L’Etruria

Redazione

Montagna cortonese: c’era una volta la grande  Festa di San Biagio

Nella cinquecentesca Chiesa di Casale un piccolo gruppo di cristiani celebra il Santo Patrono con una Santa Messa di don Giovanni Ferrari

Montagna cortonese: c’era una volta la grande  Festa di San Biagio

Domenica due febbraio 2025, un piccolo gruppo di cristiani guidati dal parroco di Cortona, don Giovanni Ferrari, si è ritrovato nella Chiesa di Casale per celebrare con una Santa Messa la Festa di San Biagio , patrono di quello che nei secoli scorsi, fino al 1960 circa , fu uno dei borghi più attivi e fiorenti della montagna cortonese.

Una volta ,fino al 1968, quando anche gli ultimi giovani emigrarono, il due febbraio a Casale c’era una grande festa religiosa, che cominciava con la messa mattutina delle sette, proseguiva con quella solenne di metà  mattinata e terminava con la funzione religiosa al cumbrigliume. La famiglia dei  festaioli ( a turno si alternavano tutti i capifamiglia) preparava le candele per la benedizione della “gola e da ogni altro male” ( poi  da portare a casa) e dopo la prima messa mattutina offriva ai partecipanti la colazione, di norma a base di panini con la mortadella o con gli insaccati di maiale e un bicchiere di vino, per augurare a tutti la ripresa del lavoro agricolo, dopo il fermo dovuto ai rigori invernali di dicembre e gennaio.

Oggi tutto questo (e tanto altro) non esiste più, spazzato via dalla seconda rivoluzione industriale e più recentemente da quella della società digitale, che, promovendo una  neo-genesi legata alla saldatura tardo novecentesca tra digitalizzazione e codice binario, con la globalizzazione, ha riformulato anche gli assetti sociali ed economici delle piccole patrie e non solo di quelle nazionali.

Nonostante questo però una manciata di cristiani montagnini ha voluto, ancora una volta, riaprire la propria piccola, malmessa chiesa cinquecentesca per una celebrazione eucaristica presieduta dal parroco di Cortona e della montagna, don Giovanni Ferrari, che, sfidando il freddo, è salito a Casale per dare vita e continuità ad una fede, che, nella buone pratiche della tradizione, cerca  ancora le radici del cattolicesimo cortonese e della società antica della condivisione fraterna, della solidarietà umana e cristiana.

Nella foto collage di corredo, due immagini della Santa Messa celebrata nel primo pomeriggio, alle ore quindici.

Ivo Camerini