L’Etruria

Redazione

Un meritato pubblico grazie al Pronto Soccorso dell’ Ospedale di Fratta

Un meritato pubblico grazie al Pronto Soccorso dell’ Ospedale di Fratta

Dopo un annetto circa , nella mattinata di sabato 12 aprile, a causa di un incidente domestico, sono dovuto ricorrere nuovamente alle cure del Pronto Soccorso dell'Ospedale Santa Margherita di Fratta. Ancora una volta ho trovato una U.O.S.D. Medicina e Chirurgia d'accettazione e d'urgenza davvero efficiente  come cure sanitarie adeguate e soddisfacente anche nei tempi di attesa.

Come giornalista di strada, attento alle piccole cose del quotidiano del nostro territorio, non posso non segnalare questa bella realtà del nostro piccolo, ma importante e decisivo Ospedale di Fratta. Un ospedale, purtroppo, da alcuni anni  molto bistrattato dalla politica e da una direzione generale sbilanciata su  megaprogetti regionali di accentramenti sui nosocomi provinciali, che vanno a mettere a morte i piccoli ospedali di memoria comunale, senza dare servizi migliori, senza fare sanità pubblica migliore, ma solo perché è forte l’onda politica del tagliare il sistema pubblico e del cedere pezzi al privato, che, anche se nessuno lo dice,  viene ben foraggiato, finanziato dal danaro  pubblico.

E allora è molto importante dare a Cesare quello che è di Cesare; e raccontare pubblicamente che arrivato attorno alle dieci e trenta per un problema da codice quattro, sono stato subito accolto al triage da due cortesi e gentilissime infermiere (leggendo poi sui  loro badge di lavoro,  ho saputo chiamarsi Angelica Zucchini e Anna Maria Giancola) che mi hanno messo subito a mio agio; mi hanno rassicurato e fatto subito l’accettazione con il nuovo programma in rete. Dopo aver preso i parametri vitali e le varie domande di rito, mi hanno assegnato il codice di priorità di accesso.

Essendo il mio un problema di bassa complessità, naturalmente, mi hanno fatto accomodare in sala attesa e fatto  passare avanti altri pazienti arrivati subito dopo di me, con problemi molto più gravi dei miei. Tuttavia le due infermiere, sempre sorridenti ed educatissime, pur avendo passato con il  programma informatico  il mio problema al livello medico in servizio, non hanno mai trascurato di informarsi sulle mie condizioni e su quelle di altri  pazienti arrivati nel frattempo. Alle undici e trenta circa, dopo che i casi più gravi erano stati messi sotto controllo medico , mi hanno chiamato e presentato al medico dottor Giorgio Sgrevi, che, con molta attenzione professionale  e rispetto umano, mi ha fatto distendere sul lettino e, dopo aver praticato l’anestesia sulla gamba ferita, ha inciso una losanga di tessuto, rimuovendo il corpo estraneo e poi suturando. La sua collaboratrice infermiera ( ho letto sul badge solo il nome Simona ,tanto è stata brava e veloce) ha medicato la ferita e, dopo averla protetta con la fasciatura, mi ha fatto scendere e andare alla scrivania del direttore, dottor Sgrevi, che mi ha ulteriormente informato e tranquillizzato, dandomi delle prescrizioni di cura e terapia e consegandomi la relazione da portare al mio medico di famiglia.

Nel ringraziare per quanto il Pronto Soccorso ha fatto per me e per gli altri pazienti incrociati nell’ora e mezza passata nella struttura, ho chiesto al direttore di scattare due foto e di poter raccontare ai nostri lettori e all’opinione pubblica quanto di buono visto e avuto come dono di salute personale da questa nostra piccola struttura di sanità pubblica.

Certamente il mio caso non era  da complessità assistenziale del DEA, ma a me (che ho usufruito per seconda volta negli ultimi dieci anni di un pronto soccorso per un problema che, seppur a bassa complessità, se non risolto immediatamente potrebbe causare seri guai di salute) trovare aperto di sabato mattina il  Pronto Soccorso del mio territorio e in grado di fornire servizi di emergenza e urgenza, grazie alla formazione specialistica di medici e infermieri che vi lavorano, ha fatto molto piacere ed ha dato grande soddisfazione, non solo come paziente, ma soprattutto  come cittadino e come cortonese.

Nei giornali si parla spesso ( e non da oggi ) delle cose negative che ci circondano, anche perché, come scriveva Aldo Moro, in un editoriale sul quotidiano Il Giorno , il venti gennaio 1977: "il bene non fa notizia". Aggiungendo poi: "ma il bene c'è". E di questo bene che c'è, io, nella mattinata di sabato 12 aprile 2025, ne ho avuto dono e quindi, come giornalista di strada, voglio segnalarlo pubblicamente.

Ringraziando, naturalmente, tutti coloro che mi hanno accolto e dato assistenza al Pronto Soccorso dell'Ospedale Santa Margherita o della Fratta, ma ,in particolare, rinnovando il mio grazie al direttore dottor Giorgio Sgrevi, alle sue collaboratrici  signore Simona Chiovoloni  e Igna Maria Francisca, all'infermiera coordinatrice Anna Maria Muffi, alle due infermiere del Triage, le professionali e gentili signore Angelica Zucchini e Anna Maria Giancola ( tutti ritratti nelle immagini della foto collage qui pubblicata a corredo dell’articolo).

Last but, not least (ultimo, ma non per importanza) voglio ripetere qui  una considerazione, che, come giornale, abbiamo spesso fatto nei nostri servizi sull’ospedale di Fratta. In certi ambienti si parla da tempo di ridurre il nostro Pronto Soccorso ad un semplice PPI, credo invece che chi  di dovere dovrebbe seriamente impegnarsi, senza se e senza ma, sul potenziamento di questa nostra struttura, che serve tutta la Valdichiana aretina, investendovi  nuove risorse finanziarie, professionali e umane, affinché anche il nostro territorio possa avere il passaggio di questa unità (che la gente di Chiana chiede da decenni) a Struttura Complessa di Dipartimento d'Emergenza e Accettazione (DEA), cioè  di un vero e proprio reparto di assistenza in Medicina d'emergenza/urgenza.

Ivo Camerini