Tanta gente ieri sera a Portole per gustarsi il fresco del ponentino del Melello e i buoni piatti cortonesi di Elisa e Daniele.
Vedere di nuovo gente, che, seppur nel rispetto delle regole anti-covid, si ritrova nella spartana Terrazza di Portole per godersi il fresco e le vivande montagnine di una volta, preparate con sapienza dalla figlia e dal genero del noto ristoratore Franco Lunghi, è davvero un bel segnale di ripartenza per la montagna cortonese, che volentieri segnaliamo ai nostri lettori.
Il darsi da fare di Elisa e Daniele è davvero una di quelle positive e buone pratiche della nostra ristorazione cortonese che vanno valorizzate e diffuse. Chi crede nelle proprie capacità di impresa e di domani per una montagna, che ha voglia di futuro e di sviluppo ambientale concreto e domestico, merita infatti rispetto e fiducia.
Insomma, la ripartenza della piccola, ma significativa terrazza della storica Bottega di Portole è un buon segnale, che va coltivato e sostenuto.
Possiamo assicurare che salire a Portole in queste giornate di calura estiva fa bene non solo alla economia cortonese, ma anche alla salute personale e alla conoscenza della memoria storica del nostro passato.
Infatti all’ ombra dei tigli di quest’ angolo montanino, che regala uno dei panorami più belli d’ Italia, quello della Val d'Esse e del Trasimeno ( che, ventidue secoli fa, fu teatro della storica Battaglia di Annibale contro Il console romano Flaminio, come ci racconta il recente romanzo “Le notti e i giorni di Annibale Barca tra Vallecalda e la Cerventosa " , acquistabile anche nella bottega) si possono gustare gli antichi piatti della cucina povera e sana montagnina; ma, se uno vuole, può regalarsi anche una bella “lettura alla page”, come direbbero i francesi, che ci riporta al 217 a.c. e al mitico borgo di Casale di Crestona. Tra le presenze di ieri sera a Portole anche i noti e stimati cortonesi Umberto Santiccioli, vicegovernatore della Misericordia di Cortona e Piero Borrello, firma storica del nostro giornale.
Ivo Camerini