Davvero una gran bella serata cristiana all' antica quella di sabato tre febbraio 2024 a Borgo Pierle di Cortona , dove, nella medievale chiesa dedicata a San Biagio, che sorge all’ombra dello storico castello che per secoli difese Cortona dai suoi nemici, gli attivi e laboriosi abitanti della Val di Pierle e del monte Ginezzo hanno festeggiato San Biagio, il loro santo patrono parrocchiale e protettore della salute della gola.
In una chiesa affollata di fedeli giunti anche dai borghi limitrofi, come Mencaccini, Montanare, Pergo, Teverina, Seano e Montimaggio, ha presieduto la Santa Messa solenne Mons. Alvaro Bardelli, oggi parroco del duomo di Arezzo, ma che, negli anni 1970, qui fu giovane parroco infaticabile e amatissimo nella sua prima azione pastorale.
Con don Alvaro hanno concelebrato e poi , al termine della messa, benedetto la gola dei fedeli, don Hervè Karenga, parroco della Val di Pierle e don Vannuccio Fabbri, parroco al Carmine di Foiano.
La liturgia della Santa Messa solenne, molto partecipata e seguita da una grande folla di fedeli devoti di San Biagio, è stata impreziosita dai canti popolari cristiani del Coro di Mercatale , diretto dal maestro Alessandro Panchini.
Nella sua semplice, ma profonda omelia, don Alvaro ha ricordato i passaggi essenziali della vita di San Biagio, vescovo martire dell’antica città armena di Sebaste e, ricordando i suoi anni trascorsi a Pierle come parroco, ha elogiato la grande e tradizionale partecipazione a questa festa cristiana.
“La festa di San Biagio è sempre un giorno bello – ha detto tra l’altro don Alvaro- e anche quest’anno ci regala sole ed una festa famigliare in una splendida chiesetta, che dal 1277 ha visto qui tanti ritrovi di una comunità secolare, che attorno a questo altare si son sempre riuniti insieme per celebrare la messa, l’ eucarestia, nel ricordo dell’ ultima cena di Gesù (...) E’ bello stasera ritrovarsi qui a festeggiare San Biagio, amico dei poveri, dei contadini, dei loro animali e protettore della salute della nostra gola. (…) E’ bello vedere che nella Chiesa cortonese c’è ancora tanto attaccamento alle nostre tradizioni cristiane , alla fede e devozione per un sacerdote, un vescovo, che, pur di non rinnegare la sua fede cristiana, accetta la morte da martire per testimoniare Gesù e il suo vangelo (…) Sono davvero contento di essere qui questa sera in questa chiesa, ben conservata e costruita tanti secoli fa con pietre lavorate a martello e scalpello e dove ogni angolo mi ricorda qualcosa. Vi chiedo di essere sempre attaccati a questa casa di una comunità cristiana terrena che è sempre un tutt’uno con i santi in cielo e che qui, nella Casa del Signore, si ritrova per condividere insieme le nostre gioie, i nostri dolori e il nostro amore cristiano”.
Al termine della Santa Messa, cui hanno partecipato anche il sindaco di Cortona , Luciano Meoni e il consigliere comunale Santino Turchetti, sul piazzale della chiesa, nella calda atmosfera delle luci e dei fuochi accesi per illuminare la santa notte della Rocca di Pierle, il presidente del Consiglio parrocchiale, Alderico Simonetti e i suoi collaboratori, come da tradizione, hanno distribuito ai partecipanti il pane benedetto durante la messa e da consumarsi poi nelle proprie abitazioni.
La bella serata di festa cristiana di questi ultimi custodi della montagna cristiana cortonese si è conclusa con un’ agape fraterna nei locali della restaurata e sempre accogliente canonica, che sorge all’ingresso della strada che porta ai resti dell'imponente castello medioevale, che per secoli fu baluardo a protezione delle terre cortonesi e che, però, nel 1576, subì l’onta di vedere il proprio tetto sfondato per ordine di Francesco Primo de’ Medici.
Alle donne, agli uomini e ai giovani, che hanno dedicato con spirito volontario il loro tempo per organizzare questa festa ed allestire questa cena comunitaria di un popolo, che ancora è fiero di ritrovarsi a condividere i valori della vita cristiana, il plauso del nostro giornale.
Nella foto di corredo e nella gallery, alcune immagini della festa di San Biagio in Borgo Pierle.
Ivo Camerini