider della loro piccola comunità per frequentare le balere di allora, per i loro primi flirt e per l’allora di moda “pick up girls”.
Essendo loro coetaneo di laurea ( 1973) ,amico e proveniente dal loro stesso ceto sociale, ma montagnino ed ancora più povero, ho conosciuto Fosco e Sergio nel lontano 1975, quando in Cortona facevo il delegato comunale dei giovani democristiani e loro invece simpatizzanti nei giovani comunisti. Eravamo avversari politici, ma, da sponde opposte, combattevamo per la stessa causa, quella del riscatto sociale ed economico delle nostre famiglie. Molte le discussioni che allora si facevano, ma, al contrario del nostro incerto oggi, le nostre diversità culturali e politiche sparivano ogniqualvolta c’era da fare il bene di Cortona e dei nostri borghi natii.
Con Rodolfo invece ci siamo conosciuti in questa serata di memoria e di ricerca proustiana del tempo perduto ed è stato un piacere ricordare il suo babbo Anelio, commerciante di granaglie in Camucia, al passaggio livello, dove si serviva anche il mio babbo Gigi per i propri animali.
Ecco qui di seguito il loro breve, essenziale curriculum vitae, che son riuscito, a ricavare dalla lunga chiacchierata fatta nella serata del loro amarcord.
Fosco Berti, figlio del pastore Giulio, emigrato con il suo gregge nelle nostre terre dal Casentino, dopo aver sposato Elena Mancini ( una orfana di genitori cortonesi emigrati in Francia e morti a Marsiglia, a causa della Spagnola) nasce nel 1945 e, dopo gli studi di ragioneria, si Laurea in Economia e Commercio nel 1973. Dottore Commercialista, iscritto Ordine di Arezzo, Fosco è Revisore Contabile D.M. 12/04/95, Revisore Enti Locali D.M. 23/2012 ed è stato stato professore di ruolo di Discipline Giuridiche ed Economiche nelle scuole secondarie superiori. E’ giornalista pubblicista dal 1982 ed ha pubblicato “Dispense di Diritto Commerciale” e “Dispense di Scienza delle Finanze”. Nella vita politica cortonese è stato eletto per tre volte Consigliere comunale ed ha ricoperto la carica di Assessore allo Sport, alle Attività Produttive e al Decentramento Comunale.
Rodolfo Caloni, figlio dei commercianti camuciesi Anelio e Mara , nasce nel 1946 e si laurea nel 1973 in Scienze Biologiche all’Università di Pisa. Rodolfo, dopo aver lavorato come assistente volontario presso il Laboratorio di Analisi cliniche dell’Ospedale di Cortona, allora diretto dal dottor Mario Gazzini, inizia la sua carriera professionale in Boehringer Ingelheim come Informatore Scientifico del Farmaco, divenendo molto presto Product Manager, Group Product Manager e Dirigente Resposnsabile del Management di tutti i Prodotti Etici, con l’introduzione sul mercato di farmaci innovativi, diventati dei “blockbuster” a livello mondiale. In questi ruoli Rodolfo organizza numerosi Congressi nazionali ed internazionali nelle aree mediche di Gastroenterologia, Pneumologia e Cardiovascolare, intrattenendo rapporti di collaborazione con Ricercatori ed Opinion Leaders con molti dei quali contribuisce alla realizzazioni di studi clinici e di pubblicazioni. Nel 1986 è relatore al Congresso Mondiale di Gastroenterologia che si tenne in Brasile , a San Paolo. Nel 1994 viene nominato Resposnsabile Business Support & Distribution Management per tutte e tre le divisioni del Gruppo Boehring Ingelheim Italia e Responsabile per lo stabilimento produttivo di Reggello dell’International Supply. Attualmente è Presidente del Collegio dei Probiviri e Consigliere Delegato Emerito del Consorzio Dafne. Per 23 anni ha fatto parte della Commissione Distribuzione di Farmindustria, rappresentandola anche in ambito europeo ( Efpia- Brissels) ben oltre quattro anni. Ha promosso( in collaborazione con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, con il Ministero della Salute e con l’Aifa) con progetti finalizzati alla trasmissione elettronica dei documenti del ciclo dell’ordine, al monitoraggio della corretta e tempestiva distribuzione dei farmaci e alla loro reperibilità sul mercato. Rodolfo, least but not last, è autore di numerosi articoli e pubblicazioni sulle più importanti testate e riviste specialistiche di Supply Chain Farmaceutica.
Sergio Mancini, figlio dei contadini camuciesi Niccola e Genoveffa, nasce nel 1946 e , dopo gli studi liceali si laurea in ingegneria nel 1973 all’Università di Pisa. Dopo la laurea si abilita all’insegnamento e diviene professore di ruolo nell’Istituto Tecnico per Geometri di Arezzo. Contemporaneamente supera l’esame di Stato per l’iscrizione all’Ordine degli Ingegneri e viene iscritto anche negli elenchi dei professionisti per le certificazioni di cui alla legge 818/84 e in quelli dei Consulenti Tecnici del Tribunale di Arezzo.Ricopre l’incarico di Componente Commissioni Problemi Legislativi e Strutture nella Federazione regionale ingegneri della Toscana e negli anni 1990 è Dirigente del Settore Tecnico del Comune di Cortona. Progettista di strutture in cemento armato per fabbricati multipiani e plurifamiliari, svolge anche numerose prestazioni professionali per vari enti pubblici della Valdichiana, dell’aretino e della Toscana. Tra i tanti progetti realizzati sono da ricordare quelli per la Scuola materna di Subbiano, per l’ampliamento del Bacino imbrifero della Diga della Cerventosa, per le Tribune coperte dello Stadio di Capolona , per la Palestra comunale di Subbiano, per il consolidamento della Torre Campanaria della Collegiata di Lucignano, per il consolidamento e adeguamento tecnico-funzionale del Palazzo Comunale di Cortona, con inserimento dell’ascensore e dei servizi igienici. Sempre in merito al Palazzo Comunale di Cortona , Sergio realizza il rilievo e il disegno completo del nostro storico edificio di governo cittadino , che mai era stato realizzato prima nel corso dei secoli. Non si contano i collaudi di edifici pubblici realizzati da Sergio Mancini , che oggi continua ancora la sua professione di ingegnere e partecipa alla vita civile e culturale di Cortona e dintorni anche come Socio della nostra prestigiosa Accademia Etrusca .
Insomma, come si vede, Fosco,Rodolfo e Sergio sono davvero tre personaggi importanti della Camucia novecentesca e contemporanea.
A loro, che nella serata del venti dicembre hanno voluto condividere con me, modesto giornalista di strada, la memoria della loro festa di cinquant’anni fa e le loro storytelling , dedico volentieri l’invito di Marcel Proust a condividere sempre e a rimasticare con serenità e dolcezza il proprio passato, il proprio cuore, senza mai farsi prendere dalla tristezza boudeleriana (“Je fais boullir et je mange mon coeur”, Les plaisirs et les jours, Mondadori 2022)
Ricordare con nitidezza e dolcezza un momento del nostro passato significa infatti memoria affettiva e senso del tempo, ma soprattutto coltivare sempre il sogno e il desiderio della vita, senza melanconia e con quel disincanto che ci ha insegnato Esiodo nei suoi intramontabili esametri dell’ Ἔργα καὶ Ἡμέραι, Èrga kài hēmérai “ (Le opere e i giorni): "gli uomini mortali sono in pari modo illustri e oscuri, noti e ignoti...né mai di giorno cesseranno di distruggersi per la fatica e per la pena, né mai di notte". Cioè, per tutti, il ricordare è innanzitutto essere fieri di aver lavorato per trasformare il proprio presente ed essersi preoccupati di costruire un futuro per sé e per la propria famiglia.
Ivo Camerini