Comunicazione terroristica, superficialità politica, disperazione sociale ed economica stanno sempre più emergendo nell’attuale situazione italiana dove il tentativo della costruzione di un modello di stato e di potere copiato dall’antica Sparta sta sempre più emergendo dagli anfratti oscuri di una ristrutturazione neoliberista che si è impadronita della rivoluzione tecnologica e sta piegando ai propri voleri il popolo del ceto medio che , anche con l’aiuto del Covid-19, è ormai sull’orlo di una sconfitta epocale e che sempre più viene spinto nella riserva dei nuovi “iloti”. Cioè nei recinti dei senza diritti e del nuovo schiavismo.
Il disegno di uno scrollone a tutti coloro che stavano “ritti per con cadere”, come dicevano i contadini di una volta , si è delineato già nella prima giornata della fase-2 dove il controllo militare e governativo a tutti i livelli ha preso di mira coloro che non stanno al passo con il vivere online, con l’e-commerce, con i progetti dei cosiddetti e-commerce managers. Managers ( ma anche politici e super burocrati) che vogliono chiudere in fretta i conti con il modello Italia del “piccolo è bello”, del darsi da fare per vivere con il sudore della propria fronte, dell’aiuto familiare, della solidarietà amicale, dell’autoproduzione agricola e del vivere senza dover certificare spostamenti territoriali che, seppur attuati in ottemperanza alle regole sanitarie dell’uso di mascherine e del distanziamento fisico, vengono ritenuti non necessari e quindi multati o denunciati a discrezione dei singoli controllori, come è accaduto ieri per una persona sessantenne che si era recata a fare una ricarica in un negozio di telefonia mobile e a cui le forze dell’ordine hanno chiesto perché non lo facesse attraverso l’home banking, come se tutti fossero nella condizione di praticare e usare correttamente tale funzione bancaria o di movimentazione di soldi. Oppure come è successo per altre due persone della stessa famiglia che andavano in due a curare il proprio piccolo orto fuori paese alle quali è stato imposto di far dietronte, oppure ad altri cittadini artigiani cui viene impedito l’espletamento della propria attività che son disposti a riprendere nel rispetto assoluto delle norme di sicurezza sanitaria, come barbieri, estetiste, piccole partite iva, quali i riparatori di utensileria casalinga et similia. Oppure, tanto per accennarlo di sfuggita visto che tra poco dovremo essere tutti atei per legge, l’impedimento ad entrare nelle chiese e nei luoghi di culto con le regole che sono state concesse nelle nuove "cattedrali" dei supermercati o degli outlet.
A livello globale si intravvede sempre più la volontà di ingabbiare la gente in quei recinti economici e sociali che piacciono tanto a lor signori seduti al riparo della forza dei loro capitali e dei loro poteri discrezionali. Poteri discrezionali che stanno sempre più assumendo la veste della dittatura in doppio petto e dell’uomo solo al comando.
Una cortonese sulla sua pagina Fb ha scritto : (…) “ io qui in giro vedo solo gente che esce per necessità e con le dovute precauzioni e non una moltitudine di gente dissennata e irrispettosa del distanziamento sociale. Ci informiamo ed apprendiamo come prevenire, ci interroghiamo su come saremo tra uno o due mesi o anche più e impariamo di nuovo la prudenza.
Ecco, io credo che abbiamo bisogno di autorevolezza e non di autoritarismo, abbiamo bisogno di sane iniezioni di fiducia e non di quotidiane punture di paura e sospetto. Abbiamo bisogno di comunità e condivisione: necessitiamo di riprendere in mano piano, piano la nostra vita, insieme, con progetti che facciano tesoro di ciò che sta accadendo e che ci accompagnino verso il futuro”.
Parole sensate e però oramai minoritarie in una società incattivita e dove la canea dei lupi, delle iene e dei corvi, senza offesa per questi animali, la sta facendo da padrone. Infatti, condivisione, comunità e fiducia oramai vengono quotidianamente sostituite da voglia di comando, da discriminazione sociale ed economica, da mancanza di libertà e di democrazia in barba alla Costituzione più bella del mondo.
La paura del Covid-19 aiuta lor signori e mette in evidenza l’assenza sulla scena politica dei grandi partiti di massa e dei sindacati del Novecento. Un Novecento di cui i giovani di oggi, allevati da mamme e babbi sempre pronti a far da spazzaneve, non sanno nulla e soprattutto non conoscono le formidabili lotte politiche e sociali per i diritti umani, di cittadinanza e di promozione della persona umana . Lotte che avevano sconfitto la suddivisione in classi della società antica del capitalismo calvinista. Un capitalismo che da dieci anni e passa si ripropone in una versione aggiornata e che oggi sta utilizzando la crisi sanitaria della nuova peste del coronavirus per trionfare sul ceto medio, su coloro che stavano e satnno in equilibrio economico precario. E quel che è peggio: per imporre quel modello dell’antica Sparta dove la massa dei cittadini aveva solo la scelta di vivere da “iloti” , cioè da sudditi senza diritti.
Se, anche in una situazione di emergenza sanitaria mai vista nel mondo contemporaneo, saremo capaci di capire che il diritto alla salute e alla vita non va confuso con la rinuncia alla libertà e alla democrazia, se sapremo sentirci ancora comunità e se , ancora una volta, sapremo prendere coscienza dei nostri diritti, oltre che dei nostri doveri, non tutto è perduto. Ed allora si che “ insieme possiamo farcela”. Insieme possiamo farcela a riprendere il cammino per la costruzione di un mondo migliore. Insieme possiamo farcela a non far passare il modello di una nuova Sparta, che ‘lor signori’ stavano preparando da un decennio e che il Covid -19 sta dando loro l’occasione propizia per realizzare.
Ivo Camerini