L’Etruria

Redazione

Un grazie speciale a due ragazzini camuciesi e ai loro amici che mi hanno aiutato a ritrovare il cane.

Un grazie speciale a due ragazzini camuciesi e ai loro amici che mi hanno aiutato a ritrovare il cane.

Vorrei ringraziare pubblicamente due ragazzini camuciesi e i loro amici, che domenica cinque marzo mi hanno aiutato a ritrovare il mio cane. Domenica scorsa, infatti, il mio amico peloso mi  è sfuggito e, per alcune ore, non sono riuscita a trovarlo. Dopo averlo cercato a lungo a piedi, ho preparato qualche annuncio e ho iniziato ad attaccarli nelle zone di Camucia sia vicino a casa mia sia dove l’avevo visito l’ultima volta.

Ho mandato poi messaggini ad amici in zona per chiedere di avvertirmi se lo vedevano. Mi sono messa a girare nelle strade di Camucia per vedere se riuscivo a ritrovarlo. Per strada ho chiesto a chi incontravo se avevano visto il mio cane. Ma,“No, mi dispiace, non l’ho visto”, mi dicevano tutti.

Poi ho incontrato due ragazzini, che si sono fermati a leggere il volantino che stavo attaccando in una strada. Uno ha fatto una foto con il cellulare e mi ha detto: “La mando nel nostro gruppo”.

Grazie”, ho risposto e ho continuato lungo la mia strada. Poco dopo però mi sono sentita chiamare a gran voce: “ Signora, aspetti!”.

Pareva che un loro amico avesse visto il cagnolino verso la ex-Conad e l’ASL.

Li ho ringraziati e subito ho preso a correre verso quella direzione. Ero quasi arrivata quando mi ha squillato il telefono. Un ragazzino mi ha detto: “Signora, forse è vicino ai giardini!”.

Di corsa sono ritornata  giù verso la piazzetta, dove c’è la scuola materna.

Erano lì ad aspettarmi anche loro. Abbiamo diviso le strade. Io sono andata in giù verso le Poste; loro in su.

Loro”, in verità, non erano più solo due ragazzi; erano diventati quattro; poi sei; poi otto. Stava diventando buio, ma il cerchio si stava restringendo, e , per fortuna, sempre più vicino a casa mia.

Mentre correvo in varie direzioni, ho sentito fischi, urli, grida. Mi sono resa conto che Camucia era viva; mi stavano aiutando e quindi non ero sola.

Quando finalmente abbiamo trovato il cane, c’è stato un collettivo “Urrà” e tante coccole per il piccolo mascalzone.

Mi sono sentita quasi grata della sua scappatella: grazie ad essa ho capito cosa è la vita di paese; ho scoperto ragazzini buoni, cortesi, corretti, e generosi.  

Questi ragazzini, con le loro urla, i loro fischi, il loro unirsi insieme per aiutare una signora sconosciuta a trovare il suo cane in una domenica pomeriggio di marzo e la solidarietà dei camuciesi rimarranno ricordi indelebili nel mio cuore e a loro voglio indirizzare un sentito, affettuoso, pubblico grazie attraverso il giornale L’Etruria.

Oonagh Stransky